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nell' antica apulia
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eludere che questa gente praticava ancora il rito neo-
litico di scarnire i morti, e probabilmente, cosa anche
più barbara, si trattava di una scarnitìcazione abba-
stanza rapida, che rispettava i legamenti. Infatti le
ossa erano sempre al loro rispettivo posto ; in qualche
i legamenti. E ad una scarnitìcazione manuale e di
poco posteriore alla morte accenna pure la rituale de-
posizione del coltello siliceo presso il cranio, dall' Orsi
osservata più volte in antichissime tombe siciliane ana-
loghe alle nostre (') e da me pure notata di sopra.
Fjg. 29.
cranio da me salvato e portato a Napoli, ripulendolo
poi della terra che conteneva, trovai alcune vertebre
Passiamo ora alla vera cella o grotta funebre. Con
molta sorpresa, dopo aver accertata la verginità del
Fig. 30.
cervicali e falangi delle dita, entratevi per lo schiac-
ciamento subito, ed indizio che le mani erano raccolte
sotto il mento; in altri casi osservai proprio in situ
1' incrociamento delle braccia sotto la testa. Ciò
non si sarebbe verificato in niun modo se gli sche-
letri si fossero disciolti nelle singole ossa, perdendo
Monumenti antichi. — Vol. Vili.
pozzetto, trovai l'ingresso della cella aperto. Un grosso
lastrone, che servì di chiusura, era scivolato per metà
dentro, rompendosi in parte : esso era rozzamente squa-
(') Nelle necropoli eneolitiche di Melilli e Castelluccio
(v. rapporti relativi nel Bull, di Paletti, it., XVII e XVIII).
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nell' antica apulia
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eludere che questa gente praticava ancora il rito neo-
litico di scarnire i morti, e probabilmente, cosa anche
più barbara, si trattava di una scarnitìcazione abba-
stanza rapida, che rispettava i legamenti. Infatti le
ossa erano sempre al loro rispettivo posto ; in qualche
i legamenti. E ad una scarnitìcazione manuale e di
poco posteriore alla morte accenna pure la rituale de-
posizione del coltello siliceo presso il cranio, dall' Orsi
osservata più volte in antichissime tombe siciliane ana-
loghe alle nostre (') e da me pure notata di sopra.
Fjg. 29.
cranio da me salvato e portato a Napoli, ripulendolo
poi della terra che conteneva, trovai alcune vertebre
Passiamo ora alla vera cella o grotta funebre. Con
molta sorpresa, dopo aver accertata la verginità del
Fig. 30.
cervicali e falangi delle dita, entratevi per lo schiac-
ciamento subito, ed indizio che le mani erano raccolte
sotto il mento; in altri casi osservai proprio in situ
1' incrociamento delle braccia sotto la testa. Ciò
non si sarebbe verificato in niun modo se gli sche-
letri si fossero disciolti nelle singole ossa, perdendo
Monumenti antichi. — Vol. Vili.
pozzetto, trovai l'ingresso della cella aperto. Un grosso
lastrone, che servì di chiusura, era scivolato per metà
dentro, rompendosi in parte : esso era rozzamente squa-
(') Nelle necropoli eneolitiche di Melilli e Castelluccio
(v. rapporti relativi nel Bull, di Paletti, it., XVII e XVIII).
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