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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE
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esprimere semplici fronde, giacché tutti gli animali,
tranne uno, sono senz'ali.
E queste fronde ricorrono anche nelle altre situle
Capodaglio E-F (tav. II, 1,2), dove i ramoscelli partono
dal petto de' quadrupedi e de' volatili. Non manca del
resto qualche esempio di vere e proprie fronde simili a
queste delle nostre situle, che si staccano dal petto
o dal dorso di animali dipinti su vasi greco-orien-
tali (<).
Ma nelle situle C, I, L, M i motivi, che vengono
a dominare nella decorazione, e di cui la copia mag-
giore e più accuratamente delineata è profusa spe-
cialmente in I, sono quelli offerti nella nostra fig. 64,
dai n. 5-9.
Il n. 5 ci offre la palmetta organicamente formata
con molte foglie e le ampie volute spirali divergenti,
quale appare precisamente sui vasi di Milo, sulle
corazze di Olimpia, sull' anfora volsiniese del museo
di Firenze e su un infinito numero di vasi della fami-
glia ionica (2). Il motivo greco, che abbiamo scelto
(n. 5, fig. 63), è preso dal vaso di Milo dato dalla
nostra fig. 57. 11 motivo parallelo (fig. 64) è della
situla I (tav. Ili), la quale dev' essere per tutto l'in-
sieme della decorazione, abbondante di palmette e
volute, riscontrata a quel vaso, e agli altri della
stessa provenienza editi dal Conze.
Nella palmetta della situla I riprodotta dal n. 5 a
(fig. 64) è da notare ch'essa si svolge da un viticchio
obbliquamente ricurvo, il quale parte dalla testa del
leone (cfr. la detta tav. III). Di codeste capricciose tor-
tuosità di viticchi, da cui si sviluppano con diversa
direzione le palmette, ci sono offerti esempi calzantis-
simi da vasi beotici (3), samii (4) ecc. Lasciando questo
particolare, la palmetta così perfettamente foggiata,
(') Il medesimo vaso di Wurzburg ed un' oinochoe di Mo-
naco (Jahn, n. 962 = Bohlau, op. cit, p. 102, fig. 53, 54) offrono
rami distesi sotto alle figure degli animali o negli spazi vuoti.
Sul vaso di Monaco un ramo si stacca proprio dal dorso di un
volatile. Dal petto di un volatile si stacca pure un ramo pre-
cisamente come nella nostra situla su di una pyxis di Camiros,
ora al Louvre: Pottier, op. cit., tav. X, A 286.
(*) Cfr. Riegei, Stilfragen, p. 154 e sgg. Rayet e Col-
ligon, Histoire cit., p. 43. Savignoni, Mon. ant., VII, col. 69.
(3) Cfr. p. es. Jahrbuch des Inst., Ili p. 332, fig. 3; p. 335,
fig. 8; p. 337 fig. 10; p. 339 fig. 15.
(4) Bohlau, Aus ion. und. ital. Neckrop., p. 54. fig. 22;
p. 55, fig. 25.
come appare sul vaso I, si ha anche nelle situle E-H,
dove, come abbiamo sopra avvertito, è adoperata come
finimento convenzionale della coda degli uccelli. Sulla
situla I abbiamo la variante 5 b, che differisce dal 5 a
soltanto per le allungate dimensioni delle foglie.
La forma 6 offre la palmetta con una sola foglia
fra le volute. Il prototipo (fig. 63) è preso da uno
de' vasi di Milo ('). L'esemplare italico (fig. 64) è della
situla L (tav. IV). In sostanza questo tipo è il me-
desimo, che appare ripetutamente sulla cista chiusina
e nella situla A (cfr. forma 3), ma con le spirali più
sviluppate e stilizzate.
