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323

legato in serie è proprio dell' arte industriale postmi-
cenea-orientalizzante (1).

La falera che pende da queste catene (2) è tal-
volta un semplice disco di lamina del diametro di
m. 0,08-0,10, appeso per un anello ma più spesso è
lavorata a traforo: con quattro fori triangolari disposti
a raggi attorno ad un buco e intramezzati da quattro
forellini rotondi (4) ; con due circoli concentrici di forel-
lini triangolari col vertice rivolto verso l'interno (5);
con due circoli concentrici di impressioni o graniture a
cerchietti disposti in serie, incorniciate da circoli con-
centrici di buchetti, attorno ad un centro leggermente
bombato a guisa di borchia (fi). Il n. 1876 (fig. 59 b)
ha in mezzo un traforo a guisa di ruota octoradiata, poi
un cerchio di triangoletti alternati e opposti al ver-
tice in modo da formare una specie di zig-zag, quindi
un cerchietto traforato in modo da lasciare delle linee
serpeggianti, infine un altro zig-zag. Due esemplari
hanno nel centro un campo traforato con un animale
ad intaglio, animale fantastico e di forme non ben
distinte, ma che ricorda quello tipico delle graniture
dei dischi, dei quali dovremo in seguito parlare (7).
L'uno sembra una specie di capra accovacciata colla
testa rivolta all'indietro (8), l'occhio è rilevato a bor-
chietta sbalzata. L'altro è forse un leone colla cri-
niera punteggiata, che scende giù in posizione contorta,
ma l'animale è ridotto ad una forma così schematica
che è difficilmente riconoscibile. Il disegno di questi
animali, come vedremo meglio in seguito (9), è in quello
stile cosidetto « paleoitalico » che trova analogia con
lo stileggiamento proprio dell' arte nel periodo di Hall-
statt e La Tène.

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Altri dischi sono traforati in guisa da riserbare un
disegno a croce, accostata negli spazi triangolari tra
le braccia da quattro animali che sembrano uccellacci
a becco aperto ; la croce e il cerchio che l'incornicia,
sono decorati da cerchietti graffiti, fig. 59 a, c, d (').
Tali dischi traforati con disegni analoghi, oltre che nel-
l'arte de La Tène, si trovano come sopravvivenza nel-
1' età barbarica (2).

Non so se debba attribuirsi a questa categoria di
oggetti un altro disco in lamina di rame, fig. 59 e,
senza numero, con forellini disposti a raggi, il quale
potrebbe anche essere un colatoio, come quelli che si
trovano a Suessula (3) e nel Piceno (4).

Talvolta, invece di questa falera, attaccata alla
catena di bronzo, si trovano altre catenine in ferro
(p. e. nel 2563) che formano come un fiocco; a cia-
scuna di esse probabilmente terminava in un penda-
glio. Ciò è dimostrato dall' analogia con un esemplare
conservatissimo, in bronzo, ancora mobile, perchè non
irrigidito dall' ossido ; è il n. 1079 (5). Ad una fibula
ad occhiale è appesa una « chàtelaine » di due sole
maglie, ma grandi, a spirali, collegate dai soliti avvol-
gimenti ad 8 (f>) ; la seconda maglia forma in basso
cinque occhielli, da cui pendono cinque catenine a ma-
glie doppie di bronzo, m. 0,14, terminata ciascuna da
un pendaglio fusiforme striato, con attaccaglie. Tutto
l'ornamento è lungo m. 1,00.

Ancora più complicato era l'ornamento che pro-
viene dalla tomba II della zona Div, tav. XII/,
finora la più ricca della necropoli, la quale fu sca-

AUFIDENA

(') Bohlau, Aus ionischen u. ital. Necropolen, p. 64; Lin-
denschmidt, Alterlùmer, voi. II, fase. 11, tav. I, n. 1-4.

(2) Talvolta queste sono semplici catene di anelli doppi in
bronzo, p. e. n. 154 tav. XII«; o in ferro, 1160, 1161.

(3) 241.

(4) Tomba B" 167, n. 61? (nota che nella tav. Xllh c'è forse
sostituzione di un'altra chàtelaine alla 617).

(5) 800, tav. XII g.
(«j 882, tav. XII d.

C) N. 154, fig. 59 e, con un solo giro di forellini triango-
lari all'intorno, e l'altro sostituito nel cartone al 617, con doppio
giro di forellini, tav. XII h.

(8) Cfr. il motivo nelle gemme micenee. Furtwaengler, Die
antiken Gemmen, tav. III, n. 20-26.

(°) Nel cap. seg. a proposito dei dischi del balteo.

(!) Simili phalerae s'incontrano nel Piceno, a Bipaquarquel-
lara, Notizie 1877, p. 125; a Novilara, Mon. Lincei,V, 1895,
p. 141. Un esemplare del museo di Ascoli è bombato e deco-
rato d'una stella a 6 raggi di bolloncini punzonati, v. Gabrielli,
Pai. Com. di Ascoli Piceno, 1896, p. 14, n. 4097.

(2J Lindenschmidt, Altertumer, I, fase. X, tav. 7 , Linden-
schmidt-Sohn. Rórn. Germ. Central Museum in Mainz, tav. VITI,
n. 6, 14, 15, etc. Confronti illirici si trovano nelle necropoli
della Bosnia ed Erzegovina, p. e. a Glasinac, Fiala, Mitth. aus
B. u. II. 1899, p. 16, fig. 15; con semplici cerchi incisi, San-
skimost, Fiala, ivi, p. 73, fig. 36. Truhelka, Mitth. aus B. u. II.
1893, p. 90. Il disegno trova analogia anche in un disco d'ambra
di Jezerine, granito, Radimsky, Mitth. 1895, p. 101, fig. 200.

(3) Notizie degli Scavi 1878, p. 108.

(4) A Numana, Notizie degli Scavi 1891, p. 153.
(») Tomba CXXX, zona C, tav. XII e.

(6) Cfr. per questa l'ornamento pubblicato dall'Angelucci,
Gli ornamenti spiraliformi, fig. 6.
 
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