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RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI

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massimamente si abbassa e si restringe, e dove il terri-
torio di Lyttos, che comprendeva così la grandiosa città
di Goulàs, il santuario di Zeus Arbion e forse la Larissea
Jerapytna, toccava le terre di Praesos e degli Eteo-
cretesi.

Questa parte dell' isola, recentemente molto per-
corsa, oltre che da me, dall'Evans, dal Myres, dal-
l' Halbherr, dal Mariani, rivelò amplissime, numerose
traccie della civiltà micenea, nel suo senso più lato ; e
specialmente all' Evans ed al Myres, i quali percorrendo
più volte la regione da me pure visitata, hanno già
fatta una messe tanto ampia di osservazioni, sicché
poco di nuovo mi resta più da dire (1).

Già il Mariani aveva notato traccie di età micenea
a Chersonesos, dove fu il porto di Lyttos e di cui
restano grandiose rovine ; altre ne rinvenne a Mallià,
dove riconobbe, fra numerosi edifici arcaici, un réfievog
che egli suppone quello di Britomartis, e dove l'Evans
rinvenne sigilli di steatite, della primitiva serie pit-
tografica (n. 6, p. 11, 12, 14, Further discoveries).
Anche nel territorio di Milatos, dove Mariani segnalò
vestigia di edifici e di suppellettile, attestanti 1' alta
antichità di questa sede cretese, già ricordato da Omero
accanto a Lyttos, furono ricuperate altre pietre incise
con segni della serie più antica pittografica, richiamanti
le relazioni tra questa Milatos e le omonime di Caria
e di Ionia; e poco lungi da Milatos, sul colle che
conduce all' interno piano di Mirabellos, presso l'altura
di Vrachasi, sorgono le imponenti rovine di Anavlochos,
descritte da Mariani (p. 97) e riferite ad un insedia-
mento miceneo, dei più importanti dell' isola, che do-
minava il mare da lungi e costituiva un' acropoli
formidabile.

L'altipiano di Mochòs, regione ondulata che sorge
dal mare, dietro le prime colline di Chersonisos e di
Malia, ricca di coltivi e di boschi, non fu ancora
esplorato, ma già dette all' Evans un sigillo in stea-
tite, ora al Syllogos di Candia, con segni pittografici
(n. 16, op. cit.) di molto interesse. Più esplorata
invece fu la regione, che ora forma il centro del Mi-
rabellos, presso Neapolis e quella che circonda la

(') Evans, Goulàs, the city of Zeus (Ann. of the British
School at Athens 1895-96); A mycenaean militari/ road in Crete
(Acaderay, giugno 1895, p. 469); Academy, 1896, 13 e 20
giugno, 4 e 18 luglio, Further discoveries etc, 1898.

singolare e frastagliata baia di Spinalonga. Ivi furono
replicatamente studiate le rovine di Dreros presso
Neapolis (Mariani, p. 99 sg.), risalenti al periodo
primitivo ; altre rovine furono esaminate presso la costa
della baia, ad Elunda, l'antica 'OXovg, dietro a cui
sorge la fortezza di 0£à, con traccie di grandissima
antichità, e collegate ad Elunda per mezzo di una
serie di edifici, costrutti in poderosa muratura poligo-
nale, forse opere di fortificazioni, che difendevano la
strada tra il porto di Elunda e la primitiva acropoli
di 0£ó.

Ma prima di procedere all' esplorazione di questa
parte della Avxxict, volli esaminare quello che fu il
centro, l'acropoli del dominio, dove fu il primitivo
santuario e dove fiorirono le leggende della nascita
di Zeus, riferite dal ciclo teogonico Lyttio.

L'Evans, in un suo scritto preliminare sull' esplo-
razione di questa regione ('), pare accenni all' esistenza
di un' antica via, di cui restano ancora le traccie e che
da Lyttos saliva direttamente sull' altipiano, rasentando
le pendici nord-ovest di esso. Io percorsi invece
un' altra via, che sale con discreta facilità all' altipiano,
movendo per la valle di Pota'miès ed Avdù, e poi per
la valletta di Krasi, salendo al passo che incide presso
la Papoura di H. Georgios, il ciglione di roccie rin-
serranti il bacino chiuso dei Lassithi.

Dall' acropoli di Lyttos io scesi per il vallone di
Askùs, sino a raggiungere presso Potamiès il grosso
affluente dell' Aposelemi. È poco sotto questo villaggio,
nella località detta di Camàres, che si ravvisano an-
cora grandiose rovine dell' acquedotto romano, che
conduceva le acque a Chersonisos, rovine non meno
imponenti di quelle che s'incontrano nella gola del-
l'Aposolemi tra Castelli e Lagù. A Camàres si vedono,
ai due lati del fiume, le testate del ponte, con cui
l'acquedotto varcava la valle, alte ancora m. 12,50
e conservate per la lunghezza di m. 15 ed una lar-
ghezza di circa 6. È probabile che qui, come nell'a-
cquedotto di Gortyna, presso queir acropoli, si avesse
una specie di sifone, che permettesse all' acqua, rac-
chiusa in un robusto condotto di muratura, di risalire,
dopo varcata la valle, ad un'altezza di poco inferiore
a quella da cui era discesa; poiché, esaminando la

(') Evans, A mycenaean military road in Crete (Academy,
1° giugno 1895, p. 469 sg.).
 
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