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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0124

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227

LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

22S

dotto etrusco, e le poche che s'avvicinano al tipo paleo-
etrusco, sono sempre tali da doversi tenere più tarde dei
primitivi esemplari della serie, quelli propri della necro-
poli del predio Benacci ('). In una parola la cor-
rente industriale, cui è da riferire la cista, non mi
sembra direttta dal nord al sud, ma dal sud al nord.

E lo stesso vuoisi ripetere della situla. Le sitale
del territorio atestino fanno la loro comparsa in un'età
posteriore alquanto, come vedremo, a quella, cui spet-
tano gli esemplari bolognesi del sepolcreto Caprara-
Benacci. Nò più indietro sono da rimandare le situle
degli altri sepolcreti descritti da me di Montebelluna,
di Caverzano, di Lozzo, di Pozzale ; chè anzi massime
in questi due ultimi io dimostrai come si facciano già
frequenti gli elementi della civiltà del tipo di La-Tòne,
di carattere spiccatamente gallico (2).

Anche le rimanenti necropoli del gruppo alpino o
reto-illirico, ove riappare frequentissima la situla, ap-
partengono ad uno stadio di civiltà, su cui ha eser-
citato efficacia fuor di dubbio la civiltà italica. E che
la situla sia stata quivi originariamente trasmessa
più tardi del tempo, a cui sono da riportare le più ar-
caiche necropoli bolognesi, è dimostrato anche dal fatto

testimonianze e i giudizi dei paletnologi. L'Orsi ad esempio,
parlando delle necropoli carniche, Atti e memorie, della r. De-
putazione ài Storia patria per la Romagna, s. Ili, v. I (1883),
p. 348, osserva « Comparativamente alle necropoli italiche non vi
troviamo il carattere dei più antichi gruppi bolognesi, quali Re-
nacci, Do Luca, nò dei più antichi strati euganei definiii dal
Prosdocimi come primo e secondo periodo; insomma abbiamo
un periodo tardo ed avanzatissimo della prima età del ferro, che
potrebbe forse senz'altro dichiararsi seconda età del ferro, in
taluni casi continuato anche fino alla terza età, non mancando
fibule ed in bronzo ed in ferro del tipo la Tene a doppia
spirale n. Il Marchesetti giudica più antica la necropoli di
S. Lucia di quelle istriane di Vermo e di Pizzughi: La necrop.
di S. Lucia nel Bollettino della Società adriat. di Scienze
naturali, IX (1886), p. 154-157. Ma non v'ha dubbio che anche
quella necropoli, come le altre del gruppo alpino, non scenda
più giù in ogni caso dell'età delle necropoli italiche del tipo di
Villanova. Sul carattere seriore di quel gruppo veggasi anche
Iloernes, Urgeschichte, p. 580 e sgg.

(') Sulle ciste a cordoni italiane veggasi Gozzadini, Intorno
agli scavi Arnoaldi, p. 38-11; su quelle dell'Europa centrale e
settentrionale, oltre alla stessa opera p. 41-45, Undset, Das
erste Auftreten des Eisens, p. 10,15,18, 43, 97 e sg., 108, 192,
289, 358. Cfr. Ghirardini, Notizie 1883, p. 103-104 (= Necrop.
del Veneto, p. 42-43); Moser, Bericht ùber die Necrop. von
Vermo nei Sitzungsberichte der k. Akad. der Wissenschaften ;
math.-naturwiss. CI, LXXXIX (Wien, 1884), tav. IV, fig. 5,8;
cfr. p. 342, 343; Amoroso, Le necrop. preid. dei Pizzughi,
tav. VI, fig. 10.

(2) Cfr. Notizie 1883, p. 59-74 (-= Necrop., p. 25-40).

che abbondano nella zona austriaca gli esemplari delle
situle figurate : appartenenti ad un tempo, in cui si era
svolta questa maniera di decorazione, che nel fiorire
della pura civiltà di Villanova è sempre ignota.

Non si può pertanto credere alla provenienza delle
situle del sepolcreto Caprara-Benacci e degli altri affini
dal settentrione d'Italia, dove, viceversa, essa è andata
via via diffondendosi. Nel gruppo bolognese di Villa-
nova la situla è giunta con ogni probabilità da quella
via che ho additata sin dal principio: dall'Etruria
propria. Che future scoperte, specialmente sul litorale
adriatico possano conferire a modificare questa opinione,
possano additare almeno una seconda via d'importa-
zione della situla, io non escludo proprio assoluta-
mente. Ma allo stato presente delle nostre conoscenze
mi sembra non potersi pensare che alla derivazione
della situla bolognese dall'Etruria cisappennina.

Noi ne trovammo infatti un esemplare nella vetusta
necropoli tarquiniese; in una tomba a fossa della più an-
tica specie: coeva ancora senza dubbio, come si dimostrò
sopra ('), al periodo delle tombe a pozzo. In quel periodo
la civiltà fiorente a mezzoggioruo dell'Appennino era le-
gata da strettissimi rapporti con quella del paese posto
a settentrione; l'una e l'altra otfriva un aspetto ed una
tìsonomia affatto uniforme (-'). La suppellettile del se-
polcreto Caprara-Benacci è in tutto affine a quella del
cimitero cornetano delle Arcatelle

Ora, come gli elementi più arcaici di essa civiltà,
che avevano la loro radice nell'età delle terremare ('),
erano già dalla valle del Po penetrati, fino dal tempo
delle migrazioni degl'Italici nell'Etruria propria e nel
Lazio, così gli elementi dovuti alle influenze transma-
rine, che portarono un nuovo e più potente impulso allo
sviluppo di quella cultura, si erano propagati e seguita-
rono a propagarsi dalle coste tirrene all'interno del-
l' Etruria e alla valle padana.

Fra questi ultimi elementi sono le situle, appar-
tenenti ai bronzi sfìrelati, che gl'Italici nell'età delle
terremare ignoravano affatto, che conviene riferire alle
influenze transmarino e che è quindi ovvio ammet-
tere siano nella regione bolognese pervenuti attraverso

(1) V. sopra, col. 201-205.

(2) Cfr. Helbig, Annali 1884, p. 162; Undset, Annali 1885,
p. 55; von Duhn, Bull, di paletn. ital. XVI (1890), p. 11 I.

p) V. sopra, col. 216-217.

(*) Cfr. Gsell, Fouilles, p. 257, nota 2; p. 334-335.
 
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