Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

DOI Artikel:
Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [1]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0107

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
193

STUDIATA SPECIALMENTE

IN ESTE

194

Ben presto però s'introduce ima modificazione es-
senziale nella struttura del vaso. La bocca non è for-
mata dal margine superiore del tronco di cono rovescio,
ma da un ristringimento del vaso sopra di quel mar-
gine, ristringimento che avviene d'ordinario con un an-
golo acuto, un po' più di rado con una leggera curva-
tura. E non basta. Quasi sempre un terzo elemento
vediamo sovrapporsi nell'alto : un breve collo cilindrico,
che sale dalla parte restringentesi del vaso e il cui
orlo superiore costituisce l'apertura. Il labbro della
situla è ordinariamente arrotolato in fuori attorno ad
un'anima fatta d'un cerchio di bronzo, di ferro o di
piombo, che serve a rafforzarlo. Pochissime volte il
lembo estremo del vaso invece di arrotolarsi si espande
orizzontamente.

Il corpo della situla, lasciando stare il collo e l'ori-
fizio, ha nel maggior numero dei casi le pareti salienti
uniformemente a linea retta e costituenti un tronco di
cono perfetto. Molto più di raro esse formano dal basso
all'alto un mite rigonfiamento simile all'entasis della
colonna antica, o viceversa una insenatura graziosa, che
ravvicina la situla alla forma più comune del calathos
greco; oppure finalmente rientrano nella parte inferiore
e si gonfiano nella superiore a guisa del cosidetto kyma
lesbico. Tutte queste varianti però è da avvertire che
sono più specialmente proprie degli esemplari atestini;
laddove la generalità delle situle raccolte altrove serba
a' tutto o quasi inalterato il tipo semplicemente conico.

Un particolare accessorio nella struttura della si-
tula è quello d'esser qualche rarissima volta provvista
di piede formato d'una lamina accartocciata, allargan-
tesi a tronco di cono diritto.

Siccome nel seguito di questo lavoro avremo occa-
sione di far parola e di offrire la riproduzione di talune
delle situle italiane sopra registrate e in particolar
modo di tutte le più importanti situle atestine, non
occorre qui estendersi da vantaggio intorno a queste note
tipologiche, che a suo tempo potremo debitamente ri-
scontrare e chiarire.

È proprio e caratteristico della situla l'esser mu-
nita d'un manico girevole, fatto di un'asticciuola di
bronzo talora liscia, talora ornata di striature, che s'in-
curva formando un semicerchio dello stesso diametro
della situla, e le cui estremità ritorte vanno a inse-
rirsi nelle orecchie inchiodate presso l'orlo del vaso.
Frequentissimamente la situla ha due manichi invece
Monumenti antichi. — Voi. II.

di uno, il cui fine pratico è d'impedirne le oscillazioni
nel trasportarla ; e in questo caso, oltre alle due coppie
d'orecchie destinate a tenere inserite le estremità de'ma-
nichi, ha due specie di uncini a foggia di semicerchio
fissati ciascuno nel centro dello spazio compreso fra le
orecchie, sui quali vanno a riposare i manichi, quando
sono abbassati.

Talora la situla in luogo del manico semicircolare
girevole ha due anse laterali di lamina di bronzo attorte
e fissate all'orlo e alla parte più espausa del vaso. Ta-
lora finalmente — e questo anzi occorre in tutti gli
esemplari di grande dimensione raccolti nella necropoli
d'Este — mancano affatto e il manico semicircolare e
le anse laterali. I manichi mobili non si hanno in Este
che per secchielli di piccole dimensioni.

La tecnica della situla è quella comunissima ai
vasi di bronzo della prima età del ferro, che constano
di lamine tirate col martello e riunite con chiodi ('). La
situla è fatta talvolta di una, talvolta di due, raris-
simamente di tre lamine a forma di trapezio, inchio-
date nel senso longitudinale. Spesso codeste lamine non
giungono a formare tutto intero il vaso ; ma una zona
inferiore di esso è fatta d'un'altra lamina tutta d'un
pezzo col fondo, inchiodata orizzontalmente sulle su-
periori. Se manca questa zona inferiore e le lamine
trapezoidali compiono tutto il corpo del vaso fino al
margine inferiore, il fondo è in ogni modo costituito
d'una lamina a parte a forma di disco ; fissata al corpo
del vaso con un ripiegamento e ribadimento dell'orlo
inferiore del vaso stesso e del margine circolare del
fondo, in guisa che l'uno si annesti, per dir così, e ade-
risca saldamente all'altro. Le teste piatte de' chiodi
sono con la più gran cura martellate e spianate così,
da non alterare quasi punto la superficie del vaso e da
riescire presso che impercettibili.

Soltanto in età più recente, col fiorire della civiltà
etnisca classica, si muta la tecnica della situla, nel
tempo stesso che la forma va vieppiù raggentilendosi e
assumendo massime nell'alto, nella maggior espansione
del vaso, una assai graziosa curvatura. Allora il vaso
vien lavorato tutto d'un pezzo col metodo della fusione
e della martellatura del metallo incandescente (2).

(!) Cfr, su questa tecnica Blumner, Technologie uncl Ter-
minologie der Gewerbe uni Kiinstc, IV, p. 229 e sgg.
(2) Cfr. Blumner, op. cit., IV, p. 278 e sgg.

13
 
Annotationen