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277 CA

neto (Salinas, tav. XVIII, 2, 5) è tanta, persino nei
minuti particolari, che si direbbero calcati i dischetti
d'oro sulle monete, se non mancasse la leggenda ed
il velo che sormonta in arco la testa della ninfa;

na 278

treccia, le rosette, la foggia del nodo, le teste di
serpenti a muso allungato, proprie ad oreficerie rin-
venute in punti disparatissimi del mondo greco, io
non esito a vedere in codesti gioielli, i prodotti di

ma una imitazione diretta dalle monete non si può
affatto escludere, e questo ci mette in grado di as-
segnare questo gruppo di oreficerie alla fine del se-
colo V, certo prima dell' anno 405 ; malgrado un fondo
comune di elementi formali e tecnici come la

(') La foggia del nodo, le spirali a teste di serpente al-
lungate, le treccie a teste leonine si hanno sovente tra le ore-
ficerie del Bosforo (Antiquités du Bosphore Cimmérien, ed.
Beinach, tav. X; XII, 1; XVIII, 10, lt) la cui simiglianza con

un xQV(r°X°°? e di un'officina camarinese della mi-
glior epoca, e del periodo più prospero della città,
cioè della seconda metà del sec. V.

P. Orsi.

molte dell'Italia meridionale era già stata notata (o. e, pag. 25):
lo stesso nodo si ha a Curium (Saglio, Dictionnaire, I, fig. 1244),
e la treccia è già ovvia nelle argenterie del VI secolo (Sira-
cusa, Megara).
 
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