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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0094

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175

LA S1TULA ITALICA PRIMITIVA

176

d) Una figura di un' anfora di Bisenzio (fig. 58)
inedita.

e) Un cantharos d'impasto nerastro artificiale
di Narce (fig. 59) (').

f) Una kylix di bucchero fino di Narce (fig.60) (2).

g) Un vaso dipinto della necropoli siracusana
del Fusco (fig. (51) (;!).

fra cui sono vasi d' argilla figulina dipinti a striscie
del genere geometrico protocorinzio e buccheri fini,
alla seconda metà del secolo VII av. Cr. o al prin-
cipio del VI.

Riservandoci di richiamarlo, quando occorra per
qualche riscontro caratteristico, che 1' ispezione del-
l' originale ci ha suggerito, con talune figure delle si-

Ffg. 53. — Come la precedente.

Dobbiamo in ultimo contentarci di ricordare, do-
lenti di non poterne dare la riproduzione, una grande
e magnifica anfora di bronzo inedita del Museo di Fi-
renze, proveniente dalla necropoli volsiniese (4), che è
uno dei più insigni sphyrelata, appartenenti al gruppo
ionico-etrusco, di cui qui si tratta.

Questo vaso, che crediamo sarà presto degnamente
pubblicato in altra sede, proviene da una tomba rife-
ribile, secondo risulta dall' indole della suppellettile,

(') Barnabei, Gamtirrim, ecc. Antich del, terr. falisco, nei
Monurn. ant. IV, col. 209-10, fig. 04 b.
(*) Ibid-, col. 329-30, fig. 170, 170 a b.

(3) Orsi, Notizie 1895, p. 186, fig. 87.

(4) Cfr. il giornale degli scavi dell'ing. R. Mancini, Noti-
zie 1885, p 504. Dell'anfora e del vasellame fittile della tomba
è data una piccola riproduzione dal Milani, Museo topogr. cit..
p. 47; cfr. p. 48. Ma niente apparisce da quella figura della
decorazione dell'anfora stessa, che può riguardarsi quindi come
inedita.

tuie ('), diciamo eh' esso è ornato di due zone di nu-

(') A questo vaso indubbiamente deve aver alluso l'Orsi
nella accurata sua recensione della mia Collezione Baratela
sopra citata, Bull, di falcia. XIV, p. 113, dov'egli parla di
« un grande vaso di bronzo sbalzato, zonato e figurato prove-
niente da una tomba del VI secolo, ed acquistato dal Museo
etrusco di Firenze », sebbene soggiunga subito: « certo che tra
le figure di quello e le altro delle situle veneto-bolognesi poco
assai vi è di comune ». Egli lo cita e percliè più antico « di
tutti i monumenti affini del nord-est d'Italia » e perchè esso
dimostrerebbe in ogni caso esservi in Rtruria qualche cosa, che
ha pure delle affinità con l'arte figurativa delle situle. L'Orsi
credeva che io non ammettessi la esistenza nell'Etruria di ele-
menti affini alle situle figurate; infatti egli cosi si esprime: « In
questo processo (cioè dell'arte figurativa delle situle), il Ghi-
rardini esclude interamente ed essenzialmente l'Etruria, perchè,
egli dice, nulla di consimile fu mai trovato nell'Etruria ». Trat-
tasi di una svista dell'Orsi; imperocché nelle Notizie 1885,
p. 365 (= La collez. Barat. p. 191) io affermai anzi: « l'arte
dell'Etruria propria, che fino a tutto il secolo VI av. Cr. si
mantenne di un carattere spiccatamente asiatizzante, offrirebbe
invero ricchissima materia di raffronti, quanto ai motivi de-
 
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