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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Orsi, Paolo: Necropoli sicula presso Siracusa con vasi e bronzi micenei
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0011

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g

CON VASI E BRONZI MICENEI

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greca, ma anche questa seconda deposizione venne tur-
bata e sconvolta ; poiché mentre mancano quasi com-
pletamente le ossa, vi rinvenni rottami di tegole e di un
colossale nCOog fìttile; di siculo soltanto una mezza
ascia basaltica.

Sepp. Ili e IV. Quello una semplice cella, questo
una stanza a cupola con anticella; amendue devastati
e manomessi. Nel primo rinvenni rottami di vasellame
siculo grezzo ed un coccio greco di stile geometrico,
nell'altro tra mezzo a poche ossa e rottami fittili un
frammento di ossidiana e due pezzi di spada in bronzo
(lung. mm. 55).

Sep. VII. Povero e di negletta costruzione è costi-
tuito da due celle munite di nicchia, la cui sezione
e pianta si esibisce nell'unito schizzo.

Qui la devastazione fu solo parziale ; nella prima
cella si ebbero quattro scheletri, un quinto nella nic-
chia, e con essi giacevano due ollette di ceramica Si-
cilia non tornita e mal cotta, del noto tipo globare con
ansette acuminate o ad orecchia di cane (tav. I, l)(')i
assieme ad un coltellino di selce rotto ; nella seconda
cella solo due scheletri dentro la nicchia. Ma il risul-
tato più importante nella esplorazione di questo du-
plice sepolcro fu la scoperta di un calice miceneo, in
buona parte ricostruito sui frammenti (tav. I, 2) ; è
alto cm. 17, biansato, col bacino imbutiforme che va

(') Il vaso e per la forma e per il tipo delle anse resta ormai
come tipico alle necropoli sicule del secondo periodo. Ai primi
esemplari del Plemmirio da me editi (Bull. Palelnol. Rai., XVII,
tav. VI, 3) vanno ora aggiunti questi numerosi del Cozzo del
Pantano, ed altri inediti di Molinello e di Thapsos. Nel primo
periodo, come p. e. nella necropoli di Melilli [Bull., XVII, tav. VII,
18), abbiamo forme consimili, quasi preparatorie.

rastremandosi in uno svelto gambo ; la creta rosea pal-
lidissima è coperta di una sottil pellicola color crema,
divisa mediante fasci di cordoncini in zone, la supe-
riore adorna di fiori gigliati con pistilli, il tutto a
color rosso sanguigno ; che si abbia voluto imitare un
fiore, dando ad esso una forma convenzionale, è fuori
di dubbio. Di codesti eleganti e molto pratici calici,
forma prediletta dagli stovigliai dell'arte micenea pro-
gredita, si ebbero numerosi esemplari a Jalysos, uno
a Nauplia ed a Micene, ed uno ad Haliki (]), il quale
ultimo, oltre essere perfettamente eguale al nostro per
forma, lo è pure nella decorazione, tolta una piccola
variante nei pistilli.

La forma e la decorazione del vaso mi porge ar-
gomento ad alcune considerazioni cronologiche. In Mi-
cene abbiamo gli stessi, anzi gli identici calici in me-
tallo, in oro (2), ed abbiamo qui perciò la prova mi-
gliore del fatto ammesso dai ceramografi (3), che pa-
recchi vasi micenei derivano senz'altro da .prototipi me-
tallici ; d'altra parte l'esemplare fittile di Micene, tozzo,
pesante, a corto gambo, si presenta come un primo ten-
tativo di tal forma, il che fa credere, che nelle tombe
a fossa di Micene se ne abbiano i saggi più antichi.
Alquanto più giovani voglionsi invece considerare quelli
più sviluppati delle altre località sopra enumerate ; ma
i sepolcri di Jalysos, eguali per forma a quelli di Nau-
plia, nel mentre sono anteriori alla coltura greco-fe-
nicia di Rodi, quale ci è affermata dalle scoperte di
Camiros (8° sec. la parte più antica), ad onta della
presenza in essi dallo scarabeo di Amenofi 3° (1450),
ritenuto però da taluni imitazione (4), sono alquanto
più giovani dei sepolcri del xvxXog di Micene, corri-
spondendo i loro vasi a quelli degli scarici dell'acropoli.
Se i sepolcri micenei a fossa si collocano, per adottare
un termine medio nella controversia cronologica (5),
verso il tredicesimo secolo, quelli di Jalysos si potranno
almeno almeno assegnare al principio del secolo XI,

(') Furtwaengler & Loeschcke, Mykenische Vasen vorhelle-
nische Thongefaesse aus dem Gebiete des Mittelmeeres ; Ja-
lysos n. 10, 16, 21, 30, 46, 47, 49, 70, 72. Nauplia n. 93. Mi-
cene n. 297. Haliki n. 122.

(2) Schliemann, Myc'enes, fig. 477, 528.

(3) Eohden, Vasenkunde in Baumeistcr Denhmaeler,y. 1940.

(4) Bent, Journal of hellenic studies, XII, fase. I, Newton,
Classical Reviaw, 1892, p. 464.

(5) Veggansi riassunte e discusse le opposte opinioni da
Cecil Smith nella Classical Review, 1892, pp. 462 e segg.
 
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