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271

AUFIDENA

272

Nella zona D'v(') ho constatato, quasi a fior di terra,
delle pietre disposte regolarmente in circoli, il dia-
metro dei quali varia da m. 6 a 10. Essendo questi
recinti facili a distruggersi coi lavori agricoli o a pas-
sare inosservati, perchè le pietre che li compongono
sono rozzi ciottoloni non lavorati, c' è da supporre che
un tal fatto fosse più frequente e non limitato alla
sola ultima zona esplorata. Stante la natura uniforme
della superficie del suolo, non crederei che tali circoli
avessero sostenuto un tumulo; come pure non trovai
nessuna traccia di stele o altro segno materiale esterno
che indicasse le tombe (2).

Mancando le stele, mancano naturalmente anche
le iscrizioni sepolcrali: in tutta la necropoli nessuna
traccia di epigrafe si mostra ; eppure, almeno nel pe-
riodo più recente di essa, la scrittura doveva essere
in uso, se nei pressi di Alfedena sono state rinvenute
iscrizioni preromane (3) ; queste sono tutte di carattere
pubblico e ci dimostrano che la lingua parlata nel
paese era affine all' osca e che, conformemente a ciò
che sappiamo dalle altre iscrizioni osche, presso i
Sanniti sembra che non fossero in uso le iscrizioni se-
polcrali, al contrario di ciò che avveniva in Etruria.

Il fatto di circoli di pietra, di ^Qiyxoi XiO-oov, è
abbastanza diffuso nell'antichità: a partire da quello
monumentale e grandioso dell'acropoli di Micene (4),
posso citare i cromlechs dell' età neolitica, i circoli
di pietre dell' età eneolitica in Italia (5), quelli che
circondano le tombe celtiche e le tombe « preceltiche »
della Lombardia (6), e finalmente alcune tombe greche
di Samos (7). Di quest'uso, che risale ad epoca neo-
litica, si conservano le traccie in Italia specialmente

(') V. tav. X.

(2) Oltre alle stele etrusche ed umbre (cfr. Brizio, Notizie
degli Scavi 1893, p. 177 segg., si possono citare a riscontro
le stele picene di Novilara {Mon. Lincei, V, 1885, p 471 segg.),
Tolentino {Notizie 1880, p. 374), Numana {Notizie 1891, p. 193),
Monteroberto {Notizie 1880, p. 343).

(3) V. p. 263.

(4) Tsountas-Manatt, Mycenaean age, p. 86, cfr. p. XXV.

(5) Colini, Remedello, in Bull. Palet. Rai. 1898, p. 293 e
nota 140; Patroni, Villaggio siculo in Mon. Lincei, VII, 1898,
figg. 26, 38, p. 440.

(6) Reinach-Bertrand, L^es Celtes dans la vallee du Po et
du Danube, p. 81-84, figg. 30, 31, 33; Sittl, Kunatarch. nel-
Vllandbuch ci. Altert. wiss. del Muller, VI, p. 348.

(7) Boehlau, Aus ionischen u. italischcn Nekropolen, p. 26,
28, 33 e fig. 20.

nel Piceno (') e in necropoli che per altri rispetti
hanno punti di contatto colla nostra (2).

I cadaveri sono collocati supini e distesi entro le
fosse ; per lo più le braccia e le gambe sono distese ;
in parecchi casi però, o le mani sono incrociate sul-
l'addome, o le gambe sono incrociate o semplicemente
i piedi accostati da un lato della tomba, per far posto
ai vasi.

La maggioranza di questa popolazione è di statura
media; non mancano tuttavia alcuni scheletri di di-
mensioni abbastanza grandi. È notevole il fatto che
i crani siano tutti dolicocefali, talvolta anche in pro-
porzioni esagerate, e presentino un tipo quasi co-
stante (3).

I cadaveri sono accompagnati quasi sempre dalla
suppellettile, la quale, come si vedrà in appresso,
presenta in tutte le tombe una tale uniformità di tipi,
che conviene pensare o ad un periodo ristretto nella
vita di questo popolo, il che sembra poco probabile
pel numero stragrande dei sepolti, o piuttosto ad una
persistenza di usi e costumi durata assai lungamente.
Ma riserbando tali considerazioni alla fine della nostra
disamina, dirò per ora in generale che la suppellettile
si compone principalmente di vasi fittili, di bronzi,
e di oggetti di ferro, usato tanto per le armi che per
gli ornamenti e copiosamente rappresentato. Scarsissimi
sono invece gli altri metalli, specialmente l'oro (4) e
l'argento.

Riporto qui, a proposito di bronzo, 1' analisi chi-
mica fatta di alcuni frammenti (fibule) dall'egregio
dott. Federico Millosevich, per togliere sempre più un
dubbio che può persistere presso alcuni. Si sa che a
proposito del metallo rinvenuto in una necropoli affine
alla nostra, quella di Suessula, si sparse la voce che esso

(•) A Tolentino, Notizie degli Scavi 1883, p. 344 e segg.,
figg. a, b, tav. XVI, 20.

(2) Terni, Notizie 1886, p. 267. Un'altra sopravvivenza
dell'età eneolitica nella prima età del ferro, che si manifesta
in regioni non lontane da Alfedena è la tomba a foggia di
piccolo dolmen; cfr. De Biasio, Sepolcro della prima età
del ferro in provincia di Benevento, nel Bull. Paletn. hai.
XXIII, 1897, p. 30 segg.

(3) V. in Appendice I lo studio antropologico del prof. Giu-
seppe Sergi.

(4) Una sola maglietta di filo d'oro avvolta ad una spira,
è infilata alla spirale di una fibula in ferro, n. 1985. È da
notare che la tomba da cui proviene è anche l'unica che abbia
fornito oggetti di argento.
 
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