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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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E perfettamente imitanti le sitale di bronzo sodo
poi certi vasi del sepolcreto De Luca ('). Uno di questi
spetta alla tomba n. 151 : quella stessa, ov'è una si-
tula di bronzo; e l'esemplare a cui accenno è pregevole
quanto mai per i copiosissimi ornati a stampa, di cui
è fornito insieme col coperchio. Nello stesso sepolcro
un secondo esempio dell'imitazione di un vaso eneo
è offerto da una cista a cordoni, con ornati a stampa
interposti. Altri due vasi a situla della tomba n. 21
e 162 sono del pari sovraccarichi d'ornati a stampa.

Due vasi fìttili a situla provengono dallo stradello
della Certosa (sepolcri n. 29 e 61); numerosissimi poi
essi diventano nel sepolcreto Arnoaldi; e sono i più noti,
essendo stati parecchi fra essi pubblicati dal Gozza-
dini. Nelle vetrine del museo civico ne contai sino a ven-
tiquattro ; ma saranno fors'anche più. La maggior parte
sono senz'ansa di precisa forma conica, col collo verti-
cale rientrante (-) ; altri ansati offrono qualche mo-
dificazione di forma, ma non in guisa da alterare sostan-
zialmente lo schema del vaso di bronzo, dal quale in-
dubbiamente ripetono la loro origine. La decorazione
dei più è a graffito e a stampa (')• Singolari sono tre
esemplari ornati di baccellature (5).

Che le situle di terracotta bolognesi derivino da
quelle di bronzo e non questa da quelle, come aveva
creduto il Gozzadini (6), non si può altrimenti dubi-
tare, ed io non ho che da richiamarmi a ciò che fu
notato in proposito dal Pigorini (") e dallo Schuma-
cher (8). La stessa obbiezione che fu mossa da taluni
contro l'ipotesi della provenienza di certe forme di vasi
fittili da forme consimili di vasi metallici : che, cioè,
s'incontri talvolta nelle tombe più antiche l'esemplare
fìttile e il metallico nelle tombe più recenti, quest'ob-
biezione, dico, già discussa e confutata felicemente dal

(!) Provengono dai sepolcri n. 21, 56, GÌ, 75, 112, 137,
111, 151, 102.

(2) Tre sono dati dal Gozzadini, Intorno agli scavi Ar-
noaldi, tav. IV, fìg. 2, 7, 8.

(3) Gozzadini, op. cit, tav. Ili, fig. 1, :!, 9.

(<) Cfr. Gozzadini, op. cit., tav. Ili, fìg. 1 ; tav. IV, fìg. 2, 7, 8.

(5) Op. cit., tav. IH, fìg. 9.

(6) Op. cit., p. 23-2-1 « Tra i fittili che dopo gli ossuari più
richiamano l'attenzione nella collezione Arnoaldi sono certi vasi
a forma di situle, con coperchio, ma senz'anse, e si direbbe
che, come par tolto il tipo delle ciste di rame a cordoni da
certune fìttili, cosi fosse stato tolto quello delle sitale».

O Bull, di paletti. Hai, XIII (1887), p. 81 e sgg.
(8) Bine prunnslinische Ciste, p. 44-45.

Pigorini, non può nemmeno esser sollevata per ciò clic
concerne le situle di Bologna, dopo la scoperta del se-
polcreto Caprara, che è più arcaico degli altri sepol-
creti bolognesi e che ha fra la sua suppellettile esem-
plari enei della situla.

Avremo del resto occasione di ritornar sopra a
questo fatto delle riproduzioni fittili delle situle, trat-
tando degli esemplari atestini.

Un fatto perfettamente parallelo del resto, che oc-
corre nelle necropoli bosognesi, e che fu messo pure
in piena evidenza ('), è la riproduzione fittile della
cista a cordoni, della quale ricordammo più su un esem-
plare, proveniente da una tomba del predio De Luca.

Dato così uno sguardo alla propagazione della situla
nelle necropoli di Bologna dobbiamo porre un'altra que-
stione, che si riconnette a quella trattata già e riso-
luta nel capitolo antecedente. Vedemmo la situla del
Lazio, dell' Etruria marittima e centrale esser derivata
dall'Oriente. Ora la situla del Bolognese onde è essa
venuta? Questa seconda questione è forse un po' meno
agevole a risolvere della prima. Per le situle di Corneto
e di Vetulonia, come per quelle di Palestrina e di Chiusi
non non fu difficile dimostrare, tenuto anche conto dei
gruppi archeologici di cui facevan parte, che dovevansi
ascrivere al commercio esercitato dai Fenici sulle coste
tirrene. Ma saranno le situle del Bolognese da riferire
alla medesima fonte? Oppure si dovrà rintracciare al-
trove la via, da cui penetrarono nella valle del Po ?

Senza presumere di risolvere il problema in modo
irrefragabilmente sicuro, non esito a dichiarare, essere,
a parer mio, probabilissimo che la via di trasmissione
della situla sia stata veramente una sola : che cioè nel
la valle del Po essa sia originariamente giunta dal-
l'Etruria attraverso l'Appennino.

« Solamente a mezzodì dell'Appennino » osservava
anche recentemente il von Duhn (-') d'accordo con quello
che già il Pigorini aveva scritto e sostenuto parecchi
anni innanzi (3) « gl'Italici impararono a conoscere il
ferro e 1' uso della lamina di bronzo, che poi di là

(') Il Gozzadini, Intorno agli scavi Arnoaldi, p. 36 aveva
creduto di ritrovare a Villanova gì'inclinabili in argilla delle
ciste di rami a cordoni. E dello stesso parere si mostrava lo
Zannoni, Gli scavi della Certosa, p. 114,152, 252. L'opinione
del Gozzadini e dello Zannoni fu validamente oppugnata dal
Pigorini e dallo Schumacher nei luoghi citati sopra.

(*) Bull, di paletn. ita!., XVI (1890), p. 112.

(3) Bull, cit, IV (1878), p. 123 e sg. ; Vili (1882), p. 116 e sg.
 
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