Interessantissimo e stringentissimo è il raffronto delle
due forme 7, quali appaiono l'ima (fig. 63) nel vaso pro-
toattico di Analatos (2) l'altra (fig. 64) sul frammento di
situla Boldù-Dolfin M (fig. 27). È la rarità del motivo,
già messa in evidenza dal Bohlau, che rende più pre-
zioso e stringente il raffronto. Il Bohlau ha ricordato
solo una lastra di bronzo fenicia del Louvre (3), con
la stessa forma di palmetta ed un secondo vaso pro-
toattico (4), in cui ricompare con qualche leggera va-
riante. Egli ne spiega la natura, riconnettendola a
ragione con 1' arte micenea (r>).
Su di un terreno più sicuro ci muoviamo col mo-
tivo 8 : la palmetta dalle spirali convergenti aperte
orizzontalmente. Abbiamo scelto il prototipo greco in
uno dei più belli e noti piatti di Camiro (fi). Tolto
1' artificio della forma, esso risponde perfettamente alla
palmetta della situla H (8 a, fig. 64), accanto alla quale
ne abbiamo posta una seconda (8 b) con le stesse spi-
rali convergenti, ma meno sviluppate e con una sola
foglia nel centro: di queste palmette con le volute
convergenti due spuntano capovolte dall' alto nella si-
tula C (tav. I), mentre una terza, che ivi pure pende
dall' alto, ha le spirali divergenti (cfr. n. 6, fig. 64).
Veniamo alla forma 9 a e b. Anche questa è delle
più frequenti nelle nostre situle. Trattasi di volute o
riccioletti, i quali nella situla C (tav. I) hanno la
forma semplificata 9 b (fig. 64) e spuntano abbondan-
(') Conze, op. cit., tav. I.
(2) Jahrbuch, II, tav. 3.
(») Perrot e Chipiez, Histoire, III, p. 813, n. 565. Cfr.
Bohlau Jahrbuch, II, p. 37, nota 6.
(*) Jahrbuch cit., p. 52, fig. 14.
(5) Ibid., p. 38.
(6) Salzmann, Nécrop. de Camiros, t. LI.
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esprimere semplici fronde, giacché tutti gli animali,
tranne uno, sono senz'ali.
E queste fronde ricorrono anche nelle altre situle
Capodaglio E-F (tav. II, 1,2), dove i ramoscelli partono
dal petto de' quadrupedi e de' volatili. Non manca del
resto qualche esempio di vere e proprie fronde simili a
queste delle nostre situle, che si staccano dal petto
o dal dorso di animali dipinti su vasi greco-orien-
tali (<).
Ma nelle situle C, I, L, M i motivi, che vengono
a dominare nella decorazione, e di cui la copia mag-
giore e più accuratamente delineata è profusa spe-
cialmente in I, sono quelli offerti nella nostra fig. 64,
dai n. 5-9.
Il n. 5 ci offre la palmetta organicamente formata
con molte foglie e le ampie volute spirali divergenti,
quale appare precisamente sui vasi di Milo, sulle
corazze di Olimpia, sull' anfora volsiniese del museo
di Firenze e su un infinito numero di vasi della fami-
glia ionica (2). Il motivo greco, che abbiamo scelto
(n. 5, fig. 63), è preso dal vaso di Milo dato dalla
nostra fig. 57. 11 motivo parallelo (fig. 64) è della
situla I (tav. Ili), la quale dev' essere per tutto l'in-
sieme della decorazione, abbondante di palmette e
volute, riscontrata a quel vaso, e agli altri della
stessa provenienza editi dal Conze.
Nella palmetta della situla I riprodotta dal n. 5 a
(fig. 64) è da notare ch'essa si svolge da un viticchio
obbliquamente ricurvo, il quale parte dalla testa del
leone (cfr. la detta tav. III). Di codeste capricciose tor-
tuosità di viticchi, da cui si sviluppano con diversa
direzione le palmette, ci sono offerti esempi calzantis-
simi da vasi beotici (3), samii (4) ecc. Lasciando questo
particolare, la palmetta così perfettamente foggiata,
(') Il medesimo vaso di Wurzburg ed un' oinochoe di Mo-
naco (Jahn, n. 962 = Bohlau, op. cit, p. 102, fig. 53, 54) offrono
rami distesi sotto alle figure degli animali o negli spazi vuoti.
