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333

E DI UNA CLASSE DI TRIPODI DI TIPO GRECO-ORIENTALE

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dono evidentemente da prototipi egiziani ('). Nella
stìnge invece del n. 2, fornita di ali e con alto dia-
dema in capo, si nota piuttosto una imitazione di
un modello asiatico, trasformato tuttavia alla maniera
greca, come nella nota Sfinge di Spata, opportuna-
mente ricordata da Furtwangler (2); e parimenti i
grifoni, che probabilmente tenevano lo stesso posto
in tripodi somiglianti (3), sono del solito antichissimo
tipo che ricorre nei prodotti artistico-industriali dei
Greci d' Oriente Per questi tipi dei grifoni e delle
sfingi, e fino a un certo punto per l'uso decorativo del
toro incedente (sebbene trasformato nel tipo fantastico
dell' « Acheloo ») ritroviamo una certa parentela ancho
colla ricordata classe di vasi discussi da Dùmmler (5).
Inoltre la disposizione stessa di tutti questi esseri fanta-
stici o puramente animali nel giro dei tripodi ci ricorda
le zone d'animali tanto dei detti vasi, quanto dei corinzi
e degli attici da questi dipendenti (fi), ed un' analogia
ancora più stringente la ritroviamo, oltre che nel ci-
tato vaso di Amatunte, in un' anfora a f. n. del Museo
archeologico di Firenze, la quale appartiene, insieme
ad un' altra con cui fa il paio, alla classe di vasi del
così detto stile tirrenico (7). Quivi infatti in una ma-
niera affatto simile a quella, onde si presentano i buoi
e le sfingi suddette, vedesi un leoncino collocato sulla

(') V. p. es., il Icone di Gebol Barkal presso Mitchell, Eist.
of ano. sculpture, p. 51, %. 26, ed anche il leoncino aureo di
Micene, Perrot-Chipiez, op. cit., p. 824, fig. 402 : cf. anche Furt-
wangler, 1. cit., p. 152 a proposito del n. 964.

(2) L. cit, n. 819, p. 130. Le ali ricurve in su sono di uno
stile perfettamente greco, a giudizio del medesimo presso Ro-
scher, Lex.ikon, I, col. 1758, s. v. Gryps; cf. Bronzofunde, p. 53.

(3) L. cit., n. 817, 818.

(4) Cf. Furtwangler presso Roscher, 1. cit.

(5) Cf. sopra p. 330. Pei due vasi coli' Acheloo v. p. 283,
nota 6. Si badi poi alla connessione di questi vasi colla mc-
tallotecnica ionica: cf. Schumacher, Praenostinischc Cisto,]). 74.

(G) Cf. anche Fricderichs, 1. cit.

(7) Galleria dei vasi, vetrina X, n. 1788. Davanti al per-
sonaggio seduto sta un uomo col caduceo, dietro stanno duo
uomini barbati; nel rovescio è un uomo a cavallo in mezzo a
quattro barbati stanti; appresso a lui vola un'aquila con una
serpe attortigliata al suo collo, la quale ci ricorda un tipo
ovvio nelle monete di Calcide (cf. Head, hist. num. p. 303 sgg.).
Per l'anfora compagna e per lo stile in genere cf. appresso
p. 342, nota 1. Un elenco di siffatti vasi è dato da Gsell, Fouilles
de Vulci, p. 502 seg., nota 3, dove le due anfore di Firenze
e un'altra simile d'Orvieto, citata alla nostra p. 342, sono ri-
spettivamente indicate colle lettere L, M, O. È cosa degna di
essere rilevata, che su 14, di cui si conosce la provenienza,
8 sono di Vulci e 5 di Orvieto, cioè della città che aveva
stretti rapporti colla prima.

spranghetta inferiore d'un trono (tìg. 20) ; maniera
che alla sua volta concorda con quella d'un rilievo
assiro, dove in tal sito si vede scolpito un cavalluccio
bardato ('). Infine non sarà inopportuno notare, che
forse ancora nella costante direzione delle figure verso
destra, siano esse giacenti o camminanti, possiamo ri-
trovare uno dei segni del rigido arcaismo (2).

Mentre pertanto e il genere degli elementi de-
corativi qui messi in opera, e la maniera stessa di
adattarli ci dimostrano che lo stadio di sviluppo,
rappresentato dal piccolo gruppo 1-3, cade nell'epoca

Fig. 20.

del grande rigoglio dell' arte greca orientalizzante ;
i particolari stilistici e le concordanze già notate
ci conducono a determinarne più precisamente la
cerchia, quella cioè dell' arte ionica, sia che questi
prodotti siano stati importati direttamente dall' Oriente
ellenico, sia che provengano dalle officine delle colonie
della Magna Grecia; ciò che almeno per l'esemplare
mctapontino sembra più probabile. Quegli elementi
poi, se sono per la massima parte dedotti dal regno
animale o dal repertorio mitologico-fantastico dell' arte
orientale, non escludono tuttavia già in questo periodo
l'introduzione della figura umana, come si desume dai
frammenti n. 3 di Atene, ed anche, se giusta è l'ipo-
tesi del Furtwangler, da due frammenti di Oliui-

(') Rawlinson, 1. cit., p. 394. Nel trono è rappresentato
seduto il re Sargon.

(2) Cf. Loeschcke, Arch. Zeitung, 1876, p. 113 segg.
 
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