SEPOLCRETO CON VASI ANTROPOIDI DI CANCELLI
SULLA MONTAGNA DI CETONA
Sul versante meridionale della montagna di Ce-
tona, ad una altitudine di circa 700 metri, in un luogo
chiamato Cancelli, in prossimità della vecchia strada
che da Cetona mette a s. Casciano dei Bagni, erano
venuti in luce casualmente degli ossuari a testa umana,
detti volgarmente canopi, e delle suppellettili di carat-
tere antichissimo, le quali davano chiaro indizio del-
l' esistenza in quel luogo di un sepolcreto paleoetrusco.
Il negoziante di antichità sig. Giuseppe Pacini di Fi-
renze, a cui erano stati offerti alcuni di quelli oggetti,
si recò sul posto per prendere esatta cognizione del
luogo di travamento, e riuscì a mettersi d'accordo
con i proprietari del terreno affinchè venisse praticata
una esplorazione sistematica per la ricerca di altre
tombe. Questa esplorazione egli fece eseguire dai pro-
prietari stessi sotto i suoi occhi, avendo cura che gli
oggetti di una tomba non andassero confusi con quelli»
di un' altra e facendosi poi acquirente degli oggetti
scavati.
Il campo dove si rinvennero le tombe si estende,
dichiara il Pacini, per una lunghezza di circa metri 200
e una larghezza di metri 100. Molte sono le tombe
che vennero in luce in vari tempi in questo medesimo
terreno ; ma essendo state sempre gettate all' aria a
caso da lavoratori del campo, gli oggetti che le com-
ponevano vennero in parte distrutti e in parte venduti
sparpagliatamente a diverse persone.
Le tombe che egli vide scavare erano disposte a
filari, in apparenza senza segni esteriori, ma effetti-
vamente contraddistinte ab antico da un mucchio super-
ficiale di grossi ciotoli bianchi di marmo, circa 20 pezzi
per ciascuna tomba.
La cava di questi ciotoli marmorei i terrazani di-
cono esser poco distante. In generale i vasi cinerari
si trovarono custoditi dentro il solito ziro caratteri-
stico delle tombe di questa specie, e le suppellettili
d'arredo funebre erano parte intorno all' ossuario e
parte dentro al medesimo.
Una lastra di lavagna locale di color bigio copriva
i singoli ziri. Però tanto gli ziri quanto gli ossuari
erano per lo più rotti e solo raramente si potè ricu-
perare sana e salva l'intera tomba. Le tombe sco-
perte ultimamente nel luogo indicato si calcola che
•sieno circa una trentina ; ma pochissime furono quelle
SULLA MONTAGNA DI CETONA
Sul versante meridionale della montagna di Ce-
tona, ad una altitudine di circa 700 metri, in un luogo
chiamato Cancelli, in prossimità della vecchia strada
che da Cetona mette a s. Casciano dei Bagni, erano
venuti in luce casualmente degli ossuari a testa umana,
detti volgarmente canopi, e delle suppellettili di carat-
tere antichissimo, le quali davano chiaro indizio del-
l' esistenza in quel luogo di un sepolcreto paleoetrusco.
Il negoziante di antichità sig. Giuseppe Pacini di Fi-
renze, a cui erano stati offerti alcuni di quelli oggetti,
si recò sul posto per prendere esatta cognizione del
luogo di travamento, e riuscì a mettersi d'accordo
con i proprietari del terreno affinchè venisse praticata
una esplorazione sistematica per la ricerca di altre
tombe. Questa esplorazione egli fece eseguire dai pro-
prietari stessi sotto i suoi occhi, avendo cura che gli
oggetti di una tomba non andassero confusi con quelli»
di un' altra e facendosi poi acquirente degli oggetti
scavati.
Il campo dove si rinvennero le tombe si estende,
dichiara il Pacini, per una lunghezza di circa metri 200
e una larghezza di metri 100. Molte sono le tombe
che vennero in luce in vari tempi in questo medesimo
terreno ; ma essendo state sempre gettate all' aria a
caso da lavoratori del campo, gli oggetti che le com-
ponevano vennero in parte distrutti e in parte venduti
sparpagliatamente a diverse persone.
Le tombe che egli vide scavare erano disposte a
filari, in apparenza senza segni esteriori, ma effetti-
vamente contraddistinte ab antico da un mucchio super-
ficiale di grossi ciotoli bianchi di marmo, circa 20 pezzi
per ciascuna tomba.
La cava di questi ciotoli marmorei i terrazani di-
cono esser poco distante. In generale i vasi cinerari
si trovarono custoditi dentro il solito ziro caratteri-
stico delle tombe di questa specie, e le suppellettili
d'arredo funebre erano parte intorno all' ossuario e
parte dentro al medesimo.
Una lastra di lavagna locale di color bigio copriva
i singoli ziri. Però tanto gli ziri quanto gli ossuari
erano per lo più rotti e solo raramente si potè ricu-
perare sana e salva l'intera tomba. Le tombe sco-
perte ultimamente nel luogo indicato si calcola che
•sieno circa una trentina ; ma pochissime furono quelle