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LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

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trasmisero ai loro compagni di stirpe rimasti nel
settentrione » (').

Senonchè fino dall'anno 1883 l'ITndset mise fuori
intorno alla via di tramissione delle influenze orien-
tali nella regione settentrionale dell'Appennino una
diversa opinione : che, cioè, possano queste aver operato
anche sulle coste dell'Adriatico. Illustrando le due note
stele di Pesaro e il bassorilievo in pietra di Bologna ri-
cordante i leoni di Micene egli accennò ai marinai, i
quali nel tempo della cultura di Micene si sarebbero
spinti nell'Adriatico ; e, proponendosi il quesito della
stirpe, a cui potevano appartenere, pensò ai Penici, che
allora e anche lungamente più tardi diffusero e tra-
piantarono prodotti industriali e germi di cultura da
popolo a popolo per le coste del Mediterraneo (2).

Nelle sue fondamentali indagini sulle necropoli del
tipo di Villanova egli ripetè e definì più chiaramente
l'opinion sua in questi termini : « Nel periodo del
commercio fenicio preellenico i Penici certamente ap-
prodarono anche alle coste dell'Adriatico sino alle boc-
che del Po ; ed anche la parte bolognese del gruppo
di Villanova può fino ad un certo grado aver ricevuto
influssi direttti dal littorale ».

Questa seconda opinione non fu, insino ad ora al-
meno, ravvalorata da fatti ben determinati. Imperocché,
come osservava giustamente anche il von Duhn (4) man-
cano sulle coste orientali dell'Italia e tradizioni antiche
e tracce sicure di un commercio esercitato quivi in età re-
motissima dai Penici. Non v'è quivi assolutamente nulla,
che possa pur da lontano confrontarsi a quella esuberante
copia di vasellame e di cimeli di carattere così spicca-
tamente orientale, che diedero i sepolcreti dell'Etruria

0) E vero che il von Duhn soggiungeva subito dopo che
questi compagni degl'Italici rimasti nel settentrione « appresso
trassero una cosa e l'altra anche dal commercio che lentamente
si andava sviluppando dalla parte dell'Adriatico »; ma con quel-
Vappresso e con quel lentamente il von Duhn ha mostrato di
alludere ad un commercio più tardo e di scarsa importanza per
ciò che concerne la fioritura della civiltà di Villanova al nord
dell'Appennino. Egli non pensava probabilmente neppure ai Fe-
nici, i quali, come vedremo fra poco, in un suo più recente la-
voro escluse in via assoluta, che abbiano esercitato la navigazione
e il commercio nell'Adriatico.

(2) Zeitschrift fiir Etimologie, XV (1883), p. 215.

(3) Annali dell'Inst. 1885, p. 90. L'opinione dell'Undset è
accolta anche, in via d'ipotesi, dallo (isell, Fouilles, p. 337,
nota 3.

(4) Die Benutzung der Alpenpasse im Altertum, nei Neue
heidelb. Jahrbiicher, II (1892), p. 56.

marittima. Vero è che le nostre conoscenze intorno alla
civiltà primitiva della costa orientale dell'Italia, dalle
regioni picene in su, sono assai scarse ; ma da quello che
lino a qui è venuto in luce si è potuto riconoscere trat-
tarsi di una civiltà alquanto tardiva per rispetto a quella
di Villanova. Dei due periodi, ad esempio, in cui la ci-
viltà picena fu partita, già il più antico « scende cro-
nologicamente abbastanza giù fino nel 5° secolo » (')•

E, a quanto consta dalle esplorazioni fatte finora,
la situla, della quale noi andiamo rintracciando la
storia, non è apparsa nè nella necropoli di Montero-
berto (2) che rappresenta lo stadio più arcaico di quella
civiltà, nè in quella di Tolentino (:!).

La necropoli di Numana, che ha dato una situla della
nostra specie ("'), conteneva vasi dipinti greci a figure nere
e rosse di disegno negletto E quella situla infatti
è riguardata per una eccezione dal Brizio, il quale os-
serva che « tutti gli altri bronzi trovano riscontro in
esemplari usciti dai sepolcri etruschi della Certosa ».
Niente or dunque ci dà facoltà di creder quella situla
venuta dal commercio marittimo dell'Adriatico, anziché
dall'interno del continente : in una parola piuttostochè
conferire a gettar luce sulle situle bolognesi sembra
dover ricever luce da quelle. Del resto essa è, lo ripe-
tiamo anche noi col Brizio, una eccezione. Altre loca-
lità picene hanno dato invece situle lavorate di un sol
pezzo a fuoco, estranee all'atto alle nostre, d'età poste-
riore, come abbiamo avuto occasione di notar sopra (fi)
e affini piuttosto alle situle etnische della Certosa.

Passando al litorale della regione umbra, quello
che fu più tardi YAger Gallicus, ricorderemo segna-
tamente la necropoli di Novilara, presso Pesaro, la cui
recente scavazione è stata feconda di sì bei risultati (7).
Ma qui, dove pure abbiamo che fare con uno strato ar-
cheologico anteriore, come, sembra, a quello, cui spetta il
sepolcreto di Numana, la situla ncn è altrimenti apparsa.

(1) Cfr. Undset, Annali deWInst. 1885, p. G2-G3; Helbig, Das
hom. Epos'', p. 42-13.

(2) Chiapetti, Notizie 1880, p. 343-348, tav. IX ; Bull, di
paletn. ital., VII (1881), p. 90-96.

(3) Silveri-Gentiloni, Bull, di paletn. ital, VI (1880), p. 158-
165; Annali dell'Imi, 1881, p. 214-220; tav. d'agg. P,Q; No-
tizie 1880, p. 122, 262; 373-377.

(4) V. sopra, col. 169.

(5) Brizio, Notizie 1891, p. 117.

(6) V. sopra, col. 195.

(~) Brizio, Notizie 1892, p. 295-304.
 
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