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275 ca

segno evidente di un piccolo abitato, che assai tempo
prima della fondazione di Camarina esisteva colà (').

b) Avanzi epigrafici.

Che Camarina, città greca tra le precipue della
Sicilia, non figuri nel Corpus del Kaibel nemmeno
con un modesto frammento epigrafico, non deve sor-
prendere chi per poco conosca la povertà dell' isola
in fatto di titoli classici, e le condizioni speciali di
Camarina. Nel mio lungo soggiorno a Camerana molto
mi adoperai a ricercare avanzi scritti, ed ebbi no-
tizia di due pietre, con numerose righe, messe in
opera nelle macerie ; invano però spesi tempo e quat-
trini per ricuperarle. Neil' area dell' Acropoli fra il
tempio ed il mare raccolsi io stesso sul suolo un
frammento di orlo di piatto in marmo pario sul quale
erano incise quattro lettere arcaiche (fig. 71):

Fig. 71.

.....0-uìvi.......

o

troppo poca cosa, perchè si possa tentare la ricostru-
zione del titoletto, che fregiava il piatto, certo d'in-
dole sacra e votiva (2) ; nuova nella paleografia siciliota
la vocale o puntata, la quale si conosce però da un
titolo corcirese

Un massaro mi aveva informato che allo sbocco
dell' Ippari (detto oggi Forgia di Scoglitti) si trovava
nell' acqua un pezzo di pietra scritta ; lo feci pescare,
ed ebbi la ventura di trovarlo; era un blocco sfor-
mato di arenaria di m. 0,69 X 0,36 X 0,33 prof., con
lettere alte mm. 55-95, cattive, rustiche così che a

(') Bullettino di Paletnologia Italiana, 1896, pag. 176.

(2) Un piatto simile in marmo con dedica alla divinità Bri-
tomarto, incisa nell'orlo, e proveniente da Greta è descritto
dall' Halbherr {American Journal of Archaeology, 1898, p. 83).

(3) Koberts, Greek Epigraphy, voi. I, n. 100.

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tutta prima sembrano arcaiche, e molto sconservate ;
l'epigrafe dice:

A P T € M o i
A P T € M I A o
TOYXAIP6

Aorspoì (voc.) Aqrsfiiòórov %aìqs.

L'iscrizione negligentemente redatta e scolpita è fu-
nebre di tarda età.

c) Corredo in oro.

Devo alla cortesia di un signore di Comiso la fo-
tografia e la conoscenza di un corredo funebre in oro,
rinvenuto in un sepolcro camarinese pochi lustri ad-
dietro, e venduto, per quanto mi si assicura, in Ger-
mania. Divulgandone il disegno, tolto da una buona
fotografia, credo di rendere un servigio alla scienza,
ed anche alla raccolta, pubblica o privata, dove così
bei gioielli andarono a finire, fissandone la provenienza.
Una collana o monile, formata di 26 tubetti (cfr.
saggi in basso del zinco fig. 72), nei quali doveva
scorrere un robusto filo, terminava in un elegante nodo
decorato di rosette, e di una testolina a mezzo tondo ;
in essa, se io vedo bene le tracce di due cornetti
nascenti, sarebbe lecito riconoscere il dio fluviale
Hipparis, trattato in modo eguale a quello che vedesi
sui didrammi camarinesi di Euaineto (Salinas, Mo-
nete di Sicilia, tav. XVIII, 5) ; dal nodo pendono,
mediante catenelle, tre globetti sormontati da ro-
setta. Lo stesso motivo della rosetta, con globetti e
catenelle, si ripete nei due elegantissimi orecchini.
Niente di particolare offre la spirale per la chioma
finiente in due teste di serpenti allungate; nè l'ele-
gantissima catenella a treccia le cui estremità sono
formate da una testa leonina e da una muliebre;
nulla l'anello a gran disco piatto, o le numerose
perlette globali ed i minuscoli tubetti che formavano
pure collane. Una cosa tutta speciale, per il soggetto
che portano, sono invece 10 dischetti o bottoni, colla
rappresentanza della Ninfa Camarina assisa xard
nXsvqàv sul cigno, con delfino in basso, e spirali che
indicano l'elemento acqueo, e precisamente la super-
ficie del lacus, residenza della ninfa; la simiglianza
colla Camarina dei didrammi di Exacestida e di Euai-
 
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