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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Mariani, Lucio: Aufidena: ricerche storiche ed archeologiche nel sannio settentrionale
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0203

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393

AUFIDENA

394

Queste analogie rivelano la moda comune alle due
sponde dell' Adriatico e la medesima origine degli og-
getti. È specialmente nella necropoli di Jezerine e nelle
tombe più recenti di Glasinac che troviamo, a giudi-
care anche dalle fibule del tipo recente La Tene (')
uno stadio contemporaneo a quello della civiltà di Al-
t'edena (2).

Ma se molte sono le analogie, non mancano le
differenze e queste sono tali da farci ritenere che non
la parte sostanziale della civiltà è affine, bensì la for-
male, cioè non v' è fra Illiri e Sabelli affinità etnica,
ma soltanto comunanza di suppellettile d'importazione.

Ed infatti il rito funebre è diverso: mentre nella
regione Sabellica orientale la cremazione non esiste
o è rarissima, nei cimiteri di Jezerine è preferita (3),
o havvi, come a Glasinac, l'inumazione sotto tumuli
e non in casse di lastroni. Il rito nazionale illirico
può ritenersi sia stato la cremazione, anche perchè i
Veneti cremavano; od anzi io credo che questo sia
uno degli argomenti per escludere l'illiricità dei Pi-
ceni e di altri popoli della costa Adriatica, la quale
si vuol dimostrare da alcuni moderni storici ed ar-
cheologi (4).

Altra differenza sostanziale sta nella ceramica lo-
cale la quale non ha molte analogie nelle forme dei
vasi di Alfedena ed è ricca di una decorazione che
manca assolutamente in questi (5). Perciò bisogna con-
venire che le analogie strettissime che esistono nei
piccoli oggetti di bronzo si debbono al comune centro
industriale da cui provenivano.

(') Munro, Rambles and Studies, p. 1G8 e fig. 62; a Ra-
kitnu in Erzegovina, Mitth. 1893, p. 177, figg. 10-20; a Majdan,
ivi, p. 182, fig. 13; a Jezerine, Mitth. 1895, i>. 101, fig. 199;
a Zagabria, Ljubic 1870, tav. Ili, 49, 50; 1889, tav. IX, 19,
XIX, 75. Tipo tardo La Tene, a Jezerine, Mitth. 1895, p. 117,
fig. 275; Zagabria, Ljubic 1870, tav. Ili, 47; 1889, tav. XIX, 76.

(2) Secondo l'Hoernes, L' epoque de la Tene en Bornie,
Paris 1900, p. 15 segg.; nelle necropoli a nord-est è maggiore
l'influenza celtica, cui attribuisce anche l1 incinerazione preva-
lente.

(3) Kovacevic, Mirkovic, Radimsky, in Mitth. aus B u. II .
1893, p. 189 e segg.

(4) Pligier, Zur praeh. Ethn. Jtaliens, Wien 1877, p. 18
segg.; Helbig, in Hermes, XI, p. 284; Hesselmeyer, Pelasger-
frage, Tflbingen 1890, p. UOsegir. : Pais, Storia della Sici'ia
e Maijna Grecia, I, p. 335 segg.

(5) Noto tuttavia lo 4 anse, il manico a ponticello e le sco-
dellato, v. p. 280, nota 2.

Non è qui il caso di svolgere ampiamente un tema
che è forse prematuro l'affrontare per mancanza di
vaste esplorazioni paletnologiche nei Balcani ; mi basta
soltanto accennare X ipotesi che tale centro artistico
sia stata la Grecia. Già il Reinach (') ha fatto no-
tare alcune analogie illirio-micenee e l'influenza greca
è manifesta anche più tardi per la presenza di og-
getti sicuramente di là importati, p. e. le fibule a
spirali, i vasi di bronzo (2) laminato, gli elmi e gli
schinieri (3), i vasi di argilla figulina (4) e financo una
stela sepolcrale di tipo greco (5).

Nei disegni di animali dei dischi più antichi quali
ad esempio quelli del Museo Preistorico di Korna, pro-
venienti dall' Abbruzzo Aquilano insieme ad oggetti
che richiamano piuttosto 1' Oriente ellenico che le ter-
remare (''), si rivela uno stile che risente molto del
miceneo e del geometrico greco e innumerevoli sono
le analogie greche ed egee che si possono notare nelle
opere d' arte industriale delle varie civiltà che fiori-
vano attorno all' Adriatico (7), onde anche noi insi-
stiamo sopra un fatto di cui si vengono ai giorni no-
stri accumulando le prove, ma che non potià essere
del tutto chiarito se non da scavi sistematici e su
vasta scala che colmino le lacune fra una regione e
un' altra.

Per ora mi contento d' aver indicato quale, a mio
avviso, dovrebbe essere stata la storia della civiltà sa-
bellica. Essa è, nel fondo, un derivato della civiltà
eneolitica che ha ricevuto influenze notevoli dall'oriente
ellenico, sia pure pel tramite dell' Illiria, colla quale
per mare o per terra le relazioni commerciali dove-
vano essere facilissime, durante 1' età del bronzo e che
nell' età del ferro è rimasta fedele a molte delle sue

(') Casques illyriens et myceniens ìwlVAnthropoloyie, VII,
1896, p. 270 segg.

(2) Lebete, skyplios, cfr. Munro, tìg. 33, p. 142 e segg.:
Fiala, Mitth. aus B. u. II. 1895, p. 4 e segg.

(3j Schinieri greci di Sanskimost, Mitth. aus B. u. II. 1899,
tav II, III; Munro, op. cit. pp. 116, 147, figg. 36, 39; elino greco
avXwms di Ljubuski, Mitth. aus B. u. IL 1899, tav. VII, di
Putiéevo presso Trawnik, ivi, tav. VIII, IX.

(4) Mitth. 1895, pp. 149, 179 segg.

(5) A Jezerine, cfr. Munro, fig. 67. = Radimsky, Mitth.
aus B. u. IL 1895, p. 182, fig. 594, Hoernes, ivi, p. 516.

(6) Cfr. Colini in Bull. Paletn. Hai. 1900, p. 147.

(7J Cfr. Hoernes, Urycsch. der Kunst, p. 651; cfr. anche
dello stesso autore: L'epoque de la Tene en Bosnie, Pari»
1900, p. 25.
 
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