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aufidena

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più antiche tradizioni, seguitando a sviluppare le arti
acquisite ed il gusto barbarico innato ('). Tutto ciò si
legge benissimo nella necropoli di Alfedena, la quale
rappresenta gli ultimi secoli di vita della civiltà sa-
bellica.

Appendice al Cap. XIII.
Tomba dei Colli del Tronto.

Neir estate dell'anno 1898, trovandomi io a S. Be-
nedetto del Tronto in casa del cav. Antonio Panichi,
ebbi a vedere i seguenti oggetti rinvenuti casualmente
nel dissodare 1' antica strada che conduceva ai Colli
del Tronto, nelle sue possessioni, nel mezzo del ter-
reno prospicente alla casa. Il Panichi mi fece notare
che un'altra tomba fu scoperta vicino alla contadina
Juccia, ove è la presa dell' acqua Giovanna, incondot-
tata alla sua villa de' Colli. A Colli del Tronto nel 1874
furono fatte scoperte simili dal contadino Amadio (-);
gli oggetti da lui rinvenuti ed altri provenienti pure
dai Colli, si trovano nel Museo Civico di Ascoli Pi-
ceno

La tomba che mi accingo a descrivere era alla pro-
fondità circa d'un metro ; non ho potuto appurare
con qual rito fosse avvenuto il seppellimento; ma c'è
da supporre che, ad analogia di altre scoperte ai Colli,
la tomba fosse ad inumazione in fossa semplice. Gli
oggetti conservati sono i seguenti : Ciotola tornita emi-
sferica con pieduccio basso, di argilla rozza, nera
internamente e rossastra esternamente, sottile circa
m. 0,04 e m. 0,06 all' orlo che è spianato, ornato di
graffiti a zig-zag. Esternamente attorno all' orlo sono
dei rozzi graffiti a zig-zag; diam. m. 0,17, a. m. 0,09.

Lancia di ferro con lungo cannone, lunga circa
m. 0,385. La lama, che è lunga m. 0,185, larga alla
base m. 0,075, è di forma triangolare e rammenta un
tipo da noi trovato nella necropoli di Alfedena (4).

Torques di filo di bronzo colle estremità attorti-
gliate ad occhiello.

(') Ugualmente iti Illirici, nelle stesse condizioni : Hoernes,
L'époque de la Tene en Bornie, p. 2C.

(2) Rosa, Archivio per VAntropologia, III, 187-1, p. 337.

(3) Ct'r. Gabrielli, Il palazzo comunale di Ascoli Piceno
a le sue collezioni, passim.

(4) V. p. 3G0, fìg. 79 c.

Fibula di bronzo, lunga m. 0,16, con arco lungo
m. 0,05, a navicella vuota, munito di due bottoni la-
terali, elegantemente modinati, e lunga staffa, m. 0,11,
terminante con simile bottone con collarino (').

Parecchie tìbulette simili, intere o frammentarie ;
hanno tre bolloncini, invece di due, sull' arco, e la
staffa terminante in un riccio rovesciato indietro con
due bolloncini al nascimento del riccio.

Frammenti di tìbulette ad arco semplice.

Tre anelli piatti da dito e frammenti di auellino
a spirale.

Altro semplice di filo di bronzo.

Pezzetti di filo di bronzo (orecchini?).

Tredici e più pezzi di spirali in bronzo formate
da filo alquanto appiattito, strette a guisa di cannelli,
diam. circa m. 0,006. Una di esse è incollata dal-
l'ossido a tre o quattro pendagli di ferro claviformi,
lunghi circa m. 0,08. Si tratta evidentemente di pezzi
d' una collana di tipo caratteristico piceno-sannitico.

Bulla di lamina di bronzo, diam. m. 0,055. Una
metà è conservata col suo bolloncino nel centro della
bombatura e pezzo di attaccaglia in cima. Della com-
pagna esiste solo un frammento.

Bolloncino simile, più piccolo, diam. circa m. 0,015.

Da quanto abbiamo detto nel nostro capitolo sui
confronti e nelle note alla descrizione del materiale
archeologico di Alfedena, è chiaro che questa bella
tomba dei Colli, come la maggior parte di quelle sco-
perte nella Valle del Tronto e nella Valle della Vi-
brata, è contemporanea di quelle di Alfedena e segna
il passaggio dalla civiltà sannitica a quella picena,
due civiltà che, come abbiamo visto, presentano mol-
tissime analogie, anzi un fondo comune che possiamo
chiamare, secondo i dati della tradizione, sabellico.

XIV.

Cronologi,a.

Dai confronti che abbiamo istituito tra il mate-
riale archeologico di Alfedena e quello di altre ne-
cropoli e stazioni affini, siamo in grado di fissare

(') Cfr. Montelius, Italie primitive, I, tav. X, 110; Mar-
cheselti, S. Lucia, tav. XVII. tip» comunissimo nel Piceno;
ofr. cs. nel Museo Proist. di Roma.
 
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