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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 3.1893 (1894)

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Comparetti, Domenico: Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9300#0157
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271

G0RTYNA

SECONDA EPOCA

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dendo in presto. Trattasi di chi ha in consegna
o deposito {naQxaxa&éWai) un animale altrui,
sia avendolo in prestito per servirsene (commo-
datum), sia affidatogli a qualsivoglia altro titolo
(rj àXXài Sexaàfievog).

1. 12, in più luoghi della Grande Iscrizione troviamo
adoperato in questo senso aòxóv ; ved. col. Ili,
3 Sg. x o ri xa néqr^i avròv x' o ri xa nceQe'Xi] àno-
óóim aiitóv e la nostra nota ivi.

1. 14, si può supplire al S[é » è){n)C od anche al
f [àfi](7c)i, (cfr. n. 151 I, 17 àvnl SwXmt fiw-
Ximvxi). V'è posto per due, ed anche per tre
lettere (ved. fin. ult.). Non manca esempio di
al senza xa (cfr. 151, VI, 1, II, 3), benché non
sia frequente.

1. 17, xataaràa[ai\, come nella Grande Iscrizione
VI, 42 ; ma può stare anche il solito xaxaoxa(x[sì],
malgrado l'infinito seguente, che può costituire
una frase indipendente.

Benché qui non si tratti di depositi di danaro,
pure l'obbligo della restituzione in integrum
della TtaQaxaxa&rjxri è considerato collo stesso
rigore con cui per depositi meno modesti si
aveva la legge in Atene xòv ^ ànoSiSóvxa xyv

TTaQaxaTa&rjxìjv dxifiov sivai (cfr. Meier SL. Att.
Proc. p. 702). È noto che il vecchio principio
romano lis infittemelo in duplum crescit rimase
particolarmente applicato alla infitiatio depositi
a cui lo vediamo applicato pur qui a Gortyna.
La condanna a pagare il doppio per chi neghi
o rifiuti di pagare il prezzo semplice dell'ani-
male secondo la legge, coli'aggiunta xal ^e'ixrjv
nóh, fanno diventare il condannato debitore
dello stato e come tale incorre neh' àxifila (al-
meno secondo la legge ateniese) se insolvente.
Cfr. il decreto sugli àneXsv&eqoi (n. 148, lin.
ult.) e quanto ivi abbiamo osservato sulla for-
inola d-éfisv nóXi che ricorre anche nel n. 150
e in altre di queste antiche iscrizioni cretesi.
La legge ateniese sulla azione i§ovXrjg, ricor-
data da Harpokrazione e da Polluce, era (come
ora sappiamo dagli scolii ginevrini dell'Iliade)
segnata nel 9° (?) degli d^wvsg soloniani in que-
sti termini: èàv xig é'gCXXr) wv àv xig Stxrj vi-
xrjGr], of> àv dì-iov rj, xal elg Si]fxó(Siov òcf Xavst
xal xy lóiwvrj, èxaxéqoig, cfr. Dareste in Be-

rne de Philologie, XV (1891) p. 97, Nicole, ib.
p. 98.

Col. IV, 1-2, è incerto se la prima lettera della 1. 2
sia un A o un A e se si debba quindi supplire
à[naya]yóvxi oppure à[noSi]Sóvxi. L'àrtoStài che
troviam poi fa però aspettare piuttosto que-
st'ultima parola. Ma è anche incerto se questa
debba intendersi come un dativo sing. o come
una terza pers. plur. benché sotto abbiasi il sing.
zig ànoS&i. Il segno che precede la traccia di E
nella la lin. impedisce di pensare ad èXsv&eqov;
pare traccia di K o meglio di C. Dopo la trac-
cia di E l'asta può appartenere ad un P, ma
anche ad un A ; forse (ài) [e}neQov ànoàióàvTi?
cfr. r] ns'QTji nella col. seguente 1. 6.

1. 4 (XwfitXs'g, lezione certa; il A è sicuro come
veggo anche nel calco. Il vocabolo è affatto
nuovo ; lo spiegai già come un aggettivo com-
posto alla maniera di awcf Qwv, col significato di
incolume, sano di membra, aóog xà fisX-rj; ma
l'uso del neutro che io supponeva qui e sopra
(o zi, avróv) mal si spiega così, troppo debole
e inverisimile riuscendo la mia ipotesi che il
servo di cui si tratta fosse sopra chiamato aw[ia
piuttostochè foixevg. Certamente, come lo mo-
stra la congiunzione Sé nell'articolo seguente,
qui trattavasi dello stesso foixsvg di cui se-
guita a trattarsi poi. Meglio torna riconoscere
in (SbopieXég un composto da aàfia ed éXeìv usato
avverbialmente, come Sia[xjrsQég, ènàvayxsg e
significante la presura violenta di una persona,
prise eie corps o manus injectio. Così torna
aixóv maschile, e si deve leggere Sri non o xi
(cfr. 6xi àyrji, n. 151 I, 5). Si avrebbe dunque
il senso: " quod vero quis eum adprehenso
corpore restituat, simplum solvito, „ Abbiam
visto come con tal significato ben si adotti
ffwfisXég per la lacuna a col. I, 1. 54 della
Grande Iscrizione.

1.6 SmSiófxevov, qui troviamo imSiofica in un senso
diverso da quello che ha nelle col. I, II e VII; vedi
la nota a col. I, 8. Non è certamente passivo,
uso che sarebbe nuovo per questo verbo; è qui
medio intrans., mentre colà è trans.; non c'è
 
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