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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Mariani, Lucio: Aufidena: ricerche storiche ed archeologiche nel sannio settentrionale
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0143

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AUFIDENA

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fosse prezioso, perchè commisto con oro ed argento (1),
tantoché divenne celebre specialmente sul mercato 1' « oro
Spinelli » che si credeva essere il famoso metallo
corinzio (2). Ma la leggenda venne sfatata da un'analisi
chimica più esatta (3) che provò non esistere traccia
di metalli preziosi nel bronzo di Suessula e di Allifae.
Il bronzo di queste necropoli è costituito principal-
mente di rame e stagno, quest'ultimo in minor quan-
tità; l'analisi del bronzo di Alfedena ha dimostrato
che la lega del bronzo è anche qui ugualmente costi-
tuita, come risulta anche per molti altri bronzi an-
tichi (4). Sono di bronzo gli oggetti fusi ; quanto ai lami-
nati la cosa è dubbia, contenendo essi pochissimo stagno;
debbono piuttosto ritenersi di rame, per quanto impuro.

Tra le materie usate dagli abitatori di Alfedena
non mancano l'avorio (5) e l'osso (r>), l'ambra (7), il
legno (8), il cuoio (n). Gli abiti che rivestivano i ca-
daveri erano di stoffe talvolta abbastanza fine, in lana,
o in lino (10).

Gli uomini spesso recano nella loro tomba le armi
e le donne portano i loro ornamenti, non soltanto
quelli che dovevano essere loro abituali, ma talvolta
accumulati in gran copia ("). Giova qui notare che
gli oggetti non sempre erano collocati in quelle parti
del corpo che dovevano portarli, ma qualche volta
erano semplicemente deposti sul cadavere o presso di
lui in altro modo (,2). Qualche volta, dei vasi o la

(i) Von Duhn, Bull. Ist. 1878, p. 160; 1879, p. 142;
Dressel, Annali Ist. 1884, p. 247.

(*) Sittl, Kunstarchaeologie, nelF'Handbuch del Muller VI,
p. 203 segg.

(3) Roem. Mitth. 1888, p. 252; Pigorini, Rendiconti del-
VAcc. dei Lincei, Se. Mor. 1888, p. 261 segg.

(4) V. Bluenmer, Technologie u. Terminologie d. Geiverbe
u. Kiinste, IV, p. 188.

(5) Pendagli, p. e. ri. 1413; anello 254.

(«) Elsa di spada n. 777; anello n. 12; amuleto 388.

(7) Usata specialmente nelle collane. Un esame di alcuni
frammenti di ambra, fatto dai dott. De Angelis e Brizi dimostra
che si tratta di vera resinite o ambra fossile e non di una
pasta artificiale.

(8) P. e. foderi di daghe ed else.

(9) P. e. cinture, cinghie, fiocchi, astuccio di rasoio n. 2121.

(10) È probabile che in alcuni casi questi avanzi di stoffa
appartengano ad un lenzuolo che avvolgeva il cadavere, p. e.
nella tomba D'\ CCCCXXXIV.

P. e. tomba n. CCCCXXXIV della zona DIT,
(ls) P. e. il balteo sciolto, messo longitudinalmente sul
corpo, Dw, CCC; E, XCVIII, le fibule intrecciate a catena,
Dlv, CCCLXXXVIII, e la collana posta sul petto, nella tomba

\y\ ccccxxxiv.

Monumenti antichi — Vol. X.

lancia (') son posti sopra il coperchio, ma non tutta
la suppellettile sempre era messa entro la tomba.
Generalmente le olle ed altri grossi vasi sono in uno
speciale ripostiglio, fatto di lastre o di sassi, presso
la fossa. Tale ripostiglio è sempre vicino alla testa,
da un lato, quasi sempre ad un livello più alto della
tomba (2), onde si può supporre che i vasi ripostivi
facessero parte del banchetto funebre.

Noto qui alcune particolarità della sepoltura. Come
in altre necropoli affini (3), così ad Alfedena si sono
trovate fosse bisome In una delle ultime tombe
scavate, si è trovato uno scheletro che presentava la
frattura di un femore, risaldata poi naturalmente per
sovrapposizione (5) ; in un'altra un teschio presentava
una ferita (•>).

Ma se questi particolari mostrano accidenti ovvi
nella vita, non saprei come spiegare un altro fatto
che talvolta si presenta, cioè l'essere collocata sotto
la testa del morto una mascella di bue (7). Sarà questo
un rito religioso, per cui un avanzo del sacrificio ve-
niva deposto presso al defunto, oppure si tratta qui
d'una pietanza, come quelle vegetali e talvolta ani-
mali, che si rinvengono molto di frequente nelle tombe
di Alfedena (8).

Merita una speciale menzione la cura con cui ve-
nivano sepolti i bambini. Lo tombe di questi, talvolta

(') P. e. lancie: 97, 1624, 1697; torque n. 26; vasi 93, 94.

(2) Simili ripostigli hanno le fosse dei Falisci, Jl/on. ant.
Lincei, IV, p. 128 seg., 136 seg. ; cfr. anche Boehlau, Aus
ioti. u. ital. Necroji., p. 23 (Samos). A Suessula le olle ed i
vasi accessori sono posti vicino, non dentro la tomba : cfr.
Bull. Ist. 1878, p. 158.

(3) Terni, Notizie 1886, p. 253, 5 e 6; Novilara, Mon.
Lincei, V, 1895, p. 168.

(4) De Nino, Notizie 1882, p. 69 ; la tomba era divisa da
una lastra, tomba VI della zona B"; tomba XXX della mede-
sima zona; cosi CHI della zona B"; zona C, XXVII; D",
CCXXXIX; CCXLVII poco discosta dalla precedente. Tomba
di gemelli B'", CLXXVII; D", CXL; C, XIX; zona E, XIII,
i cadaveri in senso opposto. Due tombe parallele e accostate
con una sponda comune D", L, LI. Di due bambini D", CXIII.
Al contrario è da notare la tomba CCXC della zona D'" stret-
tissima.

(3) Zona E, XCV.

(c) Zona B" tomba XIV, 188. V. anche DIV, CDLXXIV.
Alle volte il teschio si trova sull'addome o ai piedi e non al
suo posto (cfr. p. e. De Nino, Notizie 1877, p. 277; cfr. D'\
CCCXCIX); ma ciò si può spiegare col fatto dell'inclinazione
della tomba che ha fatto ruzzolare il cranio.

f) P. e. 127, 2286.

(8) V. p. 288 e segg.

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