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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 7.1897

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Mariani, Lucio: Statue mutile di un gruppo marmoreo rappresentante Teseo ed il Minotauro
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https://doi.org/10.11588/diglit.8557#0199

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381

DI UN GRUPPO MARMOREO RAPPRESENTANTE TESEO ED IL MINOTAURO

382

Atene ('), dove Teseo è sempre raffigurato più giovane,
più svelto e anche più piccolo di Sinis, di Skiron e
di Procruste ; e, per quanto puossi giudicare dallo stato
frammentario, questo era anche il caso della metopa
che ci offre lo stesso soggetto del nostro gruppo.

Nel musaico Allegranza di Napoli (2) è poi fin
troppo esagerata questa differenza, evidentemente per-
chè si tratta di opera di tempi tardi. Ma nelle rap-
presentanze vascolari, ove le necessità di equilibrio
estetico del gruppo, non erano così imperiose, come
nella plastica, la figura di Teseo è quasi quella di
un fanciullo di fronte al gigantesco Minotauro. Nel
nostro torso invece la gioventù di Teseo è, oltre che
nella statura, indicata nella muscolatura; invece pel-
ai tri particolari anatomici l'eroe si mostra uomo adulto.

Anche le differenze di forme trovano spiegazione
nella natura belluina del mostro, la quale è molto
bene espressa, essendosi dato alle forme umane un carat-
tere bovino, e determinandosi perciò un contrasto colla
gentilezza del tipo dell'eroe. Ciò apparisce nella pittura
vascolare del V secolo ; nelle sculture è meno evidente,
ma non si può non riconoscere. Nelle metope già citate
la figura dell' eroe è svelta, ma la muscolatura, trat-
tata con effetto, si disegna vigorosamente, perchè deve
esser veduta da lontano, e forse sembra più modellata
a causa della luce radente con cui sono eseguite le
riproduzioni, delle quali solo posso disporre.

Queste differenze di forme non sono poi tali fra i
due torsi quali sembrano a prima vista; esse si
riducono in sostanza al trattamento dei peli e delle
pieghe della pelle nel Minotauro, le quali cose pos-
sono anche essere una reminiscenza tradizionale o
dipendere dalla tecnica da cui derivano.

La maggiore ed assoluta differenza sta nella strut-
tura del pube, che nel Minotauro ha lo schema trian-
golare con riccioli simmetrici, rilevati in alto in una
linea orizzontale e che, lateralmente allo scroto, non
lasciano quasi alcun vuoto presso le gambe. Nel Teseo
invece la disposizione e il movimento dei peli è più
naturale ; questi non sono schematici, e si distaccano con
solchi nudi dall'attaccatura delle cosce. Se nel Mino-
tauro queste parti si fossero meglio conservate, forse vi

(') Bruiin-Briickmann, Donkmacler d. Kunst. 152, 153;
Moti. Instit. X, tav. XLIII, XLIV.

(2) Stephani, pag. 75 ; Gerhardt, Neapels antike Bildwerke,
n. 1433.

avremmo trovato qualche cosa che avrebbe ricordata la
sua natura belluina. Ora queste differenze non possono,
rigorosamente parlando, chiamarsi di stile ; sono piut-
tosto differenze formali, che trovano la spiegazione nella
natura del soggetto. Avrebbero una importanza stili-
stica, se vi concomitasse una varietà anche nelle altre
forme; invece non è così.

Il torso del Minotauro rivela una perfetta cono-
scenza della anatomia umana ed una libertà nel mo-
vimento dei muscoli, che è in contraddizione coli'ar-
caismo di quelle parti, delle quali ora parlavamo.
D' altronde il torso del Teseo non è del tutto scevro
di qualche reminiscenza di stile più antico; vedasi
ad esempio la piega rigida orizzontale che fa la vita
nel curvarsi. Si noti inoltre il movimento compassato,
con cui la figura si piega, perocché v'è una simmetria
perfetta nei due lati del torso; particolare che nel
Minotauro non si riscontra: e ciò apparirà più chiaro
quando cercheremo di ricostruire il gruppo.

Dimostrata l'appartenenza dei due frammenti al
medesimo gruppo, vediamo ora in che modo questi
potevano essere uniti.

Tra le moltissime rappresentanze di questo sog-
getto, che noi conosciamo ('), non ve n'è alcuna
che si attagli esattamente al nostro gruppo; vi si
possono però trovare gli elementi per la composizione
di esso.

È stato notato dallo Stephani e dal Conze che lo
schema originario e costante del gruppo in questione
ci presenta Teseo a sinistra, il Minotauro a destra. Ciò
è naturale pel fatto che Teseo minaccia colla spada
il mostro ; e quindi il lato che si presta meglio alla
vista del riguardante è il destro. Ma tale schema
persiste, con pochissime eccezioni, anche nell' arte po-
steriore, quando Teseo non si serve più della spada;
e lo troviamo in quasi tutti i monumenti vascolari
del V secolo (:f), nelle sculture, nelle monete, ecc.
Viene quindi subito in mente di porre anche nel nostro
gruppo Teseo a sinistra e il Minotauro a destra. E

(1) Le principali si trovano citate in Stephani, Der Kampf
zwischen Theseus und Minotaurus; Jahn, Archaeologische Bei-
tràge, pag. 257 segg. ; Conze, Theseus u. Minotauros, 38 Ber-
lin. Winckelmanns progr. 1878; Milani, Tazza con rappr. del
mito di Teseo, Museo ital., Ili, pag. 209 segg. ; Ghirardini,
vaso di Capannori in Notizie 1893, pag. 405 e segg.

(2) Fa eccezione Chachrylion, Milani, op. cit., tav. II..
 
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