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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 7.1897

DOI Artikel:
Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [2]: l'ornamentazione geometrica
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https://doi.org/10.11588/diglit.8557#0108

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199

la situla italica primitiva studiata specialmente in este

200

quest' ultima tomba è, come dicemmo, analogo in tutto
ad uno atestino, che è parimenti più recente, spet-
tando ad una tomba del terzo periodo della civiltà
euganea (fig. 46).

Anche i vasi di forma affine alla situla, i così
detti calici delle tombe 1337, 2795, 2850, ov' erano
fibule serpeggianti e del tipo della Certosa, spettano
allo stadio recente della necropoli. Ora, se noi con-
sideriamo il tipo di questi vasi, e specialmente del
terzo, ci rendiamo facilmente conto della loro appar-
tenenza ad un tempo seriore in rispetto agli altri,
riproducenti il tipo rettilineo e puro della situla co-
nica. Quel tipo modificato di situla con la spalla con-
vessa e coi cordoni intorno, con tutto che non sia al
tutto estraneo ad Este, è da riguardare siccome pro-
prio e peculiare di S. Lucia, ove se n' ebbero vari
esemplari metallici. Appartenendo questi al periodo
posteriore della necropoli e gli esemplari fittili essen-
done una evidente derivazione e contraffazione, è giusto
credere che essi spettino parimenti allo stadio recente.

Al quale sono senza dubbio da assegnare le si-
tuie fittili fregiate di listerelle di piombo : sorta d'or-
namento, in tutto analogo a quello, che anche in Este
viene in moda nel terzo periodo. L'una di esse, quella
della tomba n. 500, ha le zone rosse e nere, estranee
al vasellame dell' età più antica ; l'altra, della tomba
n. 1796, interamente rossa, era accompagnata da tre
fibule serpeggianti, tipo attribuito con ragione dal-
l' Hoernes al momento posteriore della civiltà rappre-
sentata da quella necropoli. A S. Lucia riscontriamo
pertanto lo sviluppo massimo della decorazione a bor-
chie nel primo periodo, rispondente al secondo di Este, e
il suo graduale venir meno nel più recente, sincrono su
per giù col terzo atestino. Allora sottentra a S. Lucia,
come ad Este, l'altra tecnica decorativa delle laminette
metalliche : di piombo, anziché di stagno.

Se noi paragoniamo ancora una volta il mate-
riale di S. Lucia con quello di Este, dovremo in ul-
timo risconoscere, oltre al fatto incontestabile del
trapasso dell'arte dell' imbuii ettatura da Este a S. Lucia,
la decisa e spiccata inferiorità di svolgimento, ch'ebbe
in quest' ultima sede l'arte medesima ; la quale, irra-
diando ancora per poco nell' ambito della regione abi-
tata dalle genti illiriche, era quivi destinata a esau-
rirsi e perire. I motivi trattati con le borchie non

hanno a S. Lucia niente di propriamente nuovo, nè
di originale ; i tipi de' vasi, cui sono applicati, si ri-
ducono a due; lo stesso numero degli esemplari è di
gran lunga più scarso, se si tien conto della moltiplicità
enorme delle tombe esplorate a S. Lucia, di quello che
uscì fuori dalla necropoli atestina. Ai piedi de' colli
euganei i Veneti avevano elaborato, affinato, condotto
al più alto grado di svolgimento e di perfezionamento
la singolarissima ornamentazione, che fu materia delle
nostre indagini.

Lungo e non sempre agevole cammino abbiamo con
queste percorso attraverso a gran parte dell'Italia: dal-
l' Etruria all' Illirio, dalle spiagge del Tirreno agli
estremi lidi settentrionali dell'Adriatico. Procurammo
di non perdere di vista nessuno de' fenomeni, che ci
si paravano innanzi nella nostra peregrinazione : princi-
pali o accessori, complessi o isolati, di grande o di pic-
colo momento; perocché, a risolver la questione, che ci
eravamo proposta, di rintracciare le origini e seguire
il progressivo andamento e le ragioni e i modi e le
applicazioni svariate dell' arte dell' imbullettatura dei
vasi fittili, facea di mestieri la ricognizione coscien-
ziosa, piena e compiuta de' fatti.

Ben ci siamo avveduti che con tale metodo ci di-
lungavamo forse di troppo e ci scostavamo alquanto
dal soggetto essenziale di questa nostra monografia,
che si aggira intorno alla situla italica; ma quello
speciale tema de' vasi imbullettati, oltrecchè arriderci
per non essere stato mai insino ad ora materia di
sistematica trattazione, ci parve tutt' altro che estraneo
al soggetto medesimo, una volta che una classe nu-
merosa di essi vasi è costituita dalle situle fittili, le
quali, mediante le borchie, ebbero in Este una deco-
razione geometrica, che giunse, in questo tipo di vaso
appunto, al suo massimo splendore. A voler pertanto
farci chiari della genesi di tale decorazione, dovevamo
naturalmente estendere gli studi alle altre forme di
vasi, cui gli antichi ceramisti l'avevano appropriata.

Del resto, posto pure che una parte di questo ca-
pitolo si voglia da taluno riguardare come digressiva,
a noi basta che i cultori dell'archeologia paleoitalica
non disconoscano l'importanza dell' argomento, e ten-
gano conto dei risultati, a cui siamo giunti.

Gherardo Ghirardini.
 
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