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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0133

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225

GORTYNA — SECONDA EPOCA

226

Malgrado la incompletezza di questo articolo,
confermata ora la lezione che io già diedi della
lin. 44, il soggetto si può determinare, ed è cer-
tamente quello che io già indicai. È un avràX-
Xayfia o contratto fra uno che intraprende una
impresa per lucro, avventurosa e di esito incerto,
ed uno che partecipa a quella fornendo danaro,
merci ecc.; è un contratto nel genere del " con-
tractus traiecticius „ o " pecunia traiecticia „ come
dicevano i Romani, o come i Francesi dicono " prè-
ter à la grosse aventure „ quando cioè il rim-
borso sia subordinato p. es. alla condizione del-
l' arrivo di una nave a buon porto ; cfr. Dareste,
Du prét à la grosse chez les Athéniens, Paris 1867.
L'impresa, o tentativo (jtsìqo) avventuroso, di cui
qui si tratta, è di quelle per cui furono celebri
i Cretesi e lungamente dominarono in mare, l'im-
presa piratica (Strab. X, 4, 9, Hoeak, Kreta,
III, 494). Non è meraviglia se le loro leggi ne
parlano con quella stessa disinvoltura con cui gli
antichi scritti nordici parlano delle simili intra-
prese dei vikinghi. È un'industria e un commercio
come un altro, e le contrattazioni relative sono
valide e legittime come ogni altra; il neiquxàg,
qual' è qui veduto dalla legge, è propriamente un
negoziante che mette a rischio mercanzia sua ed
altrui comunque procacciatasi, anche con rapina ;
è l'uomo che Omero contrappone al nobile atleta
(Od. Vili, 162 sgg.)

ccq/ós vavxuwv, otre 7iQ^y.rì](>ss saaiv

(póqrov rs [i,vri{iu>v xcel ènlaxonog ft<siv ódaiuìv

xsQÓéojv x àqna'Aéoìv.

Nella società eroica questo battagliero industriale
non era stimato; ma presso gli antichi v'era l'idea,
a quanto pare, giustificata: naqà fióvoig KQrjxsvcsi
xàv ànàvxmv àv&Qwrtmv firjóèv aÌG%QÒv vonfesadai
xéqóog, Polyb. VI, 46.

che " a scopo di ttsqcc „ ; che il (SwaXXàxdavg in-
traprenda una impresa lontana risulta chiaro da
quel quando torni (i) x è'XS-rji) a 1. 62 ; che que-
sta néqa esponga chi l'intraprende a esser cat-
turato, alla àXXonoXia, e quindi a doversi far
riscattare, si rileva pur sicuramente dal luogo
a col. VI, 45 sg. È chiaro adunque che qui tcsq-
rappresenta txsiq- (tttjq-), come in snmsqsxai a
col. II, 17, e che la nì\oa di cui qui si tratta
non è altro se non la nsìqa dei nsiqaxai; cfr.
Hesych. siri txsi'qcc' siri óiansiga f[ stxì XrjGxsìa
xcà Ttsioa-cixfi fiXafirj.

1. 44, non certamente ij, ma r} (= al); senza xa
qui come altrove (?) óióài col. VI, 1).

ó èmiUvg è colui che, con danaro o oggetti,
navi, attrezzi, schiavi ecc. abbia " contribuito „
alla impresa, con contratto che è il avvàXXayfia
di cui è parola. Il contributo può esser vario,
un valore più o meno elevato. La legge qui
non si occupa che di stabilire il numero dei
testimoni dinanzi ai quali deve esser fatto il
(fwdlXayfia secondo la somma, perchè possa
esser soggetto di giudizio, o in qual altra guisa
possa esser provato, se testimoni non vi siano.
L'intraprenditore è il contrattante, ó avvallàx-
aavg; ei fa contratto, avruXlàx%et, con Vèm-
S-svg O con gli ènid-évxtg.

1. 48, néxxa per /u'^xa ricorre anche in una iscri-
zione cretese di tempi posteriori {jitaxa xa,
ved. Bullet. de corresp. lieti. Ili, 293) e altrove
questa voce, di etimologia non ancora ben tro-
vata (ved. BB. p. 44 sg.), in senso di pe'xQi.

1. 50, che l'èva che si legge nel testo possa man-
tenersi ricordando l'uso dell' accusativo pel no-
minativo in svvovg òvxsg, è una fantasia inam-
missibile di Baun. Sitici. I, p. 45.

Nel n. 130-131 trovasi èva accusativo (xqì-
noóa èva).

1. 52, jirj ànonoovCoisv, non depongano, cioè non
vi siano.

Non possiamo indovinare quale altra forma
di prova possa essere indicata in quel avv...
Manca anche ogni prescrizione circa la sentenza;
forse trovavasi in quel che seguiva ed è perduto.

Col.IX,1.43sg., nrjQai,sg nfjQav; i tentativi di spie-
gare leggendo nsqai, sg néqav son vani tutti,
esclusi dalla lingua e dal senso ; nè l'idea di ter-
mine (contratto a termine), come ha pensato BZ.
e altri, nè l'idea di passaggio, a cui pensa BB.,
si può qui trovare. L'espressione sg nsqav (ig
Ttéqag, come alcuni vollero leggere, è oggi affatto
escluso) non può qui in buon greco voler dire

Sulle donazioni.
Col.X, 1.14-25.

Il óè qui e l'ànodóvxavg sopra mostra che pre-
cedeva una disposizione sullo stesso soggetto.

Queste disposizioni sono certamente aggiunte
ad altre concernenti le clonazioni da marito a
 
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