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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0092
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143

GORTYNA

SECONDA EPOCA

144

dando le norme pel giudizio su ciascuno. In que-
sto senso va dunque inteso queir iXsv&s'Qcp, e non
più largamente, come da noi e da altri si fece.

Sono questi i due soli casi nei quali è vietato
F àysiv 7tqò ólxag, ossia è imposto di procedere
per tribunale.

Giova non preoccuparsi delle formule attiche
àysiv slg óovXsi'av, slg sXsv&sqiav. "Aystv è qui usato
nel semplice e crudo senso di prendere e portarsi
via una cosa o una persona, come lo è a col. V
1. 35 [xuqtsi — dyrj rj (péqrj) ove non trattasi di
manus injectio, ma di violenta ingiusta appro-
priazione.

Bisogna anche avvertire che F àyeiv è vietato
dalla legge, pei due casi accennati, solamente tiqò
ólxag. Esplicito divieto dell' àysiv dopo pronunziata
la sentenza, non c'è nella legge.

Col. I, 1. 4-5 déxu (jTcrcrjQavg, solamente il doppio
di quel che si paga per lo schiavo, perchè fin
qui il libero è soltanto presunto tale. Sotto, per
un libero dichiarato tale, la somma è il quintuplo
di quella stabilita per lo schiavo.

ori dyiji, con questa espressione limita il le-
gislatore il soggetto di questo processo e la
ragione della multa al fatto dell' àysiv, indipen-
dentemente cioè dal torto o ragione che abbia
o non abbia il ricorrente quanto ai diritti che
vanta sull'uomo in questione, cosa che è ma-
teria di un processo ulteriore, che è il principale.

Xayàaat, verbo noto già in varie forme, Xay-
yàì^m, Xayà^w, Xayys'oi ecc. ; qui è Xayàw ; nella
iscrizione n. 148 abbiamo però trovato l'infinito
Xayatsv. È molto usato a Gortyna, non solo in
queste più antiche iscrizioni, ma anche nelle
meno antiche, nelle quali ricorre il composto
ànoXayàm, ànoXàya'§ig del rilasciar uno schiavo
emancipandolo ; ved. Halbherr Iscrizioni Cretesi
(Museo ital. v. Ili) n. 133, 134. Hesychio ha:
Xayàaaca, àcfslvai, e l'Antiatticista di Bekker:
(p. 103) Xayyà^si, àvtl tov svài'dw<fiv: Aviufàvrfi
'AvrsQÓxSf!.

1. 6, al óé xa ,ury Xayàay, come sotto per altri
simili casi, nuovo ricorso in tribunale per sen-
tenza non eseguita, o actio judicati secondo i
Romani.

1. 8 óagxvàv, qui e altrove sempre così; varietà
nuova e fin qui propriamente G-ortynia della
forma Saggia registrata in Hesychio e ritro-
vata in epigrafi di Tegea e dell' Elide, come an-

che a Creta troveremo in una iscrizione di
Knossos, non óanxvàv, ma óaQx/iàv. 1
1. 11, al à'àvvloiTo {— àQvsvito) ijlìi àysv. Trat-
tandosi di atto violento flagrante, la legge in
ciò che precede ha supposto, in prima ipotesi,
che il colpevole sia confesso, non neghi Fatto
imputatogli, e quindi non ha stabilito, come suole
fare in altri casi, la norma secondo la quale il
giudice deve giudicare, ma soltanto i termini
della condanna (xaTaóixaxaàxaii) o della sentenza
{óixuxaàrw) ; secondo la disposizione supplemen-
taria a col. XI, 26 rimane inteso che il giu-
dice in tal caso deve òfxvvvra xqIvsv tzoqtì
rà (iwXiónsva. Soltanto in seconda ipotesi sup-
pone qui il caso, più remoto, che colui neghi
Fatto imputatogli, e per questo caso stabili-
sce che il giudice debba decidere o pronunziare
(xqi'vsv) dietro deposizione di testimoni, se ve
ne sia, o altrimenti sulla sua coscienza dopo
aver giurato.

Il diniego può esser fondato sulla non con-
tinuazione dell'atto, come già anche altri ha
supposto, dicendo colui di non continuare a
tenere quell'uomo che si prese, di averlo già
lasciato ; e senza dubbio àysiv può avere qui
anche questo senso; ma più probabilmente può
essere fondato sulla specie dell'atto stesso, so-
stenendo colui che egli non àysi (fiij àysv) dac-
ché, p. es., l'uomo è venuto spontaneamente in
sue mani.

1. 13, ànonmvwi — ànoqxovioi; questo composto
è costantemente adoperato in queste iscrizioni
parlando della deposizione di testimoni. JTwvs'v
= cpcorsTv è usato in senso di dire, asserire;

• tiene questo verbo nel dialetto il posto del co-
mune (friiii ed anche il composto àrrotp. non si
discosta nel suo uso gran fatto da un significato
proprio di ànóiprjfii.

ixaìtvg qui e in due altri luoghi della pre-
sente iscrizione (I, 19, II, 20), ma nella iscri-
zione seguente (col. V, 11) troviamo hcùtvqs,
che è certamente la forma piena e completa
del nominativo di questo nome, che ora le iscri-
zioni ci han rivelato usato così a Creta, non
solo a Gortyna, ma anche altrove; cfr. l'eolico
nàxaqg. Si trova sempre fiaiz- non mai il co-
mune fjiaQr-. Non ricorre nel dialetto fin qui
altro esempio di una simile modificazione del q
dinanzi ad una dentale, ma si ha xaq%6vavg,
"ÀQrsfiiv, àQTvw; ciò però non autorizza a du-
bitare, come fa G. Meyer Or. Gr. § 272, che
questo [latrvqg sia tutt'uno con nàorvg. Che
quella leggera liquida dinanzi alla dentale si tra-
 
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