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necropoli sicula presso siracusa

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Ora uua deposizione così numerosa di individui in
spazio sì angusto non si spiega senza bene intendere
l'indole del rito funebre siculo ; è cioè impossibile che
si deponessero veri cadaveri e non piuttosto delle car-
casse spolpate, dopo aver esposto i morti per un de-
terminato tempo all'azione scarnitrice di agenti atmo-
sferici ed animali (,).

Sep. XVII. — Consta di padiglione a pozzetto, an-
ticella e cella (diam. m. 2,45) con volta interamente
sfondata, e lunga nicchia nella parete. Vi riconobbi due
strati di deposizione, uno superiore greco (scheletri
disordinati, campanello in bronzo, perle di vetro ad
occhietti, prochoos e boccaletto torniti, cocci vari, il
tutto in imo strato di terra leggera) ed uno inferiore
con rottami di vasi siculi ed avanzi scheletrici pure
disordinati. Tra mezzo ai rottami fittili, ridotti a mal
partito e dalla sovraposizione dei cadaveri greci, e
dallo sprofondamento della volta, vanno specialmente
osservate delle basse anse a cornetti nascenti od a forma
di M (tav. I, 23), pertinenti a due capeduncole, ed una
terza riferibile a grande bacino (tav. I, 25) ; anche nel
sep. n. 18, frugato, si ebbero rottami di capeduncole
con manico analogo, però a forma trapezia, avente
inscritta a punta una M (tav. I, 21) (2).

Eaccolsi nelle terre di questa tomba anche un tra-
panetto di bronzo 1. min, 50 (come tav. II, 25), in tutto
eguale agli esemplari delle necropoli e dei ripostigli
villanovani (3).

Sep. XXII. — è circolare (diam. m. 1,60 X 1,40)
con nicchione, ed era intatto sebbene ne mancassero le
chiuse. Sul fondo del ^dkafios erano distribuiti sei
scheletri, al centro dei quali un'olletta ad anse anu-
lari, con coperchio, adorna di un fregio a zig-zag ed
a festoni (tav. I, 22), in tutto eguale, tolta la forma
delle anse, ad un esemplare del Plemmirio {Bull.Paletti.,
XVII, tav. VI, 3).

(1) Ho dimostrato il fatto in Bull. Paletti., XVIII, p. 80-82.

(2) Alcuni tipi cosi dalle capeduncole come delle anso ap-
parvero già al Plemmirio {Bull. Paletn., XVII, tav. XI, 24, VI, 5);
altri inediti di Thapsos sono al Museo di Palermo. Fuori della
Sicilia non conosco tale tipo ; perchè è meramente casuale la
stretta affinità di forma con un'ansa di vaso creduto etrusco (?)
dei fondi di capanna del Forlivese (Santarelli, Abitazioni pri-
mitive a Villanova nel Forlivese. II Memoria, fig. 31 della ta-
vola e p. 321).

(3) Bull. Paletn.. XIII, p. 120 dei ripostigli del Goluzzo
presso Chiusi e di s. Francesco di Bologna.

Sep. XXIII. — A pochi passi dalla precedente,
vergente a settentrione, si apriva una grande cella con
volta a cupola, preceduta da anticella, della quale unisco
planimetria e sezione :

Sebbene mancassero le chiuse, delle quali nemmeno
si rinvennero i rottami, la tomba risultò la più ricca
della necropoli, con tutta la sua suppellettile ancora
in posto, protetta da una massa di sottil terra di fil-
trazione, che aveva lentamente invasa la stanza sino
a cm. 70 dalla volta.

Neil'anticella un solo scheletro con pochi cocci.
Nella cella gli scheletri in numero di ventidue erano
irregolarmente distribuiti sul fondo, ma nessuno se ne
osservò nelle due grandi nicchie; per due di essi potei
constatare nel modo il più positivo, che stavano accoc-
colati. I vasi sembravano piuttosto disposti sopra che
in mezzo ad essi.

Enumero soltanto quelli che si poterono restaurare,
poiché una buona porzione di essi, un terzo circa, per
la pressione della terra e per la umidità era così di-
sfatta, da nulla poterne ricavare, o da comprendere a
mala pena la forma originaria.
 
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