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RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI

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di quelle rinvenute nell' antro Dicteo di Psicrò e nelle
due grotte Idee, dell'Antro di Nida e di Camàres (').

È nell'altra estremità meridionale dell'altipiano,
presso il villaggio di Psicrò, dove pure si hanno tracce
micenee, e a 100 m. più in alto di esso, in uno dei
contrafforti dell'Apfendi Cristos, che si apre la grande
grotta di Psicrò, dall' Evans giustamente identificata
coli' antro Dicteo della poesia Esiodea e che esplorata
dall' Halbherr e dallo Hatzidakis (2), e più recente-
mente dall' Evans e dal Myres, fu campo di interes-
santi scoperte, precipua fra le quali è da ricordarsi
quella della tavola di libazione in roccia verde, con
tre incavi cupelliformi, sulla quale sono inscritte al-
cune lettere della stessa scrittura micenea, che si rav-
visa sopra i sigilli di steatite della serie lineare. Non
posso seguire qui l'ampia trattazione fatta dall'Evans(3)
relativamente a questa notevolissima scoperta, per la
quale si vennero ampliando le vedute relative alla
esistenza ed alla antichità di un sistema di scrittura
in uso presso le popolazioni micenee dell' isola ; solo
debbo osservare come insieme a questa tavola di of-
ferta si rinvenne nella grotta gran numero di figurine
di tori e di altri animali, sia in terracotta che in
bronzo, alle quali erano unite figurine umane, di ana-
logo tipo a quelle cesellate sulle celebri coppe d' oro di
Vaphiò. Tutto quindi induce a credere che la tavola ap-
partenga allo strato antico, e che sia, al pari della con-
simile tavoletta di Arvi, pure rinvenuta dall'Evans (4),
una traccia di un santuario e di un culto della divinità
di Zeus, qui nettamente indicata e dalla presenza della
doppia ascia e dalla posteriore tradizione, che tutta
quanta collega l'Antro Dicteo col mito di Zeus.

Anche qui la grotta, come a Camàres ed all'Antro
Ideo, è un vero abisso, che si profonda nelle viscere
della montagna come un pozzo, ed anche qui la divinità
dovette essere venerata sotto una concezione cthonia,

(•) Al Syllogos di Candia sono molte accette in bronzo a dop-
pio taglio che si dicono provenienti dai Lassithi, e sono distinte
da quelle rinvenute alla grotta di Psicrò, e diconsi invece pro-
venienti dai %(>vaoxK[ii>'a dell'Aphondi Cristos, la montagna do-
minante dei Lassithi, dove, dice Evans, il culto di colui che
dette la nuova legge, succedette a quello del vecchio legisla-
tore Minos.

(*) Halbherr-Orsi, Antichità dell'Antro Ideo, p. 21G seg.

(3) Evans, in Academy, 13 giugno 1896, p. 494, Further
discoveries, p. 350 seg.

(4) Ne dà breve conto nel luogo citato delle Further Dischov.

sotto un carattere infernale, come parrebbe anche dalla
triplice libazione cui sembrano accennare le tre cavità
della tavoletta votiva (').

Oltre al santuario di Psicrò, presso al quale, come
si disse, non mancano tracce di abitazione antica, la
parte meridionale dell'altipiano ebbe altri centri di
età primitiva; presso Piati, a nord-ovest di Psicrò,
furono segnalati i resti di un'acropoli con mura di
grossi blocchi poligonali, con via e rampe di accesso
e traccie di una porta, la quale era difesa nello stesso
sistema che la porta dei Leoni a Mycene, e la porta
dell'Acropoli a Tirynto.

Questo forte di Piatì indicava forse una via, o un
sentiero, che movendo dall'altipiano lastithico su per il
monte Affendi Christos precipitasse verso occidente al
vallone di Embaros, affluente dell'Anapodari, e dove,
presso Erganos, il prof. Halbherr perlustrò una necro-
poli dell'estremo periodo miceneo, con tombe scavate
nella roccia, a forma di camerette, racchiudenti urne
funebri a cremazione (2).

Ma più evidenti sono gli avanzi di una via in-
dubbiamente micenea che conduceva verso est, difesa
da una serie di posti fortificati della stessa epoca. Sul
colle isolato di Castelli, presso il villaggio di H. Geor-
gios, sorgono ancora avanzi di un recinto in blocchi
poligonali, e copiose traccie di ceramica.

Ma dove questa è meglio conservata si è dove
essa attacca il contrafforte orientale dell' altipiano ; io
pure notai nella valletta del Mstóxi, appena passata

(•) Molto giustamente l'Evans, p. 358, mostra come in Ar-
cadia, tanto collegata a Creta per riguardo dei miti, l'offerta a
Dite, innanzi alla porta dello Stige era triplice, come ricorda
V Odissea X, 519.

JIqiòtk fisXixQrjro), fjsztneirte dì rjóéi oìvu>
tò Tgitov av&i vdari.

ed anche in Creta sul Diete, dove la leggenda poneva le leg-
gendarie nutrici Melissa ed Amalthea, che offrono miele e latte
al nume, è possibilissimo siavi stata in epoca preistorica la
triplice libazione di acqua, miele e latte alla quale accenna
l'Epos. (Hoeck, I, 177).

(2) Lo Svoronos, attratto, credo, da una certa omofonia
del nome, vorrebbe collocare ad Erganos l1 antica Erannos,
"Egano?, dove l'Halbherr appunto rinvenne le tombe di tarda
epoca micenea. Ma poco conosciamo di sicuro intorno alla ubi-
cazione che gli scrittori davano a quella città, che non deve
essere stata molto antica, giacche le memorie ad essa relative
non risalgono più in là del II sec. a, C. Oltre a ciò il Mariani
mi fa giustamente osservare che uno di quei nomi deriva da
"Epùig, mentre il nome attuale di "Egyarog deriva da "EQyoy.
 
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