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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 2.1893 (1894)

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9301#0131

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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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bronzo. La situla divenne così una specie di custodia
e, quasi direi, di rivestimento e decorazione esterna del-
l'ossuario, in luogo di farne da per sè sola l'ufficio. Della
consuetudine nuova si ha già prova nella tomba n. 16 del
sepolcreto Nazari scoperta nel 1883, e spettante al
secondo periodo : nella quale si rinvennero due situle
frantumate, ma che, come ebbe cura di notare il So-
ranzo('), « contenevano due ossuari fittili di colore nero-
lucido ». Questa tomba, tenuto conto della suppellettile
metallica (2), deve ascriversi ancora al secondo periodo.

Anche le situle conservate nel museo del Cataio
servirono ordinamente allo stesso fine ; perocché, secondo
attesta il Cavedoni (3), entro di esse « vedesi per lo più
riposto altro vaso minore fittile, insieme con ossa bru-
ciate e diversi piccoli oggetti ».

In una tomba di villa Benvenuti del terzo periodo,
ma piuttosto degli inizi di esso o d'un'età transitoria
fra il secondo e il terzo, uscì in luce la magnifica situla
istoriata, sulla cui topografia-e cronologia io instituii
particolari indagini altra volta (''). Il tipo di questa si-
tula è caratteristico. La parte conica si ristringe nella
parte inferiore e si rigonfia sensibilmente nella superiore
venendo a corrispondere alla sagoma degli ossuari fittili
usitati nel terzo periodo, sagoma derivata quindi essa
pure dalla imitazione del bronzo. L'ossuario fittile, che
era entro alla situla Benvenuti (5), ne ripete infatti
esattamente la forma. È singolare questo parallelismo
di sviluppo della situla e del vaso di terracotta nella
necropoli atestina: che potremo anche a suo tempo
constatare nel modo della decorazione.

(*) Scavi e scoperte, p. 55-56. « Negli ossuari vi erano i
seguenti oggetti di bronzo ; un piccolo schiumatoio a lungo
manico di lamina battuta e ripiegata all'estremità a forma di
gancio, due piccole spille a nodi sferici, una fibula a navicella
graffita ed altri frammenti informi".

(2) Cfr. la nota preced.

(3) Indicaz. antiquaria, pel r. Museo estense del Cataio,
p. 45. Oltre i diversi piccoli oggetti nomina il Cavedoni « qual-
che moneta, che sembra indicarne che l'uso di essi (cinerari,
cioè delle situle) durasse fino a' tempi di Augusto ». Ma è fuori di
dubbio che le monete non possono aver che fare con lo situle.
Infatti lo stesso Cavedoni nella nota 34, p. 46, menzionando un
asse onciale e due monete di secondo bronzo de' triumviri mo-
netali d'Augusto poste entro uno de' vasi, avverte che « queste
probabilmente non saranno state trovate entro il vaso, bensì nella
scavazione stessa e non lontano da esso ». Cfr. anche p.56, nota 42.

(4) Notizie 1888, p. 359-361 (= La collezione Baratela,
p. 188-190).

(5) Benvenuti, La situla Benven., tav. II, fig. 35.
Monumenti antichi. — Voi. II.

La situla, usata come custodia del vaso fittile con-
tenente le ossa combuste, doveva necessariamente assu-
mere proporzioni maggiori di quello che aveva là, dove
serviva ad usi diversi. E infatti vi sono nel museo ate-
stino e specialmente nel museo del Cataio esemplari
di dimensioni veramente grandiose e quali non si riscon-
trano affatto nel gruppo bolognese, dove le situle com-
paiono nelle tombe come vasi accessori. Questi esemplari
ci ricordano piuttosto per le dimensioni quelli di Pale-
strina e di Chiusi. La situla chiusina massimamente, che
racchiudeva l'ossuario di bronzo, allo stesso modo che
le atestine sogliono racchiudere l'ossuario fittile, è,
come vedemmo, di colossali proporzioni, specialmente
in larghezza. Per cotale destinazione esclusivamente
sepolcrale della situla di Este, sia che si usasse come
ossuario o come custodia d'ossuario, fu soppresso in
essa, come avemmo già occasiono d'avvertire, un ele-
mento, il quale in altre regioni le fu proprio quasi
sempre: il manico girevole semplice o doppio, infi-
lato mediante occhielli allo due estremità opposte
dell'orlo superiore del vaso. Il qual manico rimase sol-
tanto, e non sempre, in talune situle più piccole, che
ricorrono in certe tombe, adoprate come vasellame
accessorio (').

Delle varietà de' tipi delle situle della necropoli
atestina ci renderemo conto particolarmente, allorché
prenderemo a disamina quelle figurate, le quali in pa-
recchie cospicue tombe del terzo periodo, si trassero in
luce e che sono le più importanti e pregevoli fra tutte.

Per ora ci accontenteremo di accennare a qualcuna
delle situle liscie più degne di nota per la forma e le
proporzioni.

Una di queste n. 1554 (2) si ebbe da una ricca tomba
di villa Benvenuti del terzo periodo : la tomba n. 72.
È alta m. 0,36, col diam. sup. di 0,28 (fig. 22).
Consta di due lamine inchiodato verticalmente e di
una terza, che costituisce il fondo rimboccato e ribadito
al di fuori sul corpo della situla (3). La forma conica
è pochissimo sviluppata e s'avvicina alla forma cilin-

(') Dicemmo che il prof. Prosdocimi nel Bull, di paletn.
ital., VI (1880), p. 84, nota 2, avvertita la differenza fra lo situle
usate per contenere gli ossuari e le accessorie, chiamava le
prime ciste, riserbando alle più piccole manicate il nome di
situle.

(2) V. sopra, col. 175.

(3) Nella parte inferiore il vaso è rattoppato.

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