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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Orsi, Paolo: Necropoli sicula presso Siracusa con vasi e bronzi micenei
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0010

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necropoli sicula presso siracusa

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L'abitato o villaggio siculo doveva stendersi sul
colmo della elevazione, e di fatto quivi, esaminando
accuratamente il sottile velo di humus, in mezzo a scarsi
rottami ceramici di età classica, si avvertono, pure
assai scarsi, anche quelli siculi, con qualche frammento
di coltello siliceo ; ivi raccolsi anche un pezzo informe
di bronzo, e quattro ascie in basalte (tav. 1,26), comple-
tamente logore, cotanto frequenti nelle necropoli sicule.

Spettano ad epoca ben diversa da quella dei se-
polcri bellissimi avanzi di una via ruotabile, con pro-
fondi ed irregolari solchi o rotaie, aperte nella roccia;
sono diverse linee che salendo dalla palude guadagnano
il margine nord-ovest del colle, e quivi, raccordate in
un sol fascio, sembra procedano risolutamente in di-
rezione di levante a ponente. La roccia non artificial-
mente spianata, con tutte le sue naturali gibbosità,
che erano superate a sbalzi, la pendenza stessa ed in
più punti la straordinaria inclinazione del piano stra-
dale confermano le osservazioni da me fatte in più punti
del suburbio siracusano (*) sul sistema, al tutto pri-
mitivo, di costruzioni stradali greche, sistema di co-
struzione che è in piena ed aperta antitesi colla abi-
lità e diligenza adibita dai Greci in tutti gli altri rami
dell'ingegneria. Tenuto conto della direzione seguita da
questa strada, sembrami che si abbia in essa a ricono-
scere la Syracusis-Akras, alla cui esistenza nel tratto
della bassa palude alludono altre scoperte avvenute già
negli scorsi secoli (2).

Al primo mio arrivo sul posto molte delle tombe
sicule apparivano parzialmente ostruite di terra; ta-
lune erano vuote, di altre poche invece non si avver-
tiva nemmeno l'esistenza, poiché le bocche ne erano
aperte in basse insenature di roccia, letteralmente co-
perte di terra, di zolle e di macchie del Cactus Opu/i-
tia; queste diedero anche i migliori risultati. Delle
altre una buona parte o era stata completamente sgom-

(') Notizie degli scavi, 1892, p. 354 a proposito di avanzi
molto perspicui di altra grande arteria stradale, la Syracusis-
Neetum.

(2) Avolio Francesco {Dissertazione sopra la necessità ed
utilità di ben conservare gli antichi monumenti di Siracusa,
Palermo 1806, p. 139) ricorda come ai tempi del Fazello « si
trovò una strada magnifica, formata di grandi e quadre pietre
che da Siracusa conduceva sino al fiume Anapo ed al tempio
di Giove Olimpico. Fu anche questa diroccata ». Ed il D'Or-
ville due secoli appresso : « lunghesso il fiume Anapo osservò le
reliquie di una superba strada » (ibidem, p. 151), che presumibil-
mente è il principio di quella cui io alludo.

brata, od invasa da una seconda occupazione di gente
rustica greca e romana. Però anche in queste ho av-
vertito, come già nella necropoli di egual periodo a
Molinello presso Augusta, che la deposizione sicula
col suo mobilio funebre non venne sempre per intero
sgombrata (•) ; talvolta i morti greci colla loro mode-
stissima e povera suppellettile, furono adagiati al di
sopra dei Siculi, già avvolti in un mantello funebre
di terra dello spessore di un palmo e mezzo, per modo
che solo il vasellame maggiore ne andò per compres-
sione frantumato, mentre gli esemplari minori ed i
bronzi scamparono almeno in parte inosservati. I se-
polcri di questa necropoli, che vanno considerati sic-
come perfettamente intatti, sono soltanto dieci (n. 9,
10, 10 bis, 11, 13, 16, 22, 23, 31, 33), più due quasi
intatti (n. 7, 29), e per quanto pochi accrescono il
numero scarsissimo di quelli fino ad ora altrove rin-
venuti in tale condizione.

Rimandando alla fine della presente nota alcune
osservazioni sul tipo dei sepolcri, sulla cronologia della
necropoli, e sul suo contenuto, premetto che quasi tutte
le sepolture constano di un padiglione od accesso ar-
tificialmente preparato nella parete verticale di roccia
(ttoó-^vqov), al centro del quale si apre il portello o
(Sxó\.uov ; un vero e proprio doufiog non esiste mai, se
non vogliasi così chiamare il brevissimo passaggio
dalla porta alla stanza o -Oàla^ioc; questa talvolta
preceduta, talvolta no, da una angusta anticella, è
sempre di forma circolare, con volta ora pianeggiante,
ora tondeggiante, ora a vera cupola o tióXog. Per le
dimensioni e per altri dettagli rimando alla partico-
lareggiata relazione che segue, non che agli schizzi
planimetrici ed ai profili che la corredano ; relazione
riflettente soltanto quei sepolcri, che hanno dato pro-
dotti per qualche rispetto ragguardevoli.

Sepolcro I. Consta di anticella elittica, di cella
circolare (diam. m. 2,85 alt. m. 1,80) con volta a vera
cupola archiacuta; nelle pareti si ap.e un nicchione.
Tutto il sepolcro fu sgombrato e rioccupato in epoca

(') È quasi superfluo che io avverta, come le grotticelle fu-
nebri sicule, al paro di tutte le altre numerose grotte artifi-
ciali della Sicilia, servirono di funebre dimora non solo alla po-
polazione, che le costruì, ma in molti casi a gente rustiche sva-
riate di tutte le età seguenti; onde accade ben spesso di tro-
vare sepolcri di taglio nettamente siculo, ma con contenuto fu-
nebre greco, romano, cristiano, barbarico, medioevale e moderno.'
 
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