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515

PANTELLERIA

516

Lo stucco che i Cossyresi impiegavano su larga
scala era ottenuto mescolando la polvere di marmo
col gesso di Agrigento, grossi pezzi del quale vedonsi
sparsi ovunque (').

Tutti gli avanzi dell' Acropoli vennero distrutti
dal tempo e dall' uomo, più anzi da questo che da
quello, e solo idealmente possiamo ricostruire il pa-
norama antico di quella sacra collina coi cerchioni
delle sue nere mura, ed i candidi edifìci che si estol-
levano sulla 'vetta, scintillanti nella luce purissima
di un cielo africano.

Pie. 48.

Intatte rimasero soltanto numerose Cisterne., colle
quali i Cossyresi intesero provvedere al primo e più
grave bisogno della città (e tanto più della sua for-
tezza) in un' isola cotanto povera di acqua potabile
e di sorgive. Dentro la sola Acropoli io ne ho contate
una dozzina, e la cura speciale con cui furono costruite
denota la capacità idraulica dei loro autori. I disegni
che produco, assieme ai pochi cenni illustrativi, por-
gono una idea sufficiente di codeste costruzioni, re-
clamate dal bisogno di avere nell' estate lunghissima,
acqua abbondante e fresca, irnmagazinando la esube-
rante nella stagione piovosa. Una stalla ed una cu-
cina addossate alla casa Bonomo non sono altro che
due grandi cisterne costruite di blocchi in lava, com-
messi ad opera isodoma e rivestiti di un intonaco a
coccio pesto, spesso cm. tre; la parte superiore ne
esce ora di terra, il che vuol dire, che il livello an-

In Italia si aveva del yvxpog da Thurii, trasportarlo
dalle famose cave di Cipro sarebbe stato troppo costoso, quindi
tutto induce a credere che i Coss3'resi usassero gesso agrigen-
tino per le molteplici opere di stuccatura (xoviafia). Veggasi
su tale tecnica Bliimner, Gewerbe uni Kùnste bei Griechen
uni Roemern, II, p. 146 e segg.

tico dell'Acropoli si è in questo punto abbassato di
circa un m. e mezzo. Le dimensioni di esse sono pressoc-
chè eguali, per cui produco la sezione di una sola
(fig. 48); erano in planimetri elittiche (m. 7,50 X 1,93)
in seziono campanulate, con una angusta apertura su-
periore, coperta di 17 quadrelloni in trachite. i quali
venivano levati ogni qualvolta s' avesse voluto proce-
dere ad un ripulimento del vano; per i servizi ordi-
nari d' estrazione serviva un' apertura al centro, sulla

Fig. 49.

quale doveva essere impostato il collo o puteale, di cui
un esemplare giace appunto davanti la casa Bonomo,
e qui vedesi disegnato (fig. 49). Dalla stessa apertura,
all' occasione delle grandi pioggie, levando il piccolo
e mobile puteale, penetrava l'acqua piovana, raccolta

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Fig.

50.

sul polito lastrico di cocciopesto, che si stendeva al
di sopra di tutta la cisterna; la cui capacità era di
una quarantina di metri cubi, cioè non molto grande.

Produco ancora i disegni (due profili e la plani-
metria delle coperte) di un modesto cisternino esistente
sull'Acropoli; è elittico, campanulato, parte scavato
parte in fabbrica (fig. 50); l'ampia bocca elittica
(m. 2,40 X 2,76) ne è coperta di quattro lastroni,
attraverso le cui giunture filtrava l'acqua piovana,
raccolta in una platea in cocciopesto, che circonda
l'orificio della cisterna; si attingeva per un foro cir-
colare aperto in una lastra.
 
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