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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0103

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193 STUDIATA SPEC

un branco di bovi ('), innanzi a cui è un uomo seduto
accanto ad un albero, che ricorda da vicino quello
della situla Benvenuti. Ivi però esso è in atto di affer-
rare colla sinistra un corno di uno dei bovi caduto
sulle gambe anteriori, e tiene nella destra un col-
tello: atteggiamento, che fa pensare trattarsi di una
scena di sacrifìcio, e che suggerì al Furtwàngler una
interpretazione mitologica (2).

Si è con ragione posta a raffronto questa rappre-
sentanza con quella del vaso calcidico esprimente Ercole
e Gerione (3).

Noi osserviamo che la scena semplicemente pasto-
rale della situla Benvenuti, sebbene disforme nel signi-
ficato e nei particolari da quella della lamina d'Olim-
pia, è pure assai affine ad essa per 1' insieme dello
stile, per l'accoppiamento del bove con 1' uomo, per
l'atteggiamento di questo, per la presenza dell'albero.

Per ciò che s'attiene alla struttura del bove non
occorre avvertire come tanto ne' bronzi greci, quanto
nelle situle venete e alpine il bove, al modo istesso
di tutti gli altri animali cornuti, è costantemente
espresso con un corno solo, la quale forma di rappre-
sentazione il Furtwàngler notava come caratteristica
appunto dello stile greco-orientale e diversa dalla ma-
niera più naturalistica tenuta ordinariamente dall'arte
micenea (4).

Come abbiamo riscontrato con una lamina di Olim-
pia la scena pastorale della situla Benvenuti, così la
rappresentazione della figura di arciere espressa insieme
con una fila di animali nell'ultima zona della situla
Arnoaldi, figura che dà alla rappresentanza il signifi-
cato di scena di caccia, possiamo porla a raffronto
di uno degli scudi cretesi molto frammentario, nel
quale sono espresse cacce, cui prende parte un arciere
similmente genuflesso (5). E una reminiscenza di tali
scene di cacce scorgiamo nella già citata anfora di
bronzo volsiniese del museo di Firenze, dove nella

(') Esiste un altro frammento di lamina coi frammenti di
altri due buoi.

(2) Cfr. Curtius, Das archaische Bronzerclief aus Olympia,
v>. 11, e Furtwàngler nel testo illustrativo della lamina n. 694.
Egli pensa al sacrifìcio istituito da Ercole, ravvisando nell'al-
bero un ulivo.

(3) Gerhard, Auserl. Vasenb., tav.. CV-CVI.
(<) Olympia, IV, p. 142.

(5) Museo italiano, II, col. 145 e sgg. Vedi specialmente
la figura riprodotta alle eoi. 149-150.

Monumenti antichi — Vol. X.

[ENTE IN ESTE 194

seconda zona, fra mezzo agli altri animali, si hanno
due figure umane : una col ginocchio piegato a terra,
una accovacciata. Anche di questo motivo è evidente
pertanto la derivazione ionica o greco-orientale.

Fra gli altri animali della situla A, che più fre-
quentemente occorrono anche nelle altre, ne' coperchi,
ne' centuroni, e in quasi tutte le situle alpine occupa
un posto principalissimo il cervo, talora fornito di un
lungo corno ramoso (tav. I e fig. 4, 14, 16, 43, 45,
31) ; in casi affatto eccezionali, cioè nella situla di
Sesto Calende (fig. 39) e su qualche centurone (cfr.
tav. V, fig. 35) con due corna; talora anche sprovvisto
di corna, così da doversi prendere per cerva o cerviatto.

Or bene : anche il cervo, già non ignoto all' arte
micenea ('), compare nell'arte greca arcaica, interpo-
lato da prima alle forme geometriche (2) e appresso
associandosi vieppiù frequentemente agli altri ele-
menti dell'arte greco-orientale. Lo troviamo nei bronzi
cretesi (3), in un diadema d'oro d'Atene (') e segna-
tamente ne' vasi rodii (cfr. la fig. 54), nella cista
eburnea chiusina (fig. 52) e in tutti gli altri vasi
della famiglia ionica (5), fra cui le due anfore di
Narce altra volta citate.

Il cervo della situla A è rappresentato in atto di
pascere col collo fortemente inchinato e la testa bassa
così da toccare quasi al suolo: atteggiamento, che
trova esattissimo riscontro nelle figure dei detti vasi
greci (c).

L' atto del pascere, reso più evidente nella situla A
(fig. 4) dal ramo ricurvo, che spunta dal suolo e a
cui il cervo accosta la bocca, è del resto comune alle
altre bestie selvatiche espresse nella stessa situla A
(fig. 3), nella seconda C (tav. I), come ne' coperchi

(') Vedi gli esempi da me citati nel Bull, di paletti, iteti.,
XXV (1899), p. 79, note 3, 4.

(2) Ghirardini, Bull, di paletn- cit., p. cit., nota 5.

(5) Museo ital., II, tav. VII, VIII (patere); X, fig. 2, p. 699-
700 (scudi).

(4) Perrot e Chipiez, op. cit., VII, p. 246, fig. 114.

(5) Cfr. Karo, De arte vasc, passim. V., specialmente Salz-
mann, op. cit., tav. XXXVII. Flihders Petrie, Naukratis, I, tav. IV,
fig. 3; tav. X, fig. 1. Jahrbuch des Inst. I, p. 138, n. 2973; II,
tav. II fig. 1. Rom. Mittheil. II, tav. Vili, fig. 1 e tav. IX.
Pottier, op. cit., tav. XII; A 316; tav. XXVI, C 566. Notizie
degli scavi 1895, p. 137, fig. 14; p. 156, 157, fig. 43, 44.

(6) Quasi tutti gli esempi sopra addotti dei vasi della fa-
miglia ionica offrono per questo particolare pieno e decisivo
riscontro.

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