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IL SEPOLCRETO GALLICO

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erano inoltre frammisti con altri del tipo di quelli
provenienti dal sepolcreto di Montefortino (').

Stazioni del periodo neolitico.

Oltre gli oggetti sporadici raccolti a fior di suolo,
il dott. Monti aveva pure per il primo constatato la pre-
senza di stazioni dell' età neolitica in quella contrada.

1°. Stazione presso il campo Chileo. Una di tali
stazioni aveva egli scoperto, fin dal 1878, in un sito
non lungi dalla Nevola, sopra Nidastore, nel rialto di
una sinuosità, verso la strada, prima di giungere al
campo detto Chileo (Carta archeol. n. 10). Ivi alla
profondità di poco più che mezzo metro, egli aveva
trovato terra nera commista a carboni, a cocci nerastri
di rozze stoviglie e ad ossa di bruti in parte bruciate,
fra le quali una mandibola di capra. Alla profondità
di circa un metro e sempre in mezzo a terra nera
aveva raccolto coltelli e frecce di selce unitamente a
molte scheggie informi, che per la qualità della selce
e l'aspetto della patina, apparivano scarti di lavoro (2).

2°. Villaggio a fondi di capanne delle Conelle.
Al cav. Agostino Monti devesi ancora il primo an-
nunzio della scoperta, fatta l'anno 1879, presso il
Ponte delle Conelle, pochi chilometri sopra Monte-
fortino (Carta archeol. n. 12), di una grande macchia
nera contenente ceneri, carboni, coltellini e frecce di
selce, ossa di animali, frammenti di stoviglie e fu-
saiuole discoidali (3).

A quella notizia però non si era annessa grande
importanza.

Nel 1890 visitando il Museo di Ancona vi osservai
alcuni cocci eh' erano stati pochi giorni prima donati
dal cav. Anselmi e provenivano dalle Conelle. Allora
non ebbi più dubbio che in quel luogo doveva aver
esistito una stazione preistorica.

E recatomi in Arcevia ed insieme col cav. Anselmi
fatto eseguire un largo scavo nella sezione della ca-
panna stessa apparsa nel 1879, avemmo la fortuna
di estrarre da essa numerosi e svariatissimi oggetti,
i quali furono poi aumentati e completati da altri

(') Anselmi, Nuova Rivista Miseria, anno Vili, p. 189.
C1) Bull, di paletn. ital., anno IV, p. 18.
(3) Bull, di paletti, ital., anno V, p. 198.

raccolti nei giorni seguenti dallo stesso cav. Anselmi
dentro altri fondi di capanne che esistevano nel piano
stesso, in cui quella prima capanna era stata scavata.

Della scoperta pubblicai subito un cenno nelle
Notizie degli Scavi (') ma, disgraziatamente, senza
alcun disegno degli oggetti rinvenuti; perciò la loro
importanza non potè essere giustamente apprezzata
dai dotti.

Qui ripeto, in riassunto, la descrizione della sco-
perta, corredandola di alcuni zinchi degli oggetti più
notevoli.

La capanna, eh' era stata sezionata nel 1879 in
occasione che si corresse la strada comunale fra Ar-
cevia e S. Genesio, aveva forma concoide e penetrava
nella ghiaia oltre quattro metri. In questa altezza
erano per dir così due piani sovrapposti e separati
fra loro da uno strato di ghiaia della potenza di m. 0,70.
La quale sovrapposizione si spiega col fatto che, dopo
che il fondo della primitiva capanna era stato col-
mato, gli abitanti avevano disteso sovr' esso un forte
strato di ghiaia, che diventò come il piano di una
seconda capanna.

Durante lo scavo si tennero separati gli oggetti
giacenti nei due piani, per rilevarne le differenze, se
mai ne esistevano.

Il centro della capanna inferiore era occupato da
pezzi di terra giallastra, battuta ed indurita per ripe-
tuta cottura, i quali erano residui del focolare. Intorno
al quale e dentro una terra nera e vischiosa, dovuta
alla decomposizione di avanzi organici, giacevano am-
mucchiati frammenti di ciotole di terra nera e fine,
ossa tubulari, ma infrante, di bue, mandibole di cin-
ghiali, un teschio quasi intero di cane.

Presso questi avanzi del pasto furono raccolte nu-
merose frecce di selce rossa, alcune del tipo amando-
lare, altre di quello a foglia d' ulivo, tutte finamente
lavorate, con molti ritocchi. Insieme con le frecce erano
pure giavellotti di amendue i tipi. Tanto le frecce
però quanto i giavellotti presentavano la particolarità
di essere o spezzati o non finiti o non riusciti nella
lavorazione ; perciò erano stati abbandonati nella ca-
panna.

(') Anno 1891, p. 241 e seg. ; cfr. Anselmi in Nuova
Rivista Miseria, anno IV, p. 110, 141, 179, anno VII, p. 190;
anno VIII, p. 189. Bull, di paletn. ital, anno XVIII, p. 159-60.
 
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