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435 RICERCHE ARCH

il suo asse; questo sigillo deve collocarsi, anche per
il rozzo carattere de' suoi segni, fra quelle pietre della
più antica classe pittografica dell' isola, e precisamente
con quelle del deposito di Phaestos, risalente al terzo
millennio innanzi Cristo (fig. 2, 11, 81 dei Cretan Pic-
tograjìhs), e quello del centro dell'isola (ivi fig. 17);
questa pietra arreca una nuova prova della grande
antichità a cui risalgono i segni lineari, trovandosi essi
unitamente a questi segni pittografici di tipi e di
epoca assolutamente primitivi. (Cfr. i sigilli di Praesos
e di Cnossos ivi fig. 29, 30).

Nella prima di queste faccie (fig. 52, A), io ravviso,
come l'Evans, una figura umana, rappresentata a tratti
lineari, colle braccia aperte, le gambe divaricate e gli
occhi espressi esternamente al risalto del capo. Che
la forma della rappresentazione umana sia conforme
al tipo primitivo cretese, si desume da un primitivo
sigillo di terracotta (fig. 53), rinvenuto a Phaestos, nel

Fig. 53.

Sigillo in terracotta di Phaestos.

LOGICHE CRETESI *OD

una serie pittografica, composta di elementi più rea-
listici, ma gli altri esempi raccolti dall' Evans si ac-
cordano per ritenere questa figura umana una forma
iniziale, un punto di partenza donde muovono le rap-
presentazioni della figura umana, che nel suolo greco
formano una serie saliente alle altitudini più eccelse
a cni fu dato all' uomo di pervenire. Nè fa difficoltà
alcuna la presenza di segni lineari nella pietra stessa,
giacché le prove raccolte dall'Evans, sia per Creta

Fig. 54.

Varie rappresentazioni della figura umana
nelle pietre incise cretesi.

deposito di H. Onuphrios (Evans, fig. 81 b). Abbiamo
qui il fenomeno stesso che il Reinach, a proposito della
primitiva scultura nell'Europa ('), segnala nei pugnali
antropoidi, frequenti nell'Europa celtica, cioè il ten-
tativo di animare la forma geometrica con elementi
della vita ; qui è 1' uomo reso con pochi tratti, che
hanno, come in altri casi della serie pittografica cre-
tese, un' efficacia suggestiva ; anche i due punti late-
rali indicanti gli occhi, si ravvisano nelle figure dei
polipi dei vasi micenei (2). La prima idea, parrebbe
che questo segno lineare fosse il punto d'arrivo di

(') S. Reinach, La Sculpture en Europe (Anthropologie
1895, pag. 35).

(2) Houssay, Les théories de la Génèse à Mycènes (Rev.
Archéol. 1895, pag. 1, 27). Alla teoria ingegnosa dell'Houssay,
da lui ripetuta recentemente, non so proprio adattarmi, pa-
rendomi che le hasi su cui essa si fonda siano troppo vaghe ;
cfr. Perrot, ffist. de l'Art, VI, 930.

che per le altre contrade, attestano l'alta antichità
a cui il sistema stesso risale. Perciò la figurina umana
di Kalochoriò dovrebbe porsi a capo a quella serie
di figurine umane formata dai vari sigilli della an-
tica serie cretese, che l'Evans ritiene nel suo com-
plesso anteriore a quel fiorire della civiltà egea che
si denota col nome di micenea: in questa serie io
collocherei la figurina di Praesos, vedi fig. 54a (Evans,
fig. 55 «), quella del museo di Berlino, 54 b (E. fig. 59 d),
e passando per i vari stadi della figurina della steatite
di Messara e (E. fig. 18 a), del centro dell'isola, d
(E. fig. 60 a) fino a quella di Sitia, e (E. fig. 36 b).
Tutti questi segni, nei quali abbiamo un continuo pro-
gresso verso il verismo, giustificano l'opinione del-
l' Evans che il simbolo, col progresso dell' espressione
artistica, si venne perfezionando.

Io non so però dire se dall' accenno della figura
dell' uomo contenuto nella faccia della pietra di Ka-
 
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