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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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quelle sicuramente etnische delle stele, conforme ha
dimostrato con acute e severe comparazioni il Bri-
zio ('), sia pure che qualche speciale motivo vege-
tale (2) o zoomorrìco (3) possa paragonarsi a motivi
congeneri di talune stele.

Ma se le situle differiscono dai prodotti etruschi
più ovvii della Certosa, quale prova si ha d'altra
parte che debbansi ascrivere agli Umbri, una volta che
essi non arrivarono prima della venuta degli Etruschi,
alla rappresentazione figurativa, nè di essa possedevano
i germi? Come mai dall'impulso, ricevuto più tardi,
secondo il Brizio, dall'arte etrusca, sarebbero gli Um-
bri stati condotti a crear opere, che dalla maniera e
dalle forme dell'arte etnisca medesima sono così so-
stanzialmente diverse ?

Una trattazione piena della grave questione non
possiamo far qui, non essendo questo — l'abbiamo
già detto — il momento opportuno di sottoporre ad
analisi critica il contenuto delle rappresentanze epi-
sodiche, da cui pure potremmo ricavare materia di
utili considerazioni.

Ma non possiamo astenerci dal porre in evidenza
un argomento di grandissimo peso, che si oppone al
riferimento delle due situle agli Umbri.

Il Brizio esprime 1' opinione che * i due popoli,
Umbri ed Etruschi, abbiano continuato a vivere, al-
meno per qualche tempo, nel medesimo territorio, di-
stinti gli uni dagli altri, ciascuno mantenendo i pro-
pri costumi, esercitando e perfezionando le proprie
arti tradizionali e seppellendo ciascuno in proprio ci-
mitero » (4). Egli ammette — e su di ciò insiste più
volte — che i sepolcreti bolognesi del tipo di Villa-
nova non solo raggiungano, ma oltrepassino eziandio
1' età dell' occupazione etrusca ; siano, cioè, in parte
coevi ai sepolcreti del tipo della Certosa (5).

(') Brizio, La 'provenienza ecc., negli Atti e Mem. cit.j
p. 207-211.

(2) 11 Brizio, Nuova situla negli Atti e Mem. cit., p. 300,
avverte che certe foglie a forma di cuore, che ricorrono in ta-
lune stele etrusche (nota I), somigliano alle foglie sparse negli
spazi della situla Arnoaldi.

(3) Cosi in stele etrusche figurano Sfingi e leoni, come ele-
mento decorativo (cfr. Brizio. La proven. ecc. negli Atti e
Mem. cit., p. 205) ; e leoni abbiamo veduto nell' ultima zona
della situla della Certosa.

(4) Brizio, Nuova situla negli Atti e Mem., cit. p. 287.

(5) Op. cit., p. 284-287, 292. 297.

Ora, è evidente che, se le situle figurate fossero
opere umbre, si sarebbero dovute scoprire in tombe
umbre; nei cimiteri, in cui gli Umbri continuarono,
secondo la sua opinione, a seppellire a parte dopo la
venuta degli Etruschi. Per lo contrario l'una e 1' altra
uscirono in luce proprio da sepolcri specificamente
etruschi ; la seconda da una tomba, cui non mancava
neppure la caratteristica stele (') con una delle rap-
presentazioni inspirate alle credenze e alla religione
de' morti propria del popolo etrusco.

Ci si potrebbe opporre, che questo costume degli
Umbri e degli Etruschi di vivere appartati, durato,
secondo il Brizio » per qualche tempo » fosse forse
cessato nel periodo, cui appartengono le due situle
della Certosa e del predio Arnoaldi : che allora fosse
per avventura avvenuta già la fusione delle due po-
polazioni. Ma in questo caso noi domanderemmo: se
era accaduta tale fusione, se era giunto il tempo, in
cui non restavano più nel territorio felsineo che ne-
cropoli etnische, col dominio oramai assoluto — s'in-
tende — della etrusca civiltà, di quella civiltà che
naturalmente i conquistatori riuscirono a imporre ai
soggetti, come si potrebbe ammettere che si mante-
nesse in essere e fiorisse anche allora un'arte umbra:
e che quest'arte rappresentasse con largo e grandioso
disegno (quale ci appare massimamente nella situla
della Certosa) scene della vita sociale e religiosa di
un popolo oramai politicamente disfatto? E dato
anche e non concesso codesto, come si potrebbe spie-
gare l'apparizione di que' prodotti isolati, eccezionali
di una siffatta arte?

Noi crediamo pertanto che, non essendovi veruna
ragione per riportare agli Umbri le due situle bolo-
gnesi, e d'altra parte presentando esse notabilissime
differenze dai prodotti dell'arte etrusca, quale fiorì
al nord dell'Appennino nel periodo della Certosa (2),

0) Cfr. Gozzadini, Notizie degli scavi 1881, p. 19.

(8) Accenniamo di proposito all'arte, che fiorì nel Bolo-
gnese, nell'età della Certosa ; giucche non si può dire che quelle
situle non abbiano attinenze di sorta con nessuna opera del-
l'arte etrusca. Se noi, valicando l'Appennino, volgiamo lo
sguardo al sud, nell' Etruria propria, ci verrà fatto ritrovare
certi elementi affini a quelli delle situle bolognesi in taluni
prodotti dell'arte etrusca arcaica derivanti dalla greco-asiatica
o ionica, come in prodotti ionici originali importati in quella
contrada, de' quali avremo occasione di far menzione più in-
nanzi. Sarebbe più ragionevole pertanto, a parer mio, riferire
appunto ad un influsso dell'arte dell' Etruria propria le due
 
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