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RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI

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moltissimi frammenti ceramici, i quali provarono che
grande fu la quantità di urne fracassate dai coltivatori,
mentre chissà quante altre ancora attendono 1' esplo-
ratore, sotto il florido manto di quelle belle vigne.

Nel paese mi venne mostrata qualche ciotoletta se-
misferica con piede, monoansata, del tipo di quelle rin-
venute a Tirynto ( Tiryns, fig. 54 p. 126) e qualche urna
simile per forma a quelle del Syllogos; molti esem-
plari di ceramica greca o romana, come anche fram-
menti architettonici mi assicurarono che 1' abitazione
di quella Ks(pdXa fu continuata anche in età classica ;
cosicché noi dovremmo conoscere anche il nome di quel
luogo, che per la sua ampiezza, come anche per la
fertilità del territorio, non dovette essere senza im-
portanza.

Per un momento, riflettendo all'esistenza di oliveti
nel tratto circostante ad Anapolis, ed alla presenza
del nome di Eleà, dato ad un villaggio poco lontano,
io pensava alla città di Elaea, ricordata da Plinio, e
che doveva trovarsi poco lungi dalla spiaggia setten-
trionale dell' isola ; però è conveniente osservare che
se ha qualche valore la serie letterale del discorso
nel quale la citazione Pliniana è contenuta, tale città
deve situarsi a molta distanza da questo punto, nel-
l'occidente dell'isola, tra Cisamo e Phalasarna (').

A poca distanza da Anapolis, allo sbocco di un'altra
piccola valletta più ad est, è Gournes, altro punto
importante, come centro di ritrovamenti di età mi-
cenea seriore.

Il villaggio di Gournes dista da Anopolis un' ora
circa di cammino, verso est, ed è, come quello, si-
tuato sopra il primo risalto dell' altipiano. A pochi
metri dal villaggio, e ad oriente di questo si aderge
una kephala, costituita da una marna terziaria friabilis-
sima, scavata da ogni parte da una quantità di riga-
gnoli e tutta quanta scoscesa ed erosa dall' azione
delle pioggie. La sommità del colle, così notevolmente

(') Plin., Nat. Ilist. IV, 20: ad Occidentem G'riumelopon
Cyrenas versus expellit. Oppicla cius insujnia Phalasarna Elea
I'/samum. Varie edizioni però, tra cui quella di Ansart, Pa-
rigi, 1828, leggono Elea, in base a Stephano Byzantino e Dio-
gene Laertio in Mysone, I. v. Hoeck I, -133. Del resto, quando
vogliamo pensare al nome di una antica sede cretese, non de-
signata da inscrizioni o da allre prove di fatto, ricordiamo
l'espressione di Plinio (ivi) et aliorum circiter LX oppidorum
memoria extat, nelle quali 00 possono esservi, oltre ai nomi
dati da altri autori, certuni altri perfettamente ignoti.

diminuita, è ora coltivata a cotone, ma alle falde,
nei « talus » argillosi che dilagano da ogni parte,
sono impastati frammenti ceramici di tutte le epoche.
Però, presso la cima della kephala, dove la roccia è
più compatta, rimane conservata la superficie primi-
tiva, ed ivi appunto rinvenni numerosi frammenti di
ceramica, tra i quali alcuni con decorazione simile a
quella data dalle urne di Anapolis (Orsi, op. cit.,
fig. 3), composta da una specie di fregio che ornava
1' orlo di un vaso, diviso in campi, a guisa di metope,
da fascio orizzontali alternate da linee verticali rac-
chiudenti una spina di pesce. Fra i numerosi frammenti
di ceramica, alcuni portai a Candia fra quelli che mi
parvero specialmente interessanti per determinare il
periodo a cui appartiene questo insediamento, che panni
dell' estremo periodo miceneo. A questo accennano an-
che altri fatti da me osservati sul luogo, e che ad
esso si riferiscono. Sulla pendice occidentale del colle,
poco lungi dalla cima, il terreno franato lasciava ve-
dere delle specie di nicchie, irregolarmente scavate
nella marna argillosa, e che in causa dell' erosione
che questa aveva sofferta, potei determinare come parte
di piccolissime cellette, scavate nel suolo e venute
allo scoperto in seguito ad una frana; da quanto
rimaneva, appare che queste cellette avessero forma
presso a poco emisferica e del diametro di circa 1 me-
tro e di poco più alte, e che fossero state scavate per
uso funerario; infatti presso ad esse rinvenni nume-
rosi frammenti di ceramica, e tra questi, notevoli, i
pezzi di grandi urne dalle grosse pareti di argilla non
depurata, le quali erano del tipo di quelle illustrate
dall' Orsi, dal Joubin e dal Mariani, provenienti da
varie località dell' isola.

Chi mi accompagnava, un giovane chierico del
Monastero di Augarathos, mi avvertì che alcuni og-
getti rinvenuti a Gournes erano conservati ad Anapo-
lis, e difatti, ritornando a questo villaggio, dopo avere
perlustrato la kephala di Gournes e fatta ampia rac-
colta di frammenti di vasi, potei osservare, nella casa
di Cristophoros Mauroporatis, due urne funerarie in ter-
racotta, che erano state appunto rinvenuto sul colle di
Gournes, il cui nomo parrebbe un' assonanza della pa-
rola veneziana « Urne ». Il Mauroporatis dissemi
che da anni aveva in casa quelle due « casselle » rin-
venute piene di terra e di ossa, il che fa credere che
si tratti non di rito d'incinerazione, ma d' inuma-
 
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