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Orsi, Paolo: Pantelleria
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.9137#0274
531
PANTELLERIA
532
Rozzissiraa protome muliebre in arenaria, qui di-
segnata; il lavoro è negletto, quasi abbozzato, pes-
sima la conservazione; la chioma laterale lunghissima
Fig. 66.
è solcata da striature verticali e nella base è aperto
un profondo foro per fissare la imagine ad un perno
(fig. 66).
Pio. 67.
Due maschere fittili muliebri, di cui la migliore
vedesi qui sopra (fig. 67), per nulla si distinguerebbero
dalle eguali ed assai ovvie maschere greche arcaiche.
Le necropoli puniche di Tharros e di Cartagine hanno
dato analoghe maschere ('). Aggiungasi un avambraccio
sinistro (fig. 68) di statuina, col pugno chiuso e forato,
per tenere un fiore od un frutto metallico. Tutte co-
Fig. 68.
deste terrecotte, non posteriori al principio del secolo V,
rappresentano prodotti della coroplastica cartaginese
sotto l'influsso dell'arte greca arcaica (2) ; in tali condi-
zioni di dipendenza si trovano pure i coroplasti semi-
tici dell'oriente. Solo per le due maschere, od almeno per
quella disegnata, tenendo anche conto del diverso ge-
nere della creta, sarei propenso ad ammettere vera ori-
gine greca, visto che nel santuario si è anche trovato
qualche avanzo di ceramica greca. Infatto, lasciando
da parte qualche fiaschette d'arte ordinaria, locale,
conviene ricordare un aryballos corinzio, decorato del
nodo ad elica o fior di loto stilizato (fig. 69), articolo
DOSI
Fig. 69.
del VI sec. certo importato, come i numerosi esemplari
dello stile delle necropoli cartaginesi, nelle quali nulla
invece si ha di ceramica attica. La piccola e logora
lekythos, di cui produco pure uno schizzo, con palmette
ioniche unite da giragli su fondo bianco (fig. 70)
rientra nella famiglia dei così detti vasi di Locri, ma
(•) Delattre, Carthage- La nécrop. punique de Dommes.
Fouilles de 1893-94, fig. 39, 54, 55.
(2) Su questo stile greco-fenicio vedi Heuzey, Bullettin
Gorr. Hellenique, 1891, p. 608 e segg. e Perrot, op. e loc. cit.
PANTELLERIA
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Rozzissiraa protome muliebre in arenaria, qui di-
segnata; il lavoro è negletto, quasi abbozzato, pes-
sima la conservazione; la chioma laterale lunghissima
Fig. 66.
è solcata da striature verticali e nella base è aperto
un profondo foro per fissare la imagine ad un perno
(fig. 66).
Pio. 67.
Due maschere fittili muliebri, di cui la migliore
vedesi qui sopra (fig. 67), per nulla si distinguerebbero
dalle eguali ed assai ovvie maschere greche arcaiche.
Le necropoli puniche di Tharros e di Cartagine hanno
dato analoghe maschere ('). Aggiungasi un avambraccio
sinistro (fig. 68) di statuina, col pugno chiuso e forato,
per tenere un fiore od un frutto metallico. Tutte co-
Fig. 68.
deste terrecotte, non posteriori al principio del secolo V,
rappresentano prodotti della coroplastica cartaginese
sotto l'influsso dell'arte greca arcaica (2) ; in tali condi-
zioni di dipendenza si trovano pure i coroplasti semi-
tici dell'oriente. Solo per le due maschere, od almeno per
quella disegnata, tenendo anche conto del diverso ge-
nere della creta, sarei propenso ad ammettere vera ori-
gine greca, visto che nel santuario si è anche trovato
qualche avanzo di ceramica greca. Infatto, lasciando
da parte qualche fiaschette d'arte ordinaria, locale,
conviene ricordare un aryballos corinzio, decorato del
nodo ad elica o fior di loto stilizato (fig. 69), articolo
DOSI
Fig. 69.
del VI sec. certo importato, come i numerosi esemplari
dello stile delle necropoli cartaginesi, nelle quali nulla
invece si ha di ceramica attica. La piccola e logora
lekythos, di cui produco pure uno schizzo, con palmette
ioniche unite da giragli su fondo bianco (fig. 70)
rientra nella famiglia dei così detti vasi di Locri, ma
(•) Delattre, Carthage- La nécrop. punique de Dommes.
Fouilles de 1893-94, fig. 39, 54, 55.
(2) Su questo stile greco-fenicio vedi Heuzey, Bullettin
Gorr. Hellenique, 1891, p. 608 e segg. e Perrot, op. e loc. cit.