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643

li, SEPOLCRETO GALLICO

644

Due bellissimi manici di bronzo a foglia ornata
di palmetta, i quali fiancheggiavano un'olla di bronzo
di patina stupenda, con il labbro dell' orificio lavorato
ad ovoli e dell' identico tipo di quella rinvenuta poi
a Montefortino e pubblicata sulla nostra tav. IV, n. 8,
i cui manici (n. 8) hanno la medesima forma a foglia,
ma con ornamentazione diversa.

Due resti di colatoio, della medesima forma di
quelli trovati poi a Montefortino (cfr. per il tipo
tav. XI, n. 9).

Un orlo di tegghia (tipo tav. IV, n. 6).

Un braccialetto di vetro, verdognolo con fascia me-
diana giallastra, del diametro esterno di m. 0,10, del-
l'interno di m. 0,08. Posseduto ora dal cav. An-
selmi è riprodotto sulla tav. VII, n. 19.

Frammento di vasettino variegato di colore azzurro
con smalto giallo, del tipo di quello pubblicato sulla
tav. XII, n. 10.

Dalla stessa località proviene altresì un elmo di
bronzo simile a quello pubblicato nella tav. VI, n. 3.
Manca delle paragnatidi, ma porta incisa sotto l'orlo
la seguente iscrizione:

1411 ShVDNU

L'iscrizione venne già pubblicata dal Fabretti ('),
il quale 1' ebbe dal De Minicis, che la disse ritrovata
a Suasa. Ma dallo stesso possessore Agostino Monti
fui assicurato che l'elmo con tutta la rimanente
suppellettile su descritta erasi rinvenuto a Monterolo
s. Vito, ove senza dubbio esiste un sepolcreto gallico.

2°. Serra s. Quirico (tav. I, n. 20). Un altro
sepolcreto gallico fu scoperto sotto Serra s. Quirico,
sulla sinistra dell'Esino e propriamente in vicinanza
del Ponte detto di s. Vito, in luogo molto adatto per
una chiusa di valle.

Fin dal 1860 vi si erano incontrati degli sche-
letri di guerrieri giacenti, in fosse e forniti delle
proprie armi; venti anni dopo parecchi altri se ne
scoprirono, circondati similmente da armi.

Fra queste predominavano spade di ferro a doppio
taglio, con fodero purè di ferro, una delle quali era,
col suo fodero, ripiegata, lancie in ferro di varia
grandezza e lunghezza, pili di ferro, coltellacci ricurvi,

pure di ferro, elmi di ferro con guanciali e tàbule
tipo La Tene.

Dal medesimo sepolcreto, del quale una estesa
descrizione ho dato nelle Notizie degli Scavi 1895,
p. 305 ('), si estrassero eziandio parecchi fasci di spiedi
in ferro, caldaie di bronzo, vasetti di varia forma,
tegghie di bronzo, stogili, ecc., tutti oggetti che tro-
vano riscontro in altri, come vedremo, in gran copia
usciti dal sepolcreto di Montefortino.

3°. Piobbico. Un sepolcreto di età gallica, assai
esteso, esisteva altresì presso Piobbico, mandamento di
Urbania, in una stretta valle del fiume Condigliano. In
parecchie circostanze dissodandosi ivi il terreno si
erano scoperti numerosi scheletri i quali giacevano per
lo più circondati da armi di ferro e da rozze stoviglie,
alcune delle quali contenevano piccole ossa di animali,
avanzi del pasto funebre.

Nel 1878, essendosi eseguiti scavi regolari per cura
del Governo, vi si trovarono parecchie tombe le quali
contenevano, per maggior parte, scheletri supini varia-
mente orientati, circondati da rozzi vasi di terra rossa
e nera e da armi di ferro, per lo più lunghe spade
a doppio taglio, con fodero di ferro, lance di diversa
grandezza, pili, ecc. Queste armi e queste stoviglie,
di cui alcune a vernice nera, ed altre di terra bigio-
chiara, si conservano oggi nel Museo di Bologna e
sono del tutto identiche a quelle provenienti da
altri sepolcri gallici della città e provincia di Bologna.
È notevole però in quel sepolcreto la totale assenza
di elmi, così di bronzo, come di ferro.

A Piobbico non mancavano le tombe femminili, in
alcune delle quali furono trovati globetti di vetro per
collana, fusaiuole e vari agorai di osso ; anzi dentro uno
di questi conservavasi ancora un ago della stessa ma-
teria (2).

4°. S. Pietro in Moscio (tav. I, n. 21). Le nu-
merose tombe galliche scoperte a Montefortino ci auto-
rizzano ad includere fra i sepolcreti gallici anche quello
che esisteva a S. Pietro in Moscio, circa 10 kilom. a
nord-ovest di Arcevia e del quale fu già dato un

(') Primo Supplemento alla raccolta delle antich. iscriz.
ìtal. p. 17, n. 106.

(') Di questa scoperta fece anche cenno il sig. Dome-
nico Gaspari nella Nuova Rivista Miseria del cav. Ànselmi,
anno III, p. 153. In esso ricorda fra altri oggetti « una sma-
niglia doppia di una cista di metallo lavorata a rilievo ed un
ciondolo d'oro, lavorato in bassorilievo con due figure ».

(l) Notizie degli scavi 1877, p. 211-243; 1878 p. 84-80.
 
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