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323

DI UN BRONZETTO ARCAICO DELI,' ACROPOLI DI ATENE

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già tutto l'artificio della costruzione. L' esemplare a
è il più semplice, ma simile a b, da cui non diver-
sifica per altro che per la mancanza della decorazione
e delle zampe separate, mentre in esso le zampe sono co-
stituite dalla continuazione delle aste semplicemente ri-
piegate. Negli altri invece, e avanti tutti in b, al quale
principalmente per la sua eccellente conservazione bade-
remo, abbiamo zampe di fiera eseguite a parte, come nel-
l'esemplare La Garenne, tuttavia, per quanto d'un lavoro
ancor molto arcaico, non più appiattite superiormente,
ma già trasformate in cono coi suoi cinque buchi di-
stinti, tutti sopra il piano di sezione : i due posteriori
per le spranghe, che corrono dall' una all' altra, i tre

Pig. 16.

anteriori per le verghette che vanno in alto. Di queste,
che son tutte tonde e lisce, le mediane entrano con
la punta in un tubetto terminato da una rudimentale
testa di cigno o di anatra volta all'infuori (cf. La
Garenne), mentre le laterali s'inseriscono in una staffa
ad arco lavorata a parte (cf. Palestrina p. 312) (') sor-
montata da teste di bue, e di sotto decorata da testo
di cigno o anatra sporgenti, simili alle sunnominate
(così anche in d ; in c mancano) : e tanto questa come
il tubetto hanno ai lati due piastrine, che per mezzo
di chiodetti fissano le aste col collo, formato da un
cilindro di lamina senza fondo e profilato con una mo-
danatura (2). L' anello inferiore che è unito alle

(') Invece nell'esemplare La Garenne l'arco è semplice-
mente formato dalla curvatura delle aste.
(*) In parte restaurato.

spranghe per mezzo di tre chiodetti, è parimenti a
guisa di fascia, munita di tre apofisi piatte sorgenti
dal giro interiore e curvate in fuori per sorreggere
forse qualche vaso od altro ('). Le teste di bue in a
presantano un carattere prettamente greco-arcaico con
sobri ritocchi al cesello: più accuratamente model-
late parrebbero dalle parole di Cesnola (?). le simili
in c appartenenti a un grande tripode della stessa
forma, come si desume chiaramente dai resti del cer-
chio retrostante e delle aste di ferro inserite nell' ar-

Fig. 17.

chetto ; gli occhi, presentemente vuoti, dovevano essere
già riempiti di smalto (:ì). In d al posto delle teste
di bue, sono teste di leone, che presentano un aspetto
parimenti molto arcaico con i loro musi da cani bar-
boni, le orecchie diritte, il contorno della giubba a
raggiera, i particolari appena accentuati da qualche
frettolosa incisione; semplici e grossolane come in b
sono le zampe, appena ravvivate da due paia di strie
parallele attorno all' orlo.

L' alta antichità di questo tipo ci è attestata dai
tripodi a e b, i quali, per la loro provenienza, non
possono assegnarsi ad un tempo più recente, tutt' al

(') Cf. sopra p. 317, nota 2. L'anello di a è simile a b.
(*) Salaminia, p. 63.

(3) Cf. i grifoni di Palestrina, Reisch in Helbig, Fuhrer, II,
p. 411, e Olympia, IV, p. 119, n. 794 segg.
 
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