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RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI
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e come quello esteso nelle contrade del Peloponneso.
Ma anche questo sistema lineare ha origine antichis-
sima e benché non sia ancora chiara in tutto la sua
derivazione dal sistema pittografico, pure un accenno
a questa derivazione è già patente nella pietra della
necropoli di Phaestos (Evans, op. cit., p. 15, fìg. 11 a);
vi è da un lato una testa bovina già ridotta a sim-
bolo di un animale, rappresentato nell'altra faccia con
rozze linee. Si nota però che la scoperta della tavola
di libazione di Psicrò mostra come tale sistema lineare
giunse a compimento in epoca molto antica, indicando
così di aver avuto una lunghissima epoca di prepara-
zione, durante la quale valse moltissimo 1' influenza
di una civiltà anteriore, proveniente dalla valle del
Nilo.
Sinora i segni della serie lineare sono 34, rinve-
nuti isolati, o raggruppati: di questi ben 32 trovano il
loro confronto con segni rinvenuti nei giacimenti della
valle del Nilo, di Naqada, di Kahun, di Gurob, di
Abydos; 21 coi segni rinvenuti nella Libia, o ancora
oggidì viventi tra le popolazioni nord-Sahariane dei
Tuaregs, nell' oasi di Tifinagh, mostrando una specie
di anello intermedio tra Creta e la valle del Nilo.
Nè mancano altre traccio di contatti coll'Egitto, quali
i disegni decorativi della XII dinastia i vasi di pie-
tra, la forma delle tavole di libazione trovate a Psicrò
e ad Arvi, e dei sigilli, non meno che i tipi ed i
caratteri di questi segni lineari; contatti che dimo-
strano relazione stretta tra le schiatte della vallata
Nilotica e quello di Creta e delle isole egee. L'Evans
accenna all'opinione che il sistema lineare derivi dalle
rozze figure a linee e tratti appartenenti alla infanzia
dell'arte, anzi tanto in Creta come in Abydos e Na-
qada si hanno sopra alcuni suggelli dei gruppi di
segni appartenenti alle due classi.
Ma oltre a questa comparsa di segni pittografici
insieme a quelli lineari, 1' Evans crede di segnalare
una seconda fase della scrittura pittografica in Creta,
durante 1' età micenea, dovuta ad una influenza del-
l' Egitto della XVIII e XIX dinastia, influenza che
determinò lo stesso ritorno a elementi pittografici,
anche riguardo alla regione Hittita. I simboli, prima
a rozzi tratti, acquistano allora una forma più vivace e
naturalistica, tanto da apparire molto chiari, e da spie-
gare quelli stessi segni più rudimentali della precedente
serie, mentre alcuni affatto nuovi si introducono, forse
dall' Egitto e dal paese Hittita. Ma è però dalla pri-
mitiva e rude forma pittografica, a tratti ed a linee,
che si svolge il processo che conduce al trionfo del
sistema lineare, trionfo che secondo 1' Evans si pro-
segue e si riassume nelle lettere fenicie. E la parte
importante della scoperta dell'Evans è appunto quella
dalla quale risulterebbe che i Fenici trassero il fon-
damento, per dir meglio la materia prima, del loro
alfabeto di tipo lineare appunto da tale sistema pit-
tografico cretese. Mostrando come una testa bovina
della serie pittografica si veniva riducendo ad un segno
simile all' aleph fenicio e considerando che il signi-
ficato di aleph nella lingua fenicia è appunto quello
di « testa di bue », era suggestiva l'idea che da quel
segno pittografico siasi formato il segno che valse per
alpha; come dal simbolo di una scure, ridotto ad un
segno simile a quello del ciprioto-Ze e dello zayin fe-
nicio, siasi formata quella lettera, col valore di zeta
ed il cui nome fenicio esprime appunto « armi ta-
glienti i. Anzi a spiegare questo strano fatto che i segni
alfabetici fenici sembrano in parte inspirati dalla serie
pittografica cretese, l'Evans fece ricorso dapprima al-
l' idea dello stabilimento di elementi Cretesi nelle
spiaggie della Palestina, a Gaza « Minoica «, idea che,
come vedemmo, non manca di appoggi ('). Osservo però
che essa ora sembra meno necessaria, da quando si
potè constatare che dall'Egitto, forse dalle popolazioni
protoegizie o libiche, possono essersi diffusi elementi
consimili a quelli che Creta poteva offrire.
È chiara l'importanza dei fatti etnografici che si
possono intravedere da queste conclusioni, secondo le
quali tale sistema di scritture cretese ed egea deve o
può essere ritenuto come un ramo d'un antichissimo
tronco esteso largamente in tutta l'Africa settentrionale,
e tanto antico che, secondo le più recenti scoperte,
risalirebbe ad uno stato preistorico, anteriore, nel-
l'Egitto alla stessa formazione del regno faraonico. E
si comprende pur bene come i fautori d'una ipotesi
della grande unità fondamentale delle popolazioni
mediterranee possano trarre conforto dai fatti presen-
tati dai nuovi scavi del Plinders Petrie, del Quibell,
a Koptos, a Naqada, a Ballas, e dall'Amelineau e
(•) Cretan Pictographs, p. 100 ; cf. Max Mttller, Asien
uni Europa nach altàgyptischen Denkmalern, 1893, p. 389;
Maspero, /list. anc. des peuples d'Orienl, p. 312.
