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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0120

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219

LA SITOLA ITALICA PRIMITIVA

220

In tutto le tombe arcaiche sino a qui esplorate
le situle, si badi bene, furono sempre deposte come
vasi accessori, nè mai servirono da ossuari: della qual
cosa mi dette piena assicurazione il Brizio.

Abbiamo detto che il ripostiglio di s. Francesco
conteneva qualche avanzo di situla (') ; ma da un lato si
tratta di rimasugli scarsissimi e neppur tutti riferibili
con sicurezza a situle; dall'altro, facendo parte di quel
ripostiglio oggetti d'età alquanto varia, taluni più an-
tichi delle stesse tombe bolognesi del tipo di Villa-
nova, taluni altri coevi al secondo periodo del sepol-
creto Benacci (2), non possiamo ricavare da questa sco-
perta nessun dato preciso per ciò che concerne la cro-
nologia delle situle bolognesi.

Le quali in ogni caso, a giudicarne dai dati ab-
bondanti e sicuri forniti dai sepolcreti, si rivelano
siccome proprie e caratteristiche della civiltà di Vil-
lanova; laddove rarissimamente occorrono nella suc-
cessiva della Certosa. Anzi è un fatto significantissimo
questo: che nessuna situla del tipo e della tecnica
arcaica sia comparsa nelle necropoli di quest' ultima
età, se si eccettuino i due esemplari istoriati della
Certosa e del predio Arnoaldi (3).

Questi due esemplari si riconnettono, in quanto
alla struttura, alla serie delle situle arcaiche e più
particolarmente di quelle del sepolcreto Arnoaldi. An-
che il tipo è essenzialmente il medesimo, sebbene sia
modificato un po' nei particolari. La parte superiore
del vaso, o la base, per dir meglio, del cono nella
situla della Certosa rientra per formar l'orifizio incur-
vandosi leggermente ; nella situla Arnoaldi rientra ad
angolo o spigolo acuto secondo la comune maniera
antica, ma manca del collarino cilindrico. La seconda
situla spettava ad un sepolcro a umazione e faceva
parte dell'arredo funebre; la prima invece spettava ad
una tomba a ustione e, caso unico in tutte le necro-
poli bolognesi, fungeva da ossuario.

Della diversità tecnica, che presentano queste due
situle da quelle dell'età etnisca — lavorate d'un sol
pezzo a fuoco ( ') — la ragione, a parer mio, sta soprat-
tutto nella decorazione figurale. Esse furono ornate con

(') V. sopra, col. 172.

(2J Cfr. Undset, Annali delVInst. 1885, p. 57 ; Brizio, Mo-
num. arch., p. 10-23.

(3) V. sopra, col. 172, 173.

(4) V. sopra, col. 194, 195.

la cesellatura al pari dei noti esemplari di Este e del
gruppo alpino ; e la cesellatura non era evidentemente
possibile in una situla costrutta altrimenti che di sottili
lamine battute col martello. Dalla presenza del resto
delle due situle in tombe etnische deduciamo che. sia
pure per una ragione specialissima ed eccezionale, la
situla paleoitalica si mantenne a Bologna insino ad
età abbastanza inoltrata : cioè fino al V ed alla prima
metà incirca del IV secolo av. Cr. (').

Fuori di Bologna sembra essere occorso raramente
qualcosa di simile. Io non saprei ricordare che le situle
di S. Polo d'Enza (2), le quali si trovarono insieme con
un frammento di vaso dipinto a figure rosse, forse del se-
colo V av. Cr. e la situla di Numana(4) appartenente
pure all'età della Certosa, come diremo più avanti.

Tornando ora ai sepolcreti bolognesi del tipo di Vil-
lanova, resta da considerare un fatto importantissimo
per lo studio della situla e della sua diffusione nell'Italia
superiore. Fin dall'età del sepolcreto Benacci, special-
mente nel secondo stadio, si riproducono in terracotta
le situle di bronzo.

Noi non riguarderemo certo come imitazioni delle
situle certi rozzi vaselli a semplice tronco di cono, or-
dinariamente binati, con l'orlo superiore incurvantesi
leggermente in dentro (/'), od altri, che hanno il collo
verticale, ma le pareti alquanto panciute ; imperocché
si tratta di forme molto semplici e tali da doversi
credere spontanee produzioni della primitiva ceramica
italica. Ma già abbastanza decisa è la forma in qualche
altro esemplare : p. e. in uno mancante dell'orlo supe-
riore ornato di linee orizzontali e d'altri motivi a im-
pressione (,;) ; in un secondo con due anse laterali (") ;
in un terzo a tronco di cono, ornato pure a stampa (8).

(') Brizio, Atti e memorie della r. Deputazione di Storia
patria per la Romagna, s. Ili, v. II (1884), p. 278 e 297; Glii-
rardini, Notizie 1882, p. 361 ( = La coli. Baratela, p. 190).

(2) V. sopra, col. 174.

P) Chierici, Strenna del Bull, di paleln. ital. pel 18 7ti,
tav. I, fig. 21 ; cfr. p. 11. Il frammento si trovò nel pozzo n. 1,
proprio nello stesso scompartimento in cui giacevano la situle.

(4) V. sopra, col. 169.

(5) Un esemplare di siffatti vasi binati è nella tomba Ca-
pibara, n. 39 (quella stessa, da cui derivano le due situle) : Brizio,
Notizie 1889, tav. I, fig. 11 ; p. 320, n. 114. Altri esemplari più
o meno frammentati dello stesso sepolcreto Benacci spettano alle
tombe n. 507, 514, 951.

(°) Della tomba segnata col n. 340.

(7) Non è visibile il n. della tomba cui spetta questo vaso.
(*) Della tomba segnata col n. 520.
 
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