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RIFERIBILE AL MITO DI LAOCOONTE

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inferiore del suo corpo. L'atteggiamento del giovinetto
è freddo, direi quasi statuario ; poggiando il corpo sulla
gamba destra egli spinge in avanti la sinistra ; nella
mano destra sostiene una coppa, nella sinistra un og-
getto che non si può decifrare, perchè non completo,
ma che certamente si riferisce all'azione rituale (') nella
quale è stato improvvisamente assalito dai serpenti.

Uno di questi (5) che è attortigliato intorno alle
gambe del giovane descritto, ha già sbranato ed in
gran parte divorato l'altro fratello del quale un braccio
soltanto si vede ancora fra le mascelle del mostro,
mentre le due gambe dal ginocchio in giù sono dise-
gnate più di sotto quasi cadenti or ora in terra : espres-
sione efficace della rapidità con cui il serpente ha
compiuto l'opera sua.

A destra del tripode una donna, la madre de'fanciulli,
con chitone, himation, e stephane, accorre verso i figli,
con le mani sui capelli, solito atteggiamento di dolore
e disperazione. Dalla parte opposta, a sinistra del gio-
vinetto in piedi, si vede una figura anch' essa giova-
nile con capelli lunghi ed inanellati sparsi sulla nuca,
con clamide di cui un lembo gli pende dal braccio
destro, mentre l'altro sostiene con la mano sinistra,
avendo nella destra un ramo di alloro. Presso di
lui, che senz' altro si ravvisa per Apollo, si vede
Artemide, di cui ci rimane soltanto una metà, con
chitone dorico e la nebride (3) cinta la quale impugna
con la mano sinistra un arco. La presenza di questi
due numi, insieme al tripode, indica il luogo dove
la scena si svolge, vale a dire il santuario di Apollo
Timbreo.

Essendoci sventuratamente questo dipinto vasco-
lare pervenuto frammentario, non possiamo affermare
con sicurezza se sono solamente le persone descritte
quelle che facevano parte della scena, o se l'artista
abbia rappresentato anche Laocoonte.

Ma quand'anche si debba ritenere, come io infatti
credo (4), che il padre Laocoonte fosse presente,

(1) Oltre ad un mestolo (v. col. 196, nota 5), si potrebbe
pensare ad una fiaccola o tizzone o ad uno spiedo per sacrificio.

(2) Si noti la cura messa dall'artista a distinguere i due
serpenti col disegno differente delle scaglie.

(3) Cfr. gli esempì citati da Schreiber in Eoscher, Lex.
d. Myth. I 1, col. G03, 11 seg.; 604, 27; 48.

(4) Avendo ricostruita la circonferenza che avrebbe rag-
giunta la pancia del vaso nel suo diametro maggiore, trovando
il centro al segmento di cerchio formato dal nostro frammento,
essa è risultata di 0,96 m. circa di cui il nostro frammento

egli non poteva avere il suo posto che appresso alla
donna che accorre. Ne consegue che nel nostro dipinto
Laocoonte, pur intervenendo, non era inteso come vit-
tima de' serpenti; perchè sarebbe veramente strano, che
l'artista, avendo rappresentato il padre, e volendo fare
avvincere anch' esso dai serpenti, abbia poi rappresen-
tati questi ambedue intorno al giovinetto ed il padre
abbastanza lontano e separato mediante la moglie.

Resta dunque assodato che il nostro dipinto com-
bina perfettamente collo scolio di Licofrone così nel
collocare l'azione nel tempio di Apollo Timbreo, come
nel far divorare i due fanciulli, e questi soltanto,
dai due serpenti. Vi ha però nella nostra pittura
un elemento nuovo e non contenuto nello scolio, la
madre, che in preda alla disperazione, accorre verso
i figli. Possiamo anche in questo elemento scorgere
una dipendenza dalla tragedia sofoclea nella quale
esso, secondo l'autorevole opinione del Robert, sarebbe
penetrato per il tramite di Bacchilide?

Io credo infatti che oltre al motivo eminente-
mente tragico, che informa questa pittura, quale è
quello di far morire così miseramente i figli e far
spettatori i genitori, o uno di essi, e di svolgere
l'espiazione del delitto nel sito medesimo dove il de-
litto era stato commesso ('), vi sono nella nostra rappre-
sentanza anche degli elementi formali che ci ripor-
tano alla tragedia. Tutta 1' azione si svolge concorde-
mente intorno ad un nucleo ; i personaggi, ben carat-
terizzati, prendono tutti viva parte alla sorte dei
fanciulli. La madre colle mani sui capelli accorre
verso di essi. Ed anche Apollo che traspariva fra le
scene del dramma sofocleo, come dio offeso che col-
pisce nei figli 1' empio sacerdote, qui è in persona, ed
a differenza di sua sorella Artemide, è rappresentato
in movimento, direi in agitazione, quasi la incarna-
zione dello spirito di vendetta, che aleggia sui miseri
Laocoontidi.

Anche la parte attribuita al figlio di Laocoonte
come aiutante del padre nel sacrificio, ricorda la si-

no occupa 0,19 ; sicché, pur tenendo conto della parte man-
cante di Artemide e degli ornamenti che dividevano le due facce,
resterebbe uno spazio più che sufficiente per collocare Laocoonfe.

(') Robert, op. cit., p. 200; Ldwy, loc. cit. Cfr. anche in
Welcker, Alt. Denkm. I, p. 324, il paragone fra Laocoonte o
Laio.
 
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