Sul vaso di Monaco un ramo si stacca proprio dal dorso di un
volatile. Dal petto di un volatile si stacca pure un ramo pre-
cisamente come nella nostra situla su di una pyxis di Camiros,
ora al Louvre: Pottier, op. cit., tav. X, A 286.
(*) Cfr. Riegei, Stilfragen, p. 154 e sgg. Rayet e Col-
ligon, Histoire cit., p. 43. Savignoni, Mon. ant., VII, col. 69.
(3) Cfr. p. es. Jahrbuch des Inst., Ili p. 332, fig. 3; p. 335,
fig. 8; p. 337 fig. 10; p. 339 fig. 15.
(4) Bohlau, Aus ion. und. ital. Neckrop., p. 54. fig. 22;
p. 55, fig. 25.
come appare sul vaso I, si ha anche nelle situle E-H,
dove, come abbiamo sopra avvertito, è adoperata come
finimento convenzionale della coda degli uccelli. Sulla
situla I abbiamo la variante 5 b, che differisce dal 5 a
soltanto per le allungate dimensioni delle foglie.
La forma 6 offre la palmetta con una sola foglia
fra le volute. Il prototipo (fig. 63) è preso da uno
de' vasi di Milo ('). L'esemplare italico (fig. 64) è della
situla L (tav. IV). In sostanza questo tipo è il me-
desimo, che appare ripetutamente sulla cista chiusina
e nella situla A (cfr. forma 3), ma con le spirali più
sviluppate e stilizzate.
Interessantissimo e stringentissimo è il raffronto delle
due forme 7, quali appaiono l'ima (fig. 63) nel vaso pro-
toattico di Analatos (2) l'altra (fig. 64) sul frammento di
situla Boldù-Dolfin M (fig. 27). È la rarità del motivo,
già messa in evidenza dal Bohlau, che rende più pre-
zioso e stringente il raffronto. Il Bohlau ha ricordato
solo una lastra di bronzo fenicia del Louvre (3), con
la stessa forma di palmetta ed un secondo vaso pro-
toattico (4), in cui ricompare con qualche leggera va-
riante. Egli ne spiega la natura, riconnettendola a
ragione con 1' arte micenea (r>).
Su di un terreno più sicuro ci muoviamo col mo-
tivo 8 : la palmetta dalle spirali convergenti aperte
orizzontalmente. Abbiamo scelto il prototipo greco in
uno dei più belli e noti piatti di Camiro (fi). Tolto
1' artificio della forma, esso risponde perfettamente alla
palmetta della situla H (8 a, fig. 64), accanto alla quale
ne abbiamo posta una seconda (8 b) con le stesse spi-
rali convergenti, ma meno sviluppate e con una sola
foglia nel centro: di queste palmette con le volute
convergenti due spuntano capovolte dall' alto nella si-
tula C (tav. I), mentre una terza, che ivi pure pende
dall' alto, ha le spirali divergenti (cfr. n. 6, fig. 64).
Veniamo alla forma 9 a e b. Anche questa è delle
più frequenti nelle nostre situle. Trattasi di volute o
riccioletti, i quali nella situla C (tav. I) hanno la
forma semplificata 9 b (fig. 64) e spuntano abbondan-
(') Conze, op. cit., tav. I.
(2) Jahrbuch, II, tav. 3.
(») Perrot e Chipiez, Histoire, III, p. 813, n. 565. Cfr.
Bohlau Jahrbuch, II, p. 37, nota 6.
(*) Jahrbuch cit., p. 52, fig. 14.
(5) Ibid., p. 38.
(6) Salzmann, Nécrop. de Camiros, t. LI.