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LA VILLA POMPEIANA DELLA PISANELLA

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si rasentò il muro che divide la cucina dalle camere
da bagno, quindi si spogliò il larario della cucina, e
si venne a toccare un grande serbatoio per acqua,
fatto con lamina di piombo, che per la sua grandezza
non si pensò a rimuovere. Infine con altro cunicolo
si traversarono tutte le camere da bagno, e con altro
più breve si uscì dalla prima cameretta del bagno
menzionata, e si girò all' esterno l'angolo del fab-
bricato.

Nel decembre 1876 gli scavi cessarono, e le pa-
reti e le stanze rimasero da prima scoperte, poi col
tempo si riempirono di terra fino a metà dell' altezza ;
quindi la parte superiore di esse ben presto fu de-
molita, ed in quel punto non apparve più che un
avvallamento del terreno ingombro di cespugli.

Così rimasero le cose fino al 1894. Il 10 settembre
di quell' anno il sig. Vincenzo De Prisco, proprietario
del terreno limitrofo a quello ove erano avvenute le
scoperte Pulzella, per propria iniziativa fece mettere
mano a grandi lavori di sterro collo scopo di rintrac-
ciare tutte le camere e d'isolare 1' edificio. L'impresa
non era certamente facile, avuto ancora riguardo al-
l'alto strato dei materiali vulcanici che nascondevano
il fabbricato, ed alla loro resistenza; ma fu condotta
colla massima cautela ed ordinatamente ; cioè inco-
minciando dalle parti già note per gli scavi prece-
denti, e, mano a mano che si progrediva, restaurando
e rinforzando le parti scoperte, affinchè il monumento
rimanesse nello stato in cui si trovava.

Gli scavi De Prisco si può dire che seguitassero
senza interruzione fino al giugno del 1895. E questo
tempo fu bastante per rimettere all' aperto le camere
dei bagni, la cucina, un atrio, i torcularì e parte di
una cella vinaria; il che era più che sufficiente per
determinare che quei ruderi appartenessero ad una
villa rustica. Nel corso di questi scavi importantissime
furono le scoperte di oggetti che furono raccolti nei
vari ambienti. Si trovarono casse ed armadi negli
ambulatori del cortile, masserizie di legno e di bronzo
nel torculario da vino, e quivi pure, entro un ripo-
stiglio, una quarantina di vasi d' argento e moltissime
monete d' oro. Dispersi poi nei piani superiori, e per
le altre camere, vasi di vetro e di bronzo, anfore,
utensili da lavoro, insomma tutto quanto poteva ap-
partenere a decoro di un quartiere signorile, ed a
corredo di una villa rustica.

Allora fu fatta una breve menzione delle scoperte;
anzi fu pubblicata una piccola parte della pianta del
fabbricato, cioè tutta 1' ala che corrispondeva al quar-
tiere signorile {Notizie, 1895, pag. 207 ; Roem. Mitth.,
1894, voi. IX, p. 349). Ma si trascurarono le circostanze
dei ritrovamenti, le note ed i particolari del ricco cor-
redo, perchè era sorto il dubbio che i più pregevoli
oggetti provenissero da altro luogo.

Dopo quasi un anno d'interruzione, cioè il 4 mag-
gio 1896, si ripresero gli scavi della villa col fine di
spurgarla completamente e di circondarla all'esterno
in modo da poter pienamente riconoscere se quella
fosse stata isolata, ovvero avesse avuto qualche attacco
con altra fabbrica.

Fui chiamato ad assistere a queste nuove ricerche,
e ne scrissi breve relazione edita nelle Notizie, 1896,
p. 234. Con questi lavori si riconobbe che 1' edificio
era tutto isolato, e che al di là della strada aveva
il suo termine. Venne così esplorata tutta quanta
la fabbrica, eccezione fatta di quella zona che risponde
sotto ai limiti della via pubblica, sotto la quale ri-
mane ancora inesplorata soltanto una camera intera.

In quell' occasione ebbi agio di raccogliere prove
certissime tanto su quello che riguardava il fabbricato
nei più minuti particolari della sua struttura, quanto
sulla distribuzione degli oggetti nei vari ambienti
ove furono trovati ('). Per l'insieme di questi dati
di fatto sono quindi in grado di dare una completa
descrizione della villa pompeiana detta della Pisanella.

La villa aveva pianta rettangolare, lunga sulla
fronte m. 39,70, sui lati m. 25,50. Aderente al suo
lato destro era annesso un piazzale scoperto, cinto da
muro basso, che per un tratto di dieci metri formava un
prolungamento della facciata, quindi assumeva forma
rotonda ed andava a chiudersi alla metà del lato mede-
simo (tav. XIV, Z). Il terreno, ove sorgeva la fabbrica,
era pianeggiante per natura e per artificio sul dinanzi e
lungo il fianco sinistro ; saliva poi lungo il fianco de-
stro, in modo che l'angolo interno trovavasi ricoperto per
circa un metro di altezza. L'aspetto esterno del fabbri-
cato mostrava chiaramente due diverse maniere di

(') È mio dovere di rendere pubblicamente nota la genti-
lezza del proprietario sig. Vincenzo De Prisco, che mi fu pro-
digo di notizie per tutti quei trovamenti, che furono i più
ricchi, e che avvennero in precedenza agli scavi ai quali assi-
stetti.
 
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