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265

A TERRA VECCHI A PRESSO GRANMICHELE IN PROVINCIA DI CATANIA

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stile geometrico, di cui avrei ben voluto conoscere la
provenienza. Chiamato il contadino che da anni lavora
in quei terreni, appresi che pochi mesi addietro egli si
era imbattuto in due grotte artificiali, aperte negli strati
intercalari compatti del monte ; la piccola porta d' in-
gresso ne era barricata di massi, e l'interno quadrato
era in parte franato e riempito di terre; in questi am-
bienti rinvenne ossa e vasi, che furono da lui rotti ed
abbandonati ; ed in fatto numerosi rottami io raccolsi

Fig 48 bis.

in uno di codesti sepolcri, ma non mi fu dato rinvenire,
malgrado accurate ricerche, nessuno di essi vergine e
chiuso. Da tutti i cocci raccolti ho potuto ricomporre
parzialmente alcuni vasi, non privi d'importanza per
la storia della ceramica sicula ; sono torniti e cotti alla
fornace ; la creta dal suono metallico è rossa, rosea,
giallo-sporca, bigia, sempre commista a minuti tritumi
di lava ; le forme sono abbastanza decise e sicure. In
tutti i vasi la superficie è coperta di una tinta lattea
pallida, con vari toni, sulla quale sono poi delineati
i fregi geometrici a color bruno o rosso mattone ; tutti
i colori sono matti. Prima di esporre il mio avviso
su tali ceramiche, descrivo ed illustro comparativamente
il materiale.

1) Grande anfora restaurata e lacunata, a. cm. 40 i,
con due anse anulari impostate orizzontalmente al mas-
simo sviluppo del ventre.

I fregi sono resi evidenti dalla fig. 48 bis ; nei
campi metopiformi del ventre stanno inscritte delle
linee oblique colle estremità arricciate.

2-4) Frammenti spettanti a tre altre anfore diverse,
di minori dimensioni ma cogli stessi fregi ; in uno la
linea ondulata del collo è a curve più fitte.

II territorio di Siracusa od i limitrofi hanno dato
sin qui numerosi saggi di codeste anfore, ma tutte,
all' infuori di un solo caso, provengono da scavi clan-
destini o da scoperte fortuite ('). La tomba sicula del
terzo periodo, rinvenuta a Lentini ed illustrata dal
Cavallari, ne ha prodotto due esemplari (Notizie degli
scavi, 1887, pag. 301-304), eguali per tecnica, pros-
simi per forma e disegno ai nostri. La affinità con
questi è anche provata dalla presenza in essa di sco-
delloni analoghi a quelli, che più sotto descrivo. Due
altri si ebbero da una tomba simile di Ragusa, da me
edita in Notìzie, 1892, pag. 324 ; la sintassi orna-
mentale di codesti è pressoché eguale a quella del-
l' esemplare di Granmichele. Il Museo di Siracusa
possiede altre 24 anfore di questa famiglia ; presentano
delle varietà notevoli nella forma, nelle anse, talvolta
verticali, e nella decorazione ; ma la partizione del
ventre in campi metopiformi, talvolta con circoli con-
centrici inscritti, rimane costante. Disgraziatamente la
provenienza ne è sconosciuta, e solo per alcuni esem-
plari vagamente si afferma provengano dalla regione
circostante a Vizzini e Licodia Eubea. Due esemplari,
ora nel Museo di Gotha, furono acquistati sul mercato
antiquario di Siracusa, ma son d' ignota origine. Sono
dunque in tutto 30 esemplari.

5) Scodella rappresentata ad '/5 nell'unito disegno
(fig. 49) diam. cm. 23, con tre anse verticali ; sul piatto
del labbro alcune linee spezzate intersecantisi formano
rombi ; sulle spalle una ondulata, sul ventre triglifi e
metope aventi inscritti dei rombi legati, motivi tutti
propri anche alle anfore.

Nella necropoli sicula del 3° periodo del Finoc-
chito ho raccolto scodelloni analoghi, così di buona
creta ben cotta con pittura geometrica, come di pes-
simo impasto, muniti di anse verticali (Bull. Paletnol.
Ital., 1894, tav. IV, 7; V, la); è certo che alcuni

(') All'ultimo momento posso annunziare la scoperta da
me fatta di altre anfore eguali in sepolcri siculi del terzo pe-
riodo a Noto Vecchio ed al Finocchito (scavi 1896), sepolcri
non posteriori ai secoli VIII-VII.
 
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