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da circostanze fortuite, o se realmente le tribù della
costa fossero più belligero delle altre, non siamo an-
cora in grado di affermare.

c) La ceramica.

Ultimo rimane lo studio dei vasi, che noi consi-
dereremo sotto il duplice aspetto delle forme e della
decorazione. Dell'antichissima ceramica del 1° per.
qui, come altrove, è perduta ogni traccia. Noi siamo
davanti ad un complesso tutto nuovo di forme e di
ornamentazione, e questa circostanza è 1' unico argo-
mento di qualche peso in appoggio a quella teoria
che fra la civiltà del 1° e del 2° per. siculo vuol
vedere una separazione netta e profonda non solo, ma
altresì una diversità di gente ; argomento che perde
molta della sua gravità, se invece di considerarlo iso-
latamente, si mette ad esso in antitesi la persistenza
del rito funebre e delle forme sepolcrali ; per modo
che esso resta, come la evoluzione dell' arte e della
ceramica greca, un fenomeno puramente interno della
vita del popolo siculo, dovuto, a quanto pare, a quelli
stessi fattori esterni che determinarono la trasforma-
zione delle cultura eneolitica del 1° per., in quella
del bronzo del successivo.

Prendendo le mosse dal vaso principale, tav. Vili,
fig. 4, precedentemente descritto, si vede che tale
forma era assai diffusa e quasi consecrata dalle con-
suetudini funebri di Pantalica ; malgrado le sue di-
mensioni colossali, si raccolsero nella stessa tomba
frammenti di altri vasi maggiori; e poi in essa ed
in altre otto esemplari di varia grandezza fino al vaso
in miniatura fig. 3, alto soli cm. 14. Codesti vasi a
stralucido rosso, che talvolta assume un tono marrone,
col bacino ora liscio, ora a baccellature od a solchi
verticali, partono tutti da un concetto fondamentale
comune, perchè hanno lo stesso uso pratico, reale nei
maggiori, simbolico o convenzionale nei minuscoli. Se
nessuno dubiterà che i grandi bacini di Thapsos,
Cozzo Pantano e Milocca, diversi da questi solo per
l'orificio più aperto, abbiano contenuto acqua e liquidi
per i banchetti dei morti, non escluderà la stessa de-
stinazione anche per quelli di Pantalica, malgrado
che in uno sia stato trovato, per eccezione, lo sche-
letro di un coniglio (N. 129); fra i due gruppi v' è
unque un' intima relazione di forma e di uso, in

,ica 104

quanto erano dei lebeti o crateri. In Sicilia non trovo
altri vasi che ripetano questo gruppo di Pantalica ;
nel mezzodì della Spagna si hanno numerosi bacini,
simili a grandi calici, a bocca aperta, piuttosto prossimi
ai costieri (') ; ma forse non conviene spingere tanto
lontano le ricerche. Persino nell' Egeo vi è una cera-
mica con vasi consimili (2); ma a parte la talvolta ca-
suale concomitanza di forme, di gran lunga più vi-
cini ai nostri sono gli esemplari della bassa Etruria
e della regione falisca, con bacino globare, dipinti in
rosso e derivanti, credesi, da esemplari in rame ; ma
di essi più sotto.

Dai bacini-crateri non vanno disgiunte le anfore ; il
Museo ne possiede una bella serie di grandi, alcune mez-
zane, e poche minuscole (tav. IX, fig. 5-7), tutte mu-
nite di due anse oblique, impostate a metà del ventre ;
altre più piccole, allungandosi e restringendosi il collo,
diventano vere bottiglie, o fiaschi; in tutta la cate-
goria è applicato lo stralucido rosso, talvolta cupo;
unico nel suo genere per la decorazione 1' esemplare
riprodotto nella fig. 8 (testo). A Thapsos (tav. Vili, 22,
pag. 39, fig. 29) noi vediamo le stesse anfore, ma a
corpo più tozzo e depresso, e, come tutta la ceramica
di quella necropoli, senza colore; quivi stesso nume-
rosi gli esemplari piccoli, vere bottiglie, però monoan-
sate, decorati a punta (tav. VII, 18). Due esemplari
colossali derivano dalla tomba di Caldare in quel di
Girgenti, la quale, unica sin qui, ha anche fornito
vasi in lamina {Bull., XXIII, tav. II, 3, 4). Tutto
questo materiale, proveniente da necrop. del 2° pe-
riodo, costiere o montane, costituisce, malgrado l'as-
senza del colore rosso nei vasi della marina, un unico
gruppo ; ed io mi sono ingegnato di mostrare (3) che
questa forma, forse derivata da qualche raro campione
in lamina, introdotto sulle coste coi commerci micenei,
nou è stata estranea alla immensa diffusione che avrà
poi nel 4° periodo 1' anfora geometrica. Alla forma
dell' anfora e del fiasco biansato si attacca un altro
vaso che da essi emana, e che ebbe molta fortuna in
quell' epoca ; voglio alludere ad una lunga serie di
fiaschi cuoriformi mezzani e piccoli, con un solo e

(') Siret, o -c. LXII, 86 di El Oficio, XX di Zapata, XVIII
di Ifre.

(2) 'Ecp^usQÌg 'àqxuioX., 1898, tav.

(3) La necrop. di Licodia Eubea ed ì vasi geometrici
del quarto -per. siculo {Roe.m. Mitth., 1898, p. 348 e segg.).
 
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