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RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI

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quale la tavola Peutigeriana colloca Arcadia, ne è da
dimenticare come spesso la segnalazione delle strade
sulla carta fosse poco esatta e molto convenzionale.
A mio credere fa vera via romana doveva essere da
Cnosso a Ierapytna, passando per il passo di Douli.
Arcadia e Biennos ; ad Arcadia faceva capo la via che

nascerebbe la necessità che ad Ini fosse Arcadia, es-
sendo noto che le monete di bronzo non avevano valore
fuori della città che le coniava. È questo un principio
che non credo sia stato così rigido come lo Svoronos
suppone, avendo anch' io rinvenute monete di Lyttos
ad Axòs e a Phaestos ; e del resto possiamo noi esclu-

ill' iU I ;

1

Fig. 19.

Traccie di abitato antico a Ealù.

attraversava il piano Omphalio, movendo verso Lyttos,
ragione per cui il topografo romano ricorda esservi 25
miglia da Lyttos ad Arcadia e 20 da Arcadia a
Biennos. La vicinanza tra Arcadia e Ierapytna, ricor-
data dal trattato antico, del quale possediamo il testo
epigrafico, non poteva essere che relativa, giacché anche
se Arcadia fosse stata più. ad oriente, dove sono le
rovine di Ini, vi erano sempre frapposti i territori di
Priansos, non chè quelli di Arbion e di Biennos che
sono collocati immediatamente ad ovest di Ierapytna.
Quanto al culto di Asclepios, ricordato nel trattato
degli Arcadi con Teos, non è una prova decisiva,
perchè non era solo ad Erannos (di cui del resto igno-
riamo la ubicazione) e a Priansos che si aveva il culto
di Asclepios in Creta, che aveva anche a Lebena, a
non poca distanza da Arcadia, il proprio santuario.
Resta il criterio numismatico della scoperta di monete
di bronzo di Arcadia nel territorio di Ini, dal che

dere che in qualche momento della storia Inatos, che
i più collocano ad Ini, sia stata sotto l'azione po-
litica e commerciale di Arcadia?

Tra Arcadi e Priniàs si trova la pittoresca località
di H. Thomas, dove sono conservate le rovine di una
delle più interessanti necropoli greco-romane dell' isola
(fig. 18).

Io non vi rinvenni nulla di più di quanto fu osser-
vato dal Mariani e dal prof. Halbherr e che viene
da essi ritenuto come semplicemente la traccia di
una necropoli, o tutto al più di qualche santuario;
osservo tuttavia come i tagli sulla roccia del colle
S. Giorgio, le cisterne e le traccie di esedre, possono
benissimo testimoniare la presenza di un centro poco
importante, ma che può anche essere stato Jlavvava,

(•) Halbherr, Mus. hai., Ili, 887; Mariani, op. cit„ p. 184.
 
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