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SULLA MONTAGNA DI CETONA

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fogliette a bastone, e il piede a tutta vernice bruna
traente al violetto. Alt. m. 0,09 (fig. 49).

c) Lekythos simile poco più affusato (alt. m.0,11)
e con bocca discoide poco più stretta. Ha l'omero e

Fig. 49.

il piede ornati delle solite fogliette raggiate ; intorno
al ventre è decorato con due bande della stessa ver-
nice, intercalate da tre linee parallele.

d) Due bacili di bronzo con l'orlo ornato di
duplice serie di borchiette sbalzate. Diam. m. 0,25.

e) Fibula a piccola navicella e lunghissima
staffa. Lungh. 0,09.

Fra le suddescritte due tombe del Chiusino, quella
Paolozzi dell'acquisto 1888 (fig. 43) e quella Mi-
gnoni dell'acquisto 1893 (fig. 47) corre per fermo
un certo lasso di tempo; ma non sono così distanti
l'una dall' altra, quanto potrebbe credere chi guardi
soltanto alla differenza tecnica e stilistica fra le teste
dei rispettivi ossuari. Questa differenza già scema, te-
nendo conto del colore che, come notai, doveva ori-
ginariamente supplire ai difetti di modellazione della
testa dell' ossuario delle Capanne. Ambedue queste
tombe appartengono ad un periodo abbastanza avan-

zato dei vasi antropoidi: quando, caduta in dissuetu-
dine la maschera di bronzo o fittile applicata al ci-
nerario, è già subentrato l'uso dei coperchi modellati
a testa e a busto umano. Ciò che avvicina, in ordine

Fig. 49 a.

di tempo, la tomba delle Capanne a quella Mignoni
è il carattere del vasellame, il gusto più asiatico che
greco per le anse a maglia verticale, inerente e coe-
rente alla ceramica modellata sui tipi metallici, e la
presenza degli unguentari precorinzi.

L'epoca in cui domina in Etruria questo gusto è
rappresentato nel Chiusino dalle tombe a ziro con le
sedie, con gli ossuari e le maschere di bronzo, con
i cinerari a figure levatoie e col vasellame di terra
rossa e nera imitante le opere laminate a decora-
zioni sbalzate e fuse; in altre parti dell' Etruria, no-
minatamente a Orvieto, a Palerii, a Narce, a Vulci,
a Tarquinia, a Volterra, dalle tombe a fossa, talvolta
anche a custodia di pietra (Volterra) e a ziro (Tar-
quinia), con opere di bronzo laminate e sbalzate, e
stoviglie di vario impasto e colore (rosse, gialle,
marrone, nere, cineree), generalmente modellate sui
tipi metallici (Cfr. Montelius, Preclass. Chronol.
pi. 11 e 12).
 
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