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DI UN IìRONZETTO ARCAICO DELL,' ACROPOLI DI ATENE

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poli d'Atene ed ora conservati ivi nel Museo Nazio-
nale; per la prima volta, col permesso dell' Eforia Ge-
nerale, pubblicati qui alle fig. 4 e 5 ('), di cui la prima
ne esibisce due aggruppati come probabilmente erano
in origine. Questi sono molto corrosi; meglio conser-
vato il terzo. Come vide già il Furtw&ngler, il quale,
1. cit., p. 127, fa menzione del primo paio, appar-
tengono a un tripode di questa forma, e riempivano
lo spazio dell' archetto, del quale un pezzo resta at-
taccato all' elmo di uno dei guerrieri. Fusione mas-
siccia ; parte posteriore piatta e liscia, non cava come
nel bronzetto di cui al cap. I. Stile greco molto arcaico ;
le facce sono quadrate ed energiche con mento e zi-
gomi prominenti e contorno degli occhi romboidale,
rilevato ; le ciocche dei capelli presentano intaccature
regolari : il cimiero dell' elmo è decorato di triango-
letti e fasci di linee incise non visibili nella nostra
pubblicazione.

Nel tripode 1. che principalmente dobbiamo pren-
dere in considerazione, si ritrova lo stesso schema
fondamentale della serie precedente, ma con parecchie
differenze nei particolari. Le zampe di fiera, di uno
stile più arcaico e più robuste, hanno la parte supe-
riore non già conica, ma piuttosto piatta e priva d'or-
namenti, tranne una fascetta con strie incavate. Le
spranghette sorreggenti l'anello inferiore sono qui so-
stituite da tre coppie di serpenti attaccati dietro alle
zampe leonine colle code attorcigliate, e strette insieme
a metà del corpo da un anello, oltre il quale i colli
divergono colle teste avventate in fuori. Le aste me-
diano finiscono in palmette in mezzo a due steli ri-
piegati che portano ciascuno un bottone di fiore, pro-
babilmente di loto; le laterali vanno bensì a confondersi
in un arco, ma questo è affatto liscio, come tutte le
aste, e inferiormente è chiuso a guisa di corda da
una sbarra piana e sagomata, che da ciascun lato
è puntellata da un serpente attortigliato, e che serve
di base a una figura animale (una volta un bue,
due volte una vacca). Sul vertice delle palmette e
degli archetti, posa un anello orizzontale, che è sop-
presso nei tripodi vulcenti, mentre il riempimento degli

(') Da fotografie, di cui l'una favoritami dall'amico dott.
G. Biondi. Portano rispettivamente i nn. d'inv. 6589, G622, 6624 ;
l'altezza del primo, meno frammentario, è m. 0,14, del secondo
0,068, del terzo 0,060; la testa ha in tutti tre la medesima al-
tezza, m. 0,022.

angoli tra esso e gli archetti fatto con porzioni di
palmette, non manca di analogia con l'ufficio delle
anatre e degli Acheloi nei n. X e XII. Sul giro di questo
anello sono saldati busti di cavallo e leoncini alternati
in corrispondenza coi vertici degli archetti e delle aste
mediane, e tre altri leoncini son fissati sopra 1' anello
inferiore. La tazza o braciere manca presentemente,
ma ciò è solo per caso ; poiché, come bene osserva il
Furtwàngler, la caldaia (o qualsiasi altro oggetto so-
stenuto) non poteva posare direttamente siili' anello,
ed era necessario un membro intermedio, ossia il bra-
ciere, che pertanto si vede aggiunto nel restauro da
lui proposto dei pezzi di Olimpia ('). Quanto alle
concordanze di questi e del n. 3 coli' esemplare ora
descritto, esse sono state già messe in rilievo dal Furt-
wàngler stesso; le concordanze poi, che esistono fra
questo gruppo e quello dei tripodi vulcenti, risultano
così chiare dall' analisi fattane, da non lasciare in dub-
bio essere l'uno precursore dell'altro-; il che vedremo
confermarsi anche dalla disamina, che seguirà più
oltre, della decorazione.

Ma non dobbiamo arrestarci a questo punto, poiché
siamo in grado di ricostruire la storia del tipo, pro-
seguendone lo sviluppo fino a un principio più lontano e
semplice. A questo scopo possiamo valerci per la massima
parte degli elomenti già preparati dall' Undset (2) e
dal Furtwàngler (3), che sembrano avere intraveduto
anch' essi questo sviluppo; ma disporremo la materia in
modo, che meglio ne apparisca la successione.

Dell' idea molto ovvia e primitiva, di costruire per un
oggetto qualunque un sostegno, formato semplicemente
con tre bastoni uniti, già gli Assiri e i Caldei fecero
un uso molto largo, laddove gli Egiziani sembrano aver
preferito per arnesi di tal fatta il sistema a quattro
piedi, forse non senza un rapporto colla forma favo-
rita della piramide quadrangolare (4). Per limitarci

(') Olympia IV, tav. XLIX, c. La caldaia sovrapposta mi
pare enorme in confronto col sostegno, e si può per questo ri-
guardo dubitare del restauro.

(2) Westd. Zeitschrift, V, 1886, p. 235 seg.

(3) Op. cit., p. 126 segg. ; cf. Bronsefunde, p. 69.

(*) Cf. il sostegno a stanghette di legno con disposizione
piramidale presso Wilkinson, Manners and customs, 1837, II,'
p. 216, n. 180, ripetuto in Ancient Egyptians, 1854, I, p. 79,
fig. 91. Per l'uso di tale arnese come sostegno di vasi (qui è
una coppa), cf. anche la pittura ibid., tav. XII. Museo Britannico.
 
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