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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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ribili a età e centri di fabbricazione diverbi, in una
sola vasta categoria e ricondotti più o meno diret-
tamente all'arcaica arte ionica (').

Queste copiose e molteplici ceramiche, nelle quali
fu già notata la sopravvivenza di antichissimi ele-
menti fìtomorfici e zoomorlici dell' età micenea (2),

per le rappresentanze zoomorfiche, di cui sono a-
dorni (').

Noi possiamo pertanto, avendo sotto gli occhi un
ricchissimo repertorio di forme artistiche, rintracciare
quali attinenze esso offra con gli elementi costituenti
la decorazione dello nostre sitale.

occupano un periodo importantissimo dell'arte greca,
nel quale essa subisce l'influsso dell'Asia anteriore :
e si possono riguardare come intermedie fra il genere
geometrico puro e quello specificamente corinzio, dal
quale trasse impulso nuovo l'arte vasculare dell' età
classica.

Nò soltanto i vasi dipinti, ma i vasi neri o buc-
cheri dell' età più arcaica, cui oggidì si attribuisce
del pari origine greca, sebbene siano diventati ben
presto uno dei più caratteristici prodotti dell'arte etni-
sca, offrono stringenti paralleli colle nostre situle

(') Sulla limitazione da darsi al significato di questa appella-
zione tengasi sempre presente un'osservazione del Diimmler,
Rnm Mittheil. Ili (1888), p. 162, nota 1. « Ich gebrauche diesen
Ausdruck nur der Kurze halber a potiori, da es keine Stammes-
kiinste giebt, sondern nur Bereiclie verchiedencr Culturcentren,
welche sich mit den Stammesgrànzen nicht decken ri.

(2) Furtwàngler. Die Bronzefuu.de cit., p. 45; Mt/kenische
Vasen, p. XV; BOhlau, Jahrhuch des Inst., II, p. 32 e sgg.
V. specialmente p. 60, 61.

A maggiore intelligenza dei raffronti, che stiamo
per instituire fra gli elementi particolari di ornamen-
tazione delle nostre situle e quelli delle opere di pro-
venienza greca od italica, diamo qui riprodotti alcuni
esemplari, che abbiamo scelto fra le più caratteristiche
di queste opere ; cioè :

a) Alcuni frammenti della cista di avorio chiu-
sina (fìg. 52, 53) (2).

b) Tre vasi di Rodi (fìg. 54-56) (3).

c) Un vaso di Milo (fìg. 57) (<).

(') Cfr. specialmente su questi vasi e sulle loro rappresen-
tanze zoomorfiche, Karo, op. cit., p. 7 e sgg. Il Karo insiste
sulla originaria importazione greca in Etruria de' buccheri,
a cui già avevano pensato l'Helbig, Bull, dell' Inst. 1875, p. 98
e sgg. e il Barnabei, Antich. del terr. falisco, nei Mon. ani.
IV, col. 293 e sgg.

(2) Cfr. col. 172, nota 4.

(3) Il primo (fìg. 54) edito da Rayet e Collignon, Histoirc
cit., p. 49, fìg. 28 ; gli altri due (fìg. 55, 56) da Furtwàngler,
Jahrhuch des arch. Inst. I, p 140, n. 2944, 2956.

(4) BOhlau, Jahrburh des Inst. II, tav. 12.
 
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