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orientali. Così resta, come principio fondamentale, la
unità di razza e di coltura nelle popolazioni dell' i-
sola che dal periodo eneolitico vanno sino ai tempi
storici; la distinzione fra Sicani e Siculi, puramente
nominale, può giovare come differenziazione cronolo-
gica fra i Siculi antichissimi ed i recenziori.

Fatte queste premesse, a me pare che a Panta-
lea niente contraddica alle relazioni di progressione
fra il 1° ed il 2° per.; sono gli stessi sepolcri, la
stessa forma, gli stessi particolari di chiusura, espres-
sione materiale delle stesse idee animistiche e rituali
che presiedono al culto dei morti. Solo nel sistema
di deposizione si avverte una modificazione, che però
non è rito nuovo, cioè la sostituzione di seppellimenti
a famiglie od individui subentrati a quelli a masse

0 generazioni; modificazione corrispondente ad un in-
gentilimento del sentimento e del culto funebre. Al-
l'oscena scarnitura, forse nemmeno generalizzata nel
1° per. (e lo attesterebbero le non infrequenti depo-
sizioni con uno o pochi individui), subentra il costume
più umano e gentile di deporre il morto o accocco-
lato, o seduto a funebre banchetto, o adagiato cogli
arti piegati in atto di riposo. La ceramica di Panta-
lea, lo riconosco, è diversa da quella del periodo
precedente, ma anche gli ornamenti della persona e
la varia suppellettile lo sono del paro ; è la rivoluzione
dovuta alla nuova civiltà. Ma il passaggio dall' uno
all'altro periodo, che sotto taluni aspetti sembra bru-
sco e violento, appare invece attenuato a Montera-
cello, dove ai coltelli in selce vanno associati pugnali
di rame, e più che mai a Barriera presso Catania,
nelle cui caverne di abitazione la ceramica dei due
periodi è mescolata; e via via che tali scoperte di
strati di transizione si accresceranno, risulterà evidente
anche appo i Siculi quel fenomeno, ovvio nella vita
di tutti i popoli, che si compendia nella parola :
evoluzione della civiltà.

Ho già ripetute volte toccato dei contatti fra Pan-
talea e le necropoli costiere, e delle divergenze come
delle varianti in fatto di ceramica e di bronzi; per
questi ultimi Pan tali ca presenta quasi una fisionomia
tutta individuale ed a sè, in quanto ha dato certi tipi,

1 rasoi, unici in Sicilia, in Italia, anzi in Europa,
dei quali non è dato ancora stabilire con certezza il
luogo di prima origine ; di più ha dato una ceramica
colorata con pochi riscontri nell'isola e nel Mediter-

raneo. Ma di fronte a queste manifestazioni, a que-
sta tinta locale, l'intonazione generale della coltura
non differisce essenzialmente da quella di tutte le
necropoli dello stesso periodo. 11 divario parziale si
deve alla coltura micenea che agisce poderosa sulle
coste, meno intensa sulle montagne ; si deve alla di-
versa condizione economica delle tribù viventi presso
il mare, ricco di risorse, dominando anche i fertili
piani, e di quelle della montagna, come sempre ed
ovunque, men ricche od addirittura povere. Pantalica
fornisce una prova palmare di ciò ; nessuna necropoli
ha dato, come questa, tanti sepolcri intatti, e la po-
vertà di essi denota la povertà del popolo, persino
nei vasi, limitati di forme e di numero, mentre erano
profusi a centinaia nelle &óXoi della costa; fanno ec-
cezione appena poche tombe di capi, e 1' àvuxtoQov,
sede del principe in mezzo alla umili capanne dei
sudditi afferma una cotal barbarica sontuosità, ap-
presa altrove. Si direbbe anche, a tutta prima, che i
costieri fossero belligeri, imbelli i montanari, ma ho
già eliminato in precedenza questa erronea opinione,
basata su fallaci apparenze.

Coli' Italia continentale, e sopratutto colla civiltà
sincrona delle terremare e dei primordi di Villanova
nessun contatto ; col Mezzodì nulla può dirsi, perchè
terra incognita; coli'Occidente del Mediterraneo, cioè
coll'Iberia, abbiamo più di un indizio che continuas-
sero precedenti relazioni, ravvivate anche da vincoli
di parentela. Le prime armi in rame ed in bronzo
vennero nell'isola da un centro ancora vago (Cipro ?
Asia Minore?) del Mediterraneo Orientale, ma non
escludo anche l'Iberia. E poiché l'isola manca affatto
di rame e stagno, la industria locale che poi si ori-
ginò dovette essere alimentata da una corrente con-
tinua che portava da fuori la materia prima, corrente
che, aprendo l'isola ad altre impressioni, contribuì as-
sai alla trasformazione della sua coltura primitiva.

Che i montanari di Pantalica si debbano chia-
mar Siculi nel senso più stretto della parola nessuno
porrà in forse, perchè a Pantalica abbiamo rappre-
sentate, sebbene in gruppi distinti le due fasi del
2° e 3° per., con sepolcri (Filiporto) che ne segnano
dolcemente il passaggio, lo hiatus. Del paro è ormai
generalmente ammesso che i miei Siculi del 1° periodo,
da identificare in un senso più ristretto coi Sicani
della tradizione, sieno un ramo della grande stirpe
 
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