RICERCHE ARCHEOLOGICHE CRETESI
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e come quello esteso nelle contrade del Peloponneso.
Ma anche questo sistema lineare ha origine antichis-
sima e benché non sia ancora chiara in tutto la sua
derivazione dal sistema pittografico, pure un accenno
a questa derivazione è già patente nella pietra della
necropoli di Phaestos (Evans, op. cit., p. 15, fìg. 11 a);
vi è da un lato una testa bovina già ridotta a sim-
bolo di un animale, rappresentato nell'altra faccia con
rozze linee. Si nota però che la scoperta della tavola
di libazione di Psicrò mostra come tale sistema lineare
giunse a compimento in epoca molto antica, indicando
così di aver avuto una lunghissima epoca di prepara-
zione, durante la quale valse moltissimo 1' influenza
di una civiltà anteriore, proveniente dalla valle del
Nilo.
Sinora i segni della serie lineare sono 34, rinve-
nuti isolati, o raggruppati: di questi ben 32 trovano il
loro confronto con segni rinvenuti nei giacimenti della
valle del Nilo, di Naqada, di Kahun, di Gurob, di
Abydos; 21 coi segni rinvenuti nella Libia, o ancora
oggidì viventi tra le popolazioni nord-Sahariane dei
Tuaregs, nell' oasi di Tifinagh, mostrando una specie
di anello intermedio tra Creta e la valle del Nilo.
Nè mancano altre traccio di contatti coll'Egitto, quali
i disegni decorativi della XII dinastia i vasi di pie-
tra, la forma delle tavole di libazione trovate a Psicrò
e ad Arvi, e dei sigilli, non meno che i tipi ed i
caratteri di questi segni lineari; contatti che dimo-
strano relazione stretta tra le schiatte della vallata
Nilotica e quello di Creta e delle isole egee. L'Evans
accenna all'opinione che il sistema lineare derivi dalle
rozze figure a linee e tratti appartenenti alla infanzia
dell'arte, anzi tanto in Creta come in Abydos e Na-
qada si hanno sopra alcuni suggelli dei gruppi di
segni appartenenti alle due classi.
Ma oltre a questa comparsa di segni pittografici
insieme a quelli lineari, 1' Evans crede di segnalare
una seconda fase della scrittura pittografica in Creta,
durante 1' età micenea, dovuta ad una influenza del-
l' Egitto della XVIII e XIX dinastia, influenza che
determinò lo stesso ritorno a elementi pittografici,
anche riguardo alla regione Hittita. I simboli, prima
a rozzi tratti, acquistano allora una forma più vivace e
naturalistica, tanto da apparire molto chiari, e da spie-
gare quelli stessi segni più rudimentali della precedente
serie, mentre alcuni affatto nuovi si introducono, forse
dall' Egitto e dal paese Hittita. Ma è però dalla pri-
mitiva e rude forma pittografica, a tratti ed a linee,
che si svolge il processo che conduce al trionfo del
sistema lineare, trionfo che secondo 1' Evans si pro-
segue e si riassume nelle lettere fenicie. E la parte
importante della scoperta dell'Evans è appunto quella
dalla quale risulterebbe che i Fenici trassero il fon-
damento, per dir meglio la materia prima, del loro
alfabeto di tipo lineare appunto da tale sistema pit-
tografico cretese. Mostrando come una testa bovina
della serie pittografica si veniva riducendo ad un segno
simile all' aleph fenicio e considerando che il signi-
ficato di aleph nella lingua fenicia è appunto quello
di « testa di bue », era suggestiva l'idea che da quel
segno pittografico siasi formato il segno che valse per
alpha; come dal simbolo di una scure, ridotto ad un
segno simile a quello del ciprioto-Ze e dello zayin fe-
nicio, siasi formata quella lettera, col valore di zeta
ed il cui nome fenicio esprime appunto « armi ta-
glienti i. Anzi a spiegare questo strano fatto che i segni
alfabetici fenici sembrano in parte inspirati dalla serie
pittografica cretese, l'Evans fece ricorso dapprima al-
l' idea dello stabilimento di elementi Cretesi nelle
spiaggie della Palestina, a Gaza « Minoica «, idea che,
come vedemmo, non manca di appoggi ('). Osservo però
che essa ora sembra meno necessaria, da quando si
potè constatare che dall'Egitto, forse dalle popolazioni
protoegizie o libiche, possono essersi diffusi elementi
consimili a quelli che Creta poteva offrire.
È chiara l'importanza dei fatti etnografici che si
possono intravedere da queste conclusioni, secondo le
quali tale sistema di scritture cretese ed egea deve o
può essere ritenuto come un ramo d'un antichissimo
tronco esteso largamente in tutta l'Africa settentrionale,
e tanto antico che, secondo le più recenti scoperte,
risalirebbe ad uno stato preistorico, anteriore, nel-
l'Egitto alla stessa formazione del regno faraonico. E
si comprende pur bene come i fautori d'una ipotesi
della grande unità fondamentale delle popolazioni
mediterranee possano trarre conforto dai fatti presen-
tati dai nuovi scavi del Plinders Petrie, del Quibell,
a Koptos, a Naqada, a Ballas, e dall'Amelineau e
(•) Cretan Pictographs, p. 100 ; cf. Max Mttller, Asien
uni Europa nach altàgyptischen Denkmalern, 1893, p. 389;
Maspero, /list. anc. des peuples d'Orienl, p. 312.