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E DI UNA CLASSE DI TRIPODI DI TIPO GRECO-ORIENTALE

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sono per noi del tutto chiare, questo solo non ci au-
torizza a cercarne la spiegazione al di fuori della
cerchia d'idee de' Greci, mentre le figure stesse con-
cordano coi tipi ovvi appo i medesimi. Dei Sileni e
delle figure con calzari alati or ora diremo; di Er-
cole imberbe, colla pelle di leone tirata fin sulla testa
e affibbiata davanti alla vita, del resto nudo o con
corto chitone, e colla clava impugnata, mi basti no-
tare che è dello stesso tipo di quello del citato piede
di candelabro perugino (').

Se non proprio con la scena ora esposta, almeno coi
tipi di essa si può connettere in qualche modo il gruppo

dipendono da modelli greci (1' esemplare del Museo Gregoriano,
Helbig, Fùhrer, II, p. 313, n. 26, molto affine per lo stile a quello
già ricordato di Firenze p. 347, è ai miei occhi prettamente
greco; la pubblicazione è insufficiente). Si noti che negli esem-
plari più accurati vi è tra i combattenti un oggetto intermedio
(cerva, idra, testa di cinghiale ecc.), come p. e. in analoghe rap-
presentanze di Eracle e Apollo. Non sarebbe quindi improbabile
che quell' oggetto non mancasse nello schema originale, il quale,
creato a scopo decorativo, ebbe una perfetta simmetria nelle
figure; e che l'omissione dell'oggetto in qualcuno dei prodotti
puramente industriali abbia dato alla composizione un' apparenza
di monomachia. Non potrebbe allora trattarsi di una coopera-
zione della dea con Eracle, piuttosto che di una contesa per la
preda ? Il che pare verosimile, avuto riguardo specialmente ai
casi in cui v'è 1' idra, p. e. Museo Gregor., I, tav. LXI, 8, dove
la dea sta al posto, che in altri esempi occupa Iolao, come in Ba-
belon et Blanchet, Catal. des bronzes ecc., p. 581 (anche Braun,
Annali d. Inst., 1853, p. l'27, pensa a « dea ausiliare »). Tuttavia
una vera monomachia, che viene interrotta per altrui intervento
(come quella di Eracle e Kyknos nella lamina di Perugia, Petersen,
1. cit., p. 274 segg.), si vede nel vaso Gerhard, Auserl. Vasenb. II,
tav. CXXVII (ionico secondo Diimmler, Ròm. Mitili 11,1887,
p. 174, n. X; cf. Purtwiingler presso Roscher, Lexikon, I, col. 2221,
lin. 50. Walters, Catalogue of the greek and etruscan vases in
the British Museum, II, p. 66, B 57), e forse lì è da supporre
un mito dimenticato : si potrebbe pensare, per la presenza dei
lebeti, a un mito parallelo della lotta pel tripode coli'inter-
vento di Artemide invece di Apollo. Il nomo di Diana fu pro-
posto pure per i gruppi in bronzo, dove b la cerva (Braun,
1. cit, ; v. invece Peter, 1. cit, I, col. 2263, lin. 59 : cf. la simile
scena con Apollo nell' olmo vulcente sopra p. 289, nota 3. Purt-
wiingler presso Roscher, 1. cit., I, col. 2200,1. 48) ; ma non è da
escludersi anche quello di Athena così per questi, come pel
detto vaso (cf. Diimmler, Petersen, 11. citt. ; Babelon et Blanchet,
op. cit., n. 579-80 « Héraclès et Minerve combattant ». Pel Wal-
ters, 1. cit., è Hera). Lo stesso tipo di dea combattente offre
anche una statuetta (etrusca ?) del Museo Archeologico di Fi-
renze, ed. Gori, Mus. etr., tav. XXV.

(!) Petersen, 1. cit., p. 296, n. 196. Cf. anche Schone, Museo
Bocchi, p. 160, n. 669, tav. XVIII, 2 ; poi la lamina di Perugia
con Eracle e Kyknos, Petersen 1. cit. p. 274 segg., e il rilievo
dell' elmo, di cui sopra p. 289, nota 3. In genere v. Furtwiingler
presso Roscher, Lexikon, I, col. 2147-49.

del n. XI (fig. 27) : sì la movenza, che 1' aggruppamento
dei due giovani concorda coi Sileni di quella, mentre
essi per la loro natura convengono piuttosto con B 2
dei n. VI-IX e B 3 del n. X. La corta camicia a
piccole maniche, aderente al corpo e cinta da una
larga fascia, di cui uno dei capi penzola sul davanti, si
ritrova tale e quale in un kriophoros cretese in bronzo (')i
il quale alla sua volta corrisponde a quel tipo di krio-
phoros, che è comune sulle urne capuane (2). Nò dissimile
è la tunica dei due servi su un' anfora di Monaco at-

Fig. 27.

tribuita a fabbrica ionica (3), e dei cacciatori nel vaso
ceretano con Busiri (4), dove anche col perizoma degli
Etiopi ha una certa analogia la fascia predetta (5). È poi
curioso che si ritrovi questo stesso abito in una figu-
rina di piombo spettante all' epoca « micenea » (G).

Di oscuro significato sono i tre gruppi separati
del n. X A, per la mancanza di segni caratteristici,
non potendo considerarsi come tali le alette alle scarpe
di qualcuna delle figure; esse possono tutt'al più ri-
condurre le scene nella sfera mitologica (il che è ve-

(') Annali d. Inst., 1880, tav. S, p. 213 segg. (Milchhofer).

(2) Monum. d. Inst. XI, tav. VI, 2-2«, 3-3a, 4 ; cf. An-
nali, 1879, p. 143 segg. Si distinguono per la nudità e per lo
stile più avanzato.

(3) Studniczka, Iahrb. d. Inst, V, 1890, p. 146.

(4) Monum. d. Inst., Vili, tav. XVI seg.; cf. Masner, Samm-
lung ant. Vasen Terracotten im oest. Mus., p. 21, n. 217, tav. II.

(5) Cf. il gruppo di due donne (?) sopra p. 360, nota 1.

(6) Tsountas, Mvxfjvcti, tav. XI.
 
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