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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 7.1897

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Savignoni, Luigi: Di un bronzetto arcaico dell'acropoli di Atene e di una classe di tripodi di tipo greco-orientale
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https://doi.org/10.11588/diglit.8557#0176

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DI UN BRONZETTO ARCAICO DELL' ACROPOLI DI ATENE

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pia (') che vengono così a rompere la monotonia delle
zone animalesche. Una combinazione discreta dell' uno
coli' altro genere di figure si effettua nel seguente tipo
di Vulci, dove intanto la figura umana va ognora più
acquistando il predominio.

2. La decorazione dei tripodi vulcenti.

a) Gli ornati.

Cominceremo la nostra analisi da quelle specie di
capitelli che sormontano le aste diritte, il coronamento
delle quali ci presenta forme anche più svariate, che
nel gruppo precedente, e talvolta veramente bizzarre.
In alcuni casi i capitelli, ancora relativamente sem-
plici, hanno 1' aspetto di fiori (apparentemente gigli) a
due o tre petali lunghi e puntuti, che si aprono, ri-
piegandosi in fuori, da un calice campaniforme o a bot-
tone (I, II, IV, VII, Vili, IX, XI), ai quali talora (VII,
Vili) un' abile disposizione di stami e pistilli dà una
forma più leggiadra, ma sempre abbastanza natura-
listica. Negli altri casi invece (III, V, VI, X) è
una combinazione capricciosamente originale e multi-
forme di foglioline, palmette e steli ripiegati a spi-
rali e a volute in modo da risultarne un membro
architettonico a grazioso traforo, ma assolutamente
fantastico.

È stato già osservato per il gruppo di Metaponto,
come l'ispirazione per le forme dei capitelli sembri
venuta dall' Egitto (2). Lo stesso si può dire anche

per le forme, sia le più semplici, come le più com-
plicate, che riscontriamo nel tipo presente. Così un
capitello del tempo di Thutmes III ha la forma
di un calice a due voluto col caratteristico stilo
in mezzo, somigliantissima a quella di parecchi dei
nostri capitelli (3 ); in un'edicola della V dinastia si

(») Olympia IV, n. 74, 75, p. 23 seg.; cf. p. 130 sotto il
n. 822. Sono di stilo molto arcaico: il n. 74 u ein frùh-ionisches,
vielleicht samisches Werk, das den Mnfluss vorderasiatischer
Kunst noch deutlich sur Schau tràgt». Non è impossibile che
di un tripode simigliante abbia fatto parte la testina dell' Acro-
poli che ha pubblicata da una mia fotografia il Mariani nei
Monumenti dei Lincei, VI, fìg. 23 (a destra) p. 186 seg.; e
così anche le analoghe statuine, Martha, Art. étr. p. 319,
fìg. 217 e p. 506, fìg. 341 (cf. Paus. Ili, 18, 7). Si può per questi
pensare ad utensili simili a Micali. Mon. ined. tav. XXVII,
nn. 1 e 2. Cf. Olympia, III, p. 27, fig. 24 (Treu).

(2) Cf. addietro, p. 328.

(3) Riegl, Stilfragen, p. 64 fig. 20.

vedono parimenti su smilze colonne capitelli a fiore
di loto, che si dischiude toccando appena colla punta
il travicello soprastante ; su un' altra della stessa epoca
sono pure de' leggeri capitelli a traforo ; e ricchi ca-
pitelli a grandi fogliami, fiori e volute in uno svi-
luppo rigoglioso si vedono espressi in alcune pitture
murali ('). Quivi però non abbiamo che figure di ca-
pitelli; veri capitelli in pietra, costituiti su principi
ornamentali analoghi, li ritroviamo sopra stele di
Cipro, dalla cui cima svolgesi un pomposo ciuffo di
volute eseguite nello stile tipico ciprioto (2), e sopra
le colonne persiane, dove caratteristico, oltre alle pro-
tomi di tori o di liocorni, è quel pilastrino intermedio,
ricco di volute, che spesso sta alle medesime sotto-
posto (3). Tanto cogli egiziani, quanto cogli altri hanno
analogia i capitelli dei nostri tripodi ; ed anzi il con-
fronto coi primi illustra e conferma l'opinione del
Perrot (4), che quella foggia di capitelli sia dovuta
all' architettura finta e propriamente a quella appli-
cata ad opere in metallo, la docilità del quale in-
fatti permette all' artista di imitare a suo talento le
forme architettoniche e di crearne anche altre, che
per una architettura reale sono affatto inverosimili.
Una riprova di ciò 1' abbiamo, a mio avviso, nell' ef-
fetto poco felice, che produce così la traduzione di
simili forme in pietra nelle mentovate stele di Cipro,
come anche quello strano ammasso di forme diverse,
onde sono sovraccariche le lunghissime colonne per-
siane, poco adatto alla materia di queste.

Oltre che a questa loro origine, le graziose forme
dei capitelli dei nostri tripodi, ci fanno pensare al-
l' analoga applicazione di forme tectonico-ornameutali
in oggetti diversi della ormai spesso ricordata me-
tallotecnica ionico-calcidese, come anfore, oinochoai,
patere, specchi, ecc. (5). Nei caratteristici manichi o
sostegni di quelli è particolarmente notevole pel
caso nostro, oltre alla palmetta inferiore, quel pezzo
superiore d'attacco, il quale ò costituito ordinariamente
da palmette, volute e fioriture varie, che concordano

l1) Perrot-Chipiez, op. cit., I, p. 541 segg., fig. 311-220; cf.
anche i capitelli nella tazza di Ninive citata a p. 328, nota 3.

(2) Perrot-Chipiez, op. cit., III, p. 216, fig. 152. Ohnefalsch-
Richter, Kypros, tav. XXVI. Riegl, Stilfragen, p. 105, fìg. 41.

(3) Perrot-Chipiez, op. cit., V, p. 492 segg., fìg. 312-317 e
passim ; cf. poi sopra p. 285, nota 5.

(4) Op. cit.. I, p. 542 segg.

(5) V. sopra, p. 329, nota 3.
 
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