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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Orsi, Paolo: Necropoli sicula presso Siracusa con vasi e bronzi micenei
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0015

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con vasi e bronzi micenei

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cella circolare due scheletri ; al cranio di uno di essi
una scodella biansata, a cono tronco (diam. mm. 165),
di una forma che vedremo rappresentata da numerosi
esemplari nel sep. 23 (tav. II, 12), e gli avanzi di altre.
Dai rottami si riconosce ancora una capeduncola ed un
fiaschette minuscolo (') ; una grossa fibula serpeggiante
di tipo identico ai precedenti era senza ardiglione.

Sep. XVI. — Interamente mascherato di terra e
zolle, ed irriconoscibile a tutta prima, risultò poi in-
tatto, ed estremamente importante per la storia del
rito funebre siculo ; veggasene la planimetria nell'unito
zinco.

Il padiglione di ingresso, ampio ed a cielo sco-
perto, si restringe in un lungo canale di decrescente
luce e capienza. Tutta l'area del padiglione e del pro-
tiro è occupata da un vero ammasso di vasi siculi fran-
tumati, distribuiti intorno ad almeno quattro scheletri,
accompagnati da quattro coltelli di selce (tav. 1,18) e da
uno di ossidiana. I tipi dei vasi, per quanto è lecito ar-
guire dai frammenti, sono molto svariati ; riconobbi per
certo uno dei bacini con gamba tubiforme, e poi baci-
netti con anse acuminate e cornute; nel bel centro del
protiro, sotto un grosso sasso, erano riunite sei ascie di
basalte, consumate, sdentate, logore per lungo uso.

Nello sfondo del padiglione si apre l'ingresso al-
l'anticella, con chiusino di pietra abbattuto in avanti;
era piena zeppa di terra sino al colmo della volta (alt.
cm. 70), ed in essa, ad onta della angustia dello spazio
stavano rannicchiati non meno di quattro scheletri.

Nell'angusta cella, scavata nel macigno con poca
cura e regolarità, non meno di sessanta scheletri esat-
tamente riconosciuti e fittamente accatastati costitui-
vano un deposito ossifero alto sino alla volta ; in mezzo

(*) Eguali al Plemmirio {Bull. Paletti., XVII, tav. VI, 2).
Monumenti antichi. — Voi. II.

all'enorme carcame non un solo vaso ma pochi cocci,
un bel coltello di selce 1. mm. 95 ed altri rotti, una per-
lina di spato calcare ed altra di limonite (tav. 1,13,14).

Tentiamo ora di ricostruire lo stato primiero del
sepolcro. Per le dimensioni molto limitate, per la im-
perfezione del taglio (dissimmetria fra cella ed anti-
cella), come per la estrema povertà del contenuto, questo
sepolcro nulla ha di comune colle spaziose, belle e
ricche escavazioni ipogeiche di molte necropoli sicule
di tutti e tre i periodi, che per il grande numero dei
deposti si riconoscono tosto siccome speciali sepolcri
di cospicue famiglie. Qui si incominciò a deporre nel-
l'interno alcuni cadaveri accompagnati da vasi e lo
Gzój.uov della anticella venne poi chiuso non solo colla
consueta portella monolita, ma, come si osservò a Ca-
stelluccio (') e si praticò in parecchie necropoli micenee
ed in -frókoi della Grecia, esso venne controbarricato
mediante una maceria di piccoli massi ; di codesta ma-
ceria trovai anche qui avanzi e precisamente nell'an-
golo sinistro del padiglione (cfr. pianta) riconobbi an-
cora un allineamento di blocchi, residuo del filare in-
feriore della maceria. Però questo sepolcro divenne
ben presto il carnaio non di una ma di più famiglie ; i
cadaveri, o meglio le carcasse scarnite, si accumularono
le une sulle altre sino a colmare letteralmente non solo
la cella ma anche la anticella.

E per dar posto ai nuovi venuti, si sgombrò la
stanza- dei vasi in origine colà deposti, ributtandone
i rottami nel protiro. Altri morti si deposero persino
nel vano del padiglione, raggiungendo così il numero
di 68 scheletri (attese le osservazioni rigorose fatte
siamo piuttosto al di sotto del vero), che è il maxi-
mum fin qui osservato in necropoli sicule (2).

(!) Avanzi intatti a Castelluccio (Bull. Paletti., XVIII, p. 6
e 75); a Micene nei sepolcri della città bassa(Taovvrag,'Avaaxa-
rpaì tdcpuiv èv Mvxrj vai5.p. 121, AthenischeMittheilungen,
1892, p. 282); in Creta (Orsi, Urne funebri cretesi, p. 5); a Pa-
larmeli (Lolling, Athenische Mittheilungen V, p. 150); a Dimini
(Wolters-Lolling, Athenische Mittheilungen, XI, p. 437). A Me-
nidi è barricato l'accesso del &Q<S[iog. Borni, Das Kuppelgrab
bei Menidi, p. 47, tav. I.

(2) Nella necropoli di Castelluccio, dove i sepolcri intatti
erano parecchi, trovai 17 scheletri nel sep. n. 31, e 28 nel sep.
n. 9. La deposizione a massa è costatata in molti sepolcri mi-
cenei della Grecia, dove per giunta, come in Sicilia, si avver-
tirono le introduzioni e devastazioni successive ma tutte antiche;
così a Jalysos (Furtwaengler & Loeschcke, op. e, p. 4) ; a Spata
(ibidem, p. 36) ; ad Haliki (p. 38); a Nauplia (p. 45), ed a Menidi
(Koehler, Das Kuppelgrab bei Menidi, p. 54